Una grande passione per il calcio giovanile, mista a competenza, serietà, dedizione al lavoro e cura dei dettagli: questi gli elementi che hanno reso grande Dario Teofani, portandolo a ricoprire incarichi di prestigio in una delle società più importanti di Roma: la Totti Soccer School.
La società della famiglia Totti sta crescendo sempre di più anche grazie al suo lavoro da responsabile del settore giovanile. Un lavoro prezioso fuori e dentro il campo, come allenatore dell’Under 16 a inizio anno.
Recentemente, l’allontanamento di Gianluca Curci come tecnico della prima squadra (creata quest’anno), lo ha portato ad essere promosso, per la prima volta, nel calcio dei grandi. Un riconoscimento dovuto, a coronamento di un percorso lungo e sicuramente positivo.
Teofani eredita una situazione di classifica non facile nel campionato di Promozione e ha debuttato nel derby perso contro Ostiantica (nonostante la buona prestazione), alla guida dei grandi della Longarina Totti Soccer School 1944 (anno di nascita di Enzo, padre di Francesco Totti).
Buongiorno mister, domenica ha debuttato sulla panchina della prima squadra. Che sensazioni ha provato?
“La prima volta con i grandi è stata una grande emozione. Abbiamo fatto una grande prestazione ed è mancato solo il risultato.
Abbiamo avuto tante palle gol e colpito ben tre traverse. Loro hanno fatto due eurogol.
Ho avuto solo pochi allenamenti per conoscere i ragazzi e nonostante ciò, la prestazione è arrivata.
Un ottimo punto di partenza.”
Quale è stato il suo approccio nel calcio dei grandi? Sono cambiate le metodologie rispetto ai tanti anni nel settore giovanile?
“Cambiano soltanto i carichi di lavoro e la gestione dello spogliatoio. Il mio approccio nel lavoro di campo non è cambiato.
Posso riportare tutta la mia esperienza e, con la massima umiltà, ho chiesto consigli a qualche mio amico, più navigato con le prime squadre.
Un minimo di lavoro tecnico ci deve essere anche al di fuori del settore giovanile. Chiaramente, con i grandi ti dedichi più alla parte fisica e quella tattica.”
Eredita una situazione di classifica non semplice. Come ha iniziato il suo lavoro in squadra?
“Chiaramente, ho cercato di portare il morale in alto. Anche con le prestazioni il morale può migliorare.
La partita ben giocata contro Ostiantica ci ha fatto capire che possiamo giocarcela contro chiunque.
Ho avuto subito belle sensazioni sullo spirito di sacrificio e la volontà di lavorare.
Stiamo prolungando le sedute di allenamento e la società si sta adoperando per ottenere qualche rinforzo.
Qualche aggiustamento dal mercato lo dovremo fare. Spero arrivino veri uomini e non soltanto figurine, che abbiano la volontà di sacrificarsi.
La Promozione è una categoria difficile e particolare. C’è bisogno che tutti remino nella stessa direzione.”
Questo è il primo anno dove lanciate il progetto con la prima squadra? Avete un obiettivo a lungo termine?
“L’obiettivo di campo più immediato è naturalmente quello di salvare la categoria.
Era giusto creare un senso di appartenenza per tutti i ragazzi e valorizzare gli elementi del settore giovanile, facendoli confluire anche in prima squadra.
Servirà sempre un mix tra i nostri giovani e qualche giocatore più esperto. Per affrontare questa categoria serve il giusto budget e una corretta programmazione.
Ci sono diversi esempi virtuosi di squadre che, spendendo poco, hanno ottenuto risultati importanti.”
Tornando al campo, la prossima giornata vi vedrà ospitare la JFC Civita Castellana in uno scontro diretto. Come state preparando la partita?
“Con l’Ostiantica, gli stimoli sono venuti naturalmente, anche perchè era un derby.
Tuttavia, il metodo con cui prepariamo le partite non cambierà e non dipenderà dal blasone della squadra avversaria.
Lo scontro diretto di domenica è importante anche perchè verrà prima del turno di riposo.
Dobbiamo fare il massimo sforzo per ottenere un risultato positivo per trovare entusiasmo durante la sosta forzata ed evitare che si crei un clima troppo pesante.
Sarà fondamentale rimanere attenti e concentrati.”