A cura di Edoardo D’Angelo
In esclusiva l’intervista a Danilo Fratoni, tecnico dei Red Tigers che si è raccontato a 360°. Nelle sue parole non troverete approfondimenti ne sulle disamine tattiche ne su quelle tecniche, al contrario, possiamo dire che in questa intervista oltre a conoscere l’allenatore, che non ha certo bisogno di ulteriori presentazioni, abbiamo conosciuto l’uomo. Oltre al grande lavoro svolto sul terreno di gioco, andiamo a capire cosa si cela dietro al lavoro di un tecnico del settore giovanile, che non si ferma certamente al semplice calcio giocato.
Si aspettava un inizio di campionato del genere da parte della sua squadra ?
” Si, me l’aspettavo perché abbiamo costruito una squadra con delle base solide grazie all’aiuto del Direttore Sportivo Davide Valerio e del Presidente Antonio Ranieri. Abbiamo migliorato molto la squadra rispetto all’anno scorso, quindi già dalla preparazione quest’estate ho capito che avevo un gruppo forte tra le mani “.
Cosa le ha stupito maggiormente della sua squadra fino a questo momento ?
” Mi ha stupito la mentalità, la voglia di migliorarsi e di andarsi a prendere il risultato in qualsiasi campo, soprattutto attraverso la prestazione, che non deve mai mancare”.
Conoscendo entrambe le categorie, c’è così tanta differenza tra under 15 e under 16?
” C’è una sostanziale differenza sotto l’aspetto fisico. Ormai sono ragazzi strutturati, hanno sviluppato e quindi si iniziano ad intravedere giocatori più maturi, anche sotto il piano mentale. Anche l’intensità è un aspetto da non sottovalutare, poiché nell’under 16 è molto più pronunciata “.
Da quanto tempo è nella famiglia Red Tiger?
” Questo è il quarto anno “.
Da interno, ci può raccontare che cosa significa far parte della solida famiglia che ha creato il presidente Ranieri…
” Io devo ringraziare apertamente il Presidente Antonio Ranieri. Io dico sempre quello che penso, nel bene e nel male, ed è grazie a lui se ho iniziato questo percorso da allenatore. Mi ha inserito subito all’interno del suo progetto, nonostante non avessi mai guidato una squadra, almeno no dalla panchina. Lui mi ha dato questa grande possibilità e per questo lo ringrazierò per sempre. La società è in netta crescita, è ambiziosa e sono molto fiero ed orgoglioso di farne parte “.
Qual è, secondo lei, la miglior caratteristica che un allenatore di calcio giovanile deve possedere ?
” L’aspetto umano non deve mai mancare. Soprattutto a questa età la capacità sta nell’entrare nella testa del ragazzo, perché sto riscontrando, per la mia esperienza, che ora stiamo parlando con uomini e non più con dei bambini. E’ normale che poi deve essere il tecnico a far capire ai propri atleti che è un allenatore competente, cosicché la propria credibilità rimanga alta nei propri confronti “.
E il peggior difetto ?
” Bella domanda… probabilmente l’errata gestione dei ragazzi che giocano poco. Per come vivo io il calcio credo che la cosa più importante, affinché tutto vada per il meglio, è la compattezza del gruppo. Bisogna rendere tutti importanti, soprattutto i ragazzi che giocano di meno “.
C’è un allenatore a cui si ispira ?
” Nello specifico no “.
Se dovesse creare un allenatore, con le specifiche che non possono mancare per sedere su una panchina, come lo creerebbe?
” Allora sulla gestione dei ragazzi credo che il migliore sia Ancelotti. Mi fa impazzire la sua empatia e lo reputo un maestro nel creare il senso di unione all’interno del gruppo. Sul gioco, invece, una via di mezzo tra Jürgen Klopp e Roberto De Zerbi. Verrebbe un bel connubio tra intensità, ferocia e tecnica gestionale “.
Spesso si è parlato che un allenatore di calcio giovanile deve essere anche un educatore, è giusto?
” E’ giusto fino ad un certo punto. Ci vuole educazione e rispetto per i propri compagni e per l’avversario. Al tempo stesso, da ex giocatore ti dico che secondo me la famosa ‘cattiveria agonistica’ non deve mai mancare. Ci deve essere la giusta scaltrezza in un’atleta che è il sale di questo sport .”
Al giorno d’oggi forse manca proprio quella…
” Esatto. Quando giocavo io ero un calciatore vorace. Vorrei vedere lo stesso spirito battagliero anche dai miei giocatori “.
L’under 16 insieme all’Under 17, a mio avviso, sono le categorie più difficili da allenare visto che i ragazzi si trovano nello spartiacque tra l’essere ragazzo e l’essere uomo, non si sente caricato di responsabilità?
” No. Anzi mi piace essere sobbarcato di queste responsabilità. Voglio essere quell’allenatore che riesce a migliorare i ragazzi. Io a loro gli dico sempre questo: ‘Vi voglio lasciare qualcosa sotto il lato tecnico e caratteriale’. Mi carica e mi entusiasma, non sento pressioni “.
Si è già fatto un’idea sulle altre big che compongono gli altri raggruppamenti ?
” Vedo le classifiche, ma ovviamente non ho mai visto dal vivo le altre squadre. Credo che il livello si sia alzato tanto, e questo mi fa capire che stiamo partecipando ad un campionato molto competitivo “.
Nel vostro girone, c’è qualcuna che la sta sorprendendo in positivo?
” La Nuova Tor Tre Teste sta sopra a tutti. C’è la Lodigiani, il Savio e altre che seguono la loro scia. Sta stupendo il Ponte di Nona, conosco mister Coletta, e le sue idee vengono ricalcate dagli interpreti in campo “.
E in negativo?
” Pensavo di vedere l’Accademia Frosinone più su rispetto all’attuale classifica. Ovviamente è ancora presto per valutare “.
Domani ci sarà una grande gara contro la Lodigiani, come ci arrivate ?
” Non vedo l’ora che arrivi domani. Ci siamo allenati pochissimo, a causa del turno infrasettimanale, e ovviamente anche loro come noi. Queste sono partite divertenti che bisogna godersi. Ci siamo meritati questo scontro al vertice, e vediamo come andrà a finire. Credo che gli episodi decideranno la gara “.