Cinque pareggi nelle ultime sei uscite ufficiali.
Nelle ultime gare il Villanova sembra aver leggermente rallentato rispetto alla fase iniziale del torneo.
Cristiano Di Loreto, ormai da sei anni tecnico di fiducia di patron Armeni, rimane però fiducioso e consapevole delle qualità dei suoi ragazzi.
Ex difensore centrale di Lazio (una presenza in A con la maglia biancoceleste nella stagione 1988/89), Mantova, L’Aquila e Fermana, Di Loreto ha consumato l’ultima annata in campo una manciata di anni fa giocando nel Torrenova di Franco Rofena accanto ad un altro totem del nostro calcio regionale, quale Fabrizio Fiaschetti.
Storie di ieri.
Ormai Di Loreto è pienamente allenatore e la sua crescita è stata notata anche da altri club.
Nella passata estate il Città di Ciampino lo aveva messo in ballottaggio con Baiocco per la panchina della prima squadra e lui ci ha pensato.
Questione di stimili che, umanamente, possono venir meno dopo che alleni per anni un gruppo di calciatori, cui pensi di non poter dare più altro.
Un pensiero fugace ed ormai rientrato peraltro.
Ora l’obiettivo di Di Loreto e del suo Villanova è quello di migliorare il brillante campionato passato.
Di Loreto, cinque segni x nelle ultime sei gare tra campionato e coppa.
Non è che il Villanova soffre di pareggite?
“Non la metterei su questo piano.
Sto lavorando sulla testa dei ragazzi.
La società non ha in animo di tentare il salto di categoria a tutti i costi, però vuole migliorare il quarto posto dell’anno scorso.
Faccio questa premessa perchè a volte ci sentiamo bravi, ma non riusciamo ad evidenziarlo in campo.
Dobbiamo fare un salto a livello mentale”.
Magari dipende da quanto siete riusciti a fare nel passato campionato.
“Può darsi.
Ormai chi viene a giocare qui ci teme, non siamo più una sorpresa.
Alcune settimane fa, ho visto Maestà marcare a uomo Petrella”.
In cosa può crescere la squadra?
“Dobbiamo restare umili.
I ragazzi sono convinti di poter fare un campionato importante, però non devono mai dimenticare che è dura e le cose vanno conquistate partita dopo partita.
In più, c’è qualche pressione di troppo ed il mio compito è cercare di isolarli.
Dopo il pareggio con il Fonte Nuova ho sentito tante critiche perchè abbiamo tirato poco.
Forse qualcuno si è abituato alla cioccolata ed ora fatica ad accettare altre pietanze…”.
Domani c’è la coppa.
Può diventare un obiettivo concreto per il Villanova?
“La società tiene particolarmente a questa competizione e noi faremo del nostro meglio per onorarla.
Nella nostra rosa abbiamo 16/17 potenziali titolari e l’età media non conta.
Qui c’è gente di vent’anni con 80 presenze in Eccellenza.
La Coppa Italia non la snobberemo, domani faremo di tutto per vincere”.
Che gara si aspetta contro il Pomezia?
“Non li conosco tanto.
Ripensando ai trascorsi con mister Punzi, che stimo, credo sarà una gara tattica.
Lui sa mettere molto bene le sue squadre in campo.
Speriamo che pensino più al campionato (ride)…”.
Domenica prossima invece vi aspetta il derby con il Montecelio Borussia.
“Al di là delle questioni di campanile, ci teniamo tanto a vincere.
Non sarà facile per via delle contemporanee squalifiche di Santori, Di Mauro e Petrella.
Sarà una gara impegnativa”.
Torniamo alla scorsa estate ed al suo possibile approdo al Superga.
“Al presidente Armeni sono e sarò sempre grato.
All’epoca del Mentana Jenne furono lui e Franco Prosperi a puntare su di me e questo non potrò mai dimenticarlo.
Dopo quattro anni alla guida di una squadra io penso sia comprensibile che gli stimoli possano veni meno, così al termine della scorsa stagione ne ho parlato con il presidente.
In quei giorni ero stato contattato dal direttore sportivo del Città di Ciampino, Alberto Drago.
Chiaramente, pur lusingato dall’offerta, avvisai subito Massimo Armeni e lui parlò con il presidente Cececotto, ponendo il veto su di me”.
Un grande attestato di fiducia.
“Sì, è stato importante, così come lo è stata la conferma di giocatori come Santori e Di Mauro.
Oggi mi sento completamente immerso nel progetto-Villanova.
Scherzando, dico spesso che nel club io sono l’unico non appartenente alla famiglia abilitato a parlare.
Con Massimo, Paolo e Stefano Volpe c’è un’interazione costante.
Detto questo, non ho la presunzione di pensare che sarò il Ferguson di Villanova”.
Il Villanova ha svolto un lavoro certosino dal settore giovanile alla prima squadra.
Tra i nuovi c’è qualcuno che la sta sorprendendo in maniera particolare?
“Finora non ho visto alcuna squadra schierare un ’97 nella zona nevralgica del campo, come abbiamo fatto noi.
I nostri Franceschi e Vitali, che spesso alterno perchè hanno caratteristiche diverse, ci stanno dando grandi soddisfazioni.
Questo per merito di gente come Volpe, Masi e Palumbo che sta lavorando benissimo con i giovani del nostro vivaio e che sta mandando in prima squadra calciatori già formati”.
A suo giudizio, com’è il livello di questa Eccellenza?
“Credo non sia un’eresia dire che si è abbassato in maniera molto significativa rispetto a dieci anni fa”.
A detta della maggior parte degli addetti ai lavori, questo è uno dei campionati più equilibrati che si ricordino.
Lei ha una personale favorita?
“Questa è una domanda da centomila dollari.
Tranne il Ladispoli, ho incontrato quasi tutte le squadre che hanno l’ambizione di far bene in questo torneo.
Quest’anno non ci sono corazzate come Viterbese o Rieti e questo rende tutto molto incerto.
Prendete il Ladispoli: è primo, ma ha già perso tre delle prime dieci partite.
In altre stagioni sarebbe già fuori dalla lotta per il titolo.
Adesso vinci due partite di fila e risorgi.
Basta vedere quanto è accaduto all’Almas, per esempio.
Tra le prime devo dire che Cre.Cas. Città di Palombara e Fonte Nuova mi sono piaciute tanto per compattezza.
Se devo fare un nome solo, dico Fonte Nuova, perchè qui da noi ha dato segnali da grande squadra.
In campo ha gente di grande spessore, come Mereu, Muzzachi e Sansotta, tanto per citare degli esempi.
Sì, potrebbe essere quella di Oddi la candidata numero uno per il titolo”.