DAL BEPPE VIOLA ALLA CHAMPIONS LEAGUE: LA BELLA STORIA DI EDO SOLERI

DAL BEPPE VIOLA ALLA CHAMPIONS LEAGUE: LA BELLA STORIA DI EDO SOLERI

A cura di Massimo Confortini

Nella buia notte di Borisov, una luce si è accesa al minuto 92’: Roma sotto di un gol, pochi secondi alla fine. Rudi Garcia si volta verso la panchina e butta nella mischia un giovane, classe ‘97. Non un momento come gli altri per entrare in campo, per esordire nel calcio dei grandi. Edo Soleri, però, non è uno a cui tremano le gambe: un respiro profondo e poi lo scatto verso l’area di rigore, per perdere meno secondi possibili. Occasioni non ne arriveranno, il tempo era troppo poco, ma questo esordio vale tantissimo per un ragazzo come lui.

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Edoardo Soleri all’esordio in Champions sul campo del Bate Borisov

In un calcio nel quale, ormai, ti danno per finito a quindici anni, se non sei già stato notato da un club professionista, Edoardo ha dimostrato che, quando ci sono le capacità l’occasione può arrivare anche dopo aver vinto un campionato di seconda fascia Allievi.

La chiamata dei giallorossi, i primi minuti giocati, i gol che iniziano ad arrivare. I tifosi cominciano a notarlo quando, in un derby Primavera, sigla il gol del 2-2 al 90’. Era il più piccolo in campo: al suo fianco Verde, di fronte Cataldi. Giocatori che, prima di lui, si sono affacciati nel calcio che conta.

Noi di Sportinoro ricordiamo il suo percorso qualche passo prima, quando era ancora Giovanissimo e disputava il torneo Beppe Viola con il suo Futbolclub.

Gli orange di Marco Mei partono come outsider, sconfiggono realtà blasonate, ed affrontano in semifinale la Viterbese: chi decide la partita? Proprio Soleri, con una doppietta da urlo.

Poi, il giorno della finalissima. Campo Superga di Ciampino: davanti c’è la favorita assoluta del torneo, la Lodigiani. Edoardo si sveglia con 38.5 di febbre, ma non vuole mancare. Inizia in panchina.

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Soleri dopo la vittoria nel Beppe Viola con i Giovanissimi del Futbolclub

La gara è bella, equilibrata, divertente. Rimane in bilico per tutta la prima frazione.

Dopo l’intervallo il mister gli chiede: “Ce la fai?”. Risposta scontata: Edo scende sul terreno di gioco e inizia subito a stupire: tecnica, fisico, personalità. Tenerlo è difficilissimo.

La gara, però, non si sblocca, si va ai supplementari: pochi minuti e proprio Edo si prende la palla, due dribbling e palla in verticale. Un assist al bacio, tramutato in gol dal compagno  Edoardo Magnifico. E’ la rete  che decide la finale.

Un’edizione che viene ricordata anche per il clamoroso blackout che colpì Ciampino quella sera. Il buio più profondo prima della Coppa al cielo.

In fondo, le stelle, col buio brillano ancor di più…