Ambizione, crescita esponenziale e totale fiducia nei giovani. Sono i tre capisaldi del Parioli, società che milita nel campionato di Eccellenza girone A. La squadra di Lenzini occupa le zone di classifica subito al di sopra del playout, ma punta a disputare un campionato competitivo pur tenendo fede all’obiettivo salvezza. Di questo e molto altro ha parlato il ds Gianni Amato ai microfoni di Sport In Oro.
Dopo la sconfitta contro la W3, cosa si aspetta dal prossimo impegno e qual è l’obiettivo primario del club?
«La sconfitta contro la W3 è nata da nostri errori e come ci sta capitando nelle ultime partite prendiamo gol per questo motivo. La squadra è giovane e si perde un attimo. Siamo partiti per salvarci, finora abbiamo incontrato squadre importanti e forti, vedi W3 e Pomezia. Gli addetti ai lavori ci hanno detto di non notare una grande differenza tra noi e le altre squadre. La partita contro la squadra di Manelli non cambia il nostro obiettivo, vogliamo salvarci e dare la possibilità ai nostri giovani di emergere. Domenica giochiamo contro l’Aranova e sicuramente daremo il massimo come sempre».
A cosa ambisce il progetto Parioli nel lungo termine?
«Guardiamo avanti, vogliamo programmare un futuro importante. Siamo partiti acquistando un titolo, non abbiamo un campo di proprietà, giochiamo praticamente sempre in trasferta. Dal prossimo anno vogliamo creare un settore giovanile importante per glorificare una società di tutto rispetto. Vogliamo portare più giovani possibili in prima squadra, a causa del Covid molti club non hanno puntato sui ragazzi. Parecchi giovani che giocano per noi non hanno avuto fiducia altrove. Danno il massimo anche se le possibilità economiche sono ristrette, e lo fanno per amore dei nostri colori»
Ci saranno mosse di mercato che puntino a rafforzare la squadra?
«Siamo sempre vigili, io sono sempre attento e voglioso di puntare su ragazzi che sono stati messi ai margini altrove. Abbiamo notato qualcuno e ci sono trattative in corso. Diamo uno sguardo agli over ma soprattutto agli under. Oggi si è perso il valore di credere nei giovani, oggi se si vuole crescere bisogna puntare sui vivai. Anche nel professionismo, le società attive sotto questo punto di vista sono poche. Mi vengono in mente Sassuolo, Empoli e Udinese. Non c’è più voglia di credere nei ragazzi, e per questo non vengono mai fuori giocatori di livello come Totti, Baresi, Maldini… Il calcio dopo il Covid doveva ripartire da zero e invece non ci sono state possibilità. La nostra politica è che se meriti giochi, non abbiamo bisogno di genitori che portano i soldi. Stiamo lavorando per creare un punto di partenza, conosco questa società da poco. Io vengo dal professionismo, ho toccato quasi la Serie B, e oggi mi ritrovo a fare il direttore sportivo di una società guidata da persone che ci mettono l’anima e il cuore».