Nella giornata di domani il Certosa partirà alla volta delle Marche per poi affrontare domenica pomeriggio (fischio d’inizio fissato per le ore 16:30 allo stadio Marcello Bonci) il temibile Fossombrone.
Spesso, nel corso dell’annata agonistica che ormai volge al termine, abbiamo tessuto le lodi della formazione neroverde, sottolineandone un percorso di crescita che da due anni a questa parte non si è mai arrestato.
Sembra passato un secolo da quando il club di Centocelle nel pieno dell’estate del 2021 ricevette con grande emozione la notizia del suo primo ripescaggio nel massimo campionato regionale, quando aveva appena allestito una squadra in grado di ben figurare nella categoria inferiore.
Quella del Certosa fu una corsa contro il tempo in vista di un’avventura affascinante sì, ma anche spaventosamente irta di ostacoli.
Il direttore sportivo Paolo Michesi si trovò nelle condizioni di puntellare frettolosamente l’organico per soddisfare le esigenze di un campionato che, vista la formula ideata dal Comitato Regionale nella stagione post-pandemica, già ai nastri di partenza si prefigurava senza esclusione di colpi.
Per una matricola come i romani venirne a capo sembrava davvero una missione impossibile visto l’elevatissimo coefficiente di difficoltà e le presenze assai qualificate di un raggruppamento che poi sarebbe stato vinto dal Pomezia.
Invece il Certosa riuscì a stupire ed a guadagnarsi sul campo una salvezza diretta da applausi a scena aperta.
All’inizio di questa stagione l’obiettivo dichiarato era quello di migliorare il sesto posto precedente nonostante l’inserimento in un girone complesso come il B nostrano, ma domenica dopo domenica, fatta salva una lieve flessione poco prima di Natale, la squadra di mister Marco Russo ha preso possesso sempre più stabilmente della porzione di classifica alle spalle dell’imprendibile Sora di Alessio Ciardi.
Dopo aver rimontato una decina di punti al Gaeta, crollato alla distanza dopo un ottimo girone d’andata, il Certosa ha preso possesso della piazza d’onore, resistendo al furente ritorno di un Colleferro, definitivamente domato grazie al successo dell’aprile scorso nello scontro diretto.
I capitolini si sono così guadagnati la chance di oltrepassare per la prima volta i confini del Lazio per giocare un play-off da batticuore.
Le sensazioni raccolte nelle interminabili tre settimane che hanno costituito il grado di separazione tra l’ultimo impegno ufficiale a Ferentino e quello in territorio pesarese sono di trepida attesa, ma anche di evidente serenità.
Un aspetto che peraltro ha caratterizzato l’intero cammino dei neroverdi.
La storica tappa marchigiana non farà eccezione: il Certosa disporrà sul tavolo le proprie carte e se le giocherà senza pressione.
Attenzione, questo non significa che Ferri e compagni non daranno tutto per cercare di proseguire il proprio cammino.
Il Certosa le proprie qualità le ha abbondantemente evidenziate nel corso della stagione e per il Fossombrone, che per esperienza e tifosi al seguito sembra partire da una posizione di vantaggio nel doppio confronto, non sarà una passeggiata venire a capo di una squadra che fa della compattezza e della solidità le sue armi principali.
Per certi versi le due rivali si somigliano pure: entrambe partono dall’applicazione di principi assai radicati, frutto del lavoro di due tecnici che hanno limato, plasmato e modellato i rispettivi organici nel corso di anni.
Sulla panchina del Fossombrone siede Michele Fucili, cinquantuno anni all’anagrafe e forsempronese d.o.c.
Il mister, una vera istituzione da quelle parti, aveva già allenato il “Fosso” nel triennio 2011-2014 e, dopo un paio di esperienze sulle panchine di Urbania e Pergolese, è tornato al timone della squadra nell’estate del 2019.
Un ritorno più che fortunato, se si considera che nella passata stagione ha condotto la squadra ad alzare al cielo la quarta Coppa Italia della sua storia e che dopo il terzo posto ottenuto lo scorso anno (con sconfitta ai play-off regionali per mano della Jesina in semifinale) nell’attuale campionato ha fatto ancora meglio.
Puntellato con saggezza l’organico, la società ha messo nuovamente nel mirino la Serie D, arrivando ad un passo dal conquistarla in via diretta.
Il duello con l’Atletico Ascoli ha accompagnato tifosi ed appassionati del torneo marchigiano per tutta la stagione e non è stato privo di colpi di scena, come quello del 19 marzo quando un successo di misura sull’Atletico Porto Sant’Elpidio e la contestuale caduta della capolista a Montefano consegnò la vetta alla squadra di Fucili.
Una gioia durata appena una settimana perché un impronosticabile pareggio sul campo di un Marina che poi sarebbe retrocesso ed il ritorno al successo dei rivali (sulla cui panchina nel frattempo si era insediato il “nostro” Sergio Pirozzi, ndr) riportò al comando gli ascolani bravi poi a mantenere l’esiguo ma fondamentale punto di vantaggio fino al termine della regular season.
Il secondo play-off consecutivo è stato propizio al Fossombrone, capace di regolare davanti alla propria gente prima il Montefano e poi l’Atletico Gallo, facendo ancora una volta leva sulla sua endemica impermeabilità difensiva.
Il Fossombrone ha subito appena dodici reti nelle trentadue gare ufficiali disputate tra campionato e post-season e Gianluca Marcantognini, estremo difensore classe ’96 con trascorsi a Fano, Catanzaro ed Ancona, non raccoglie palloni in fondo al sacco da 488′.
Il tutto grazie alla sua riconosciuta bravura, ma anche ai movimenti perfettamente oliati di chi è deputato a proteggerne l’operato.
Il reparto difensivo è guidato con attenzione da Niccolò Urso ed ha nel diciannovenne Bartolomeo Riggioni un prospetto di sicuro talento.
Marco Russo, che ha visionato più di un video degli avversari, ha dichiarato pubblicamente di essere rimasto colpito dai movimenti in uscita dei centrocampisti che costituiscono una cerniera indispensabile di fronte alla linea arretrata ed un costante foraggiamento agli attaccanti.
Tra loro la parte del leone in stagione l’ha fatta Tommaso Battisti, calciatore tra i più apprezzati nel panorama marchigiano e che con grande dedizione e spirito di sacrificio ha saputo lasciarsi alle spalle alcuni inconvenienti fisici delle precedenti stagioni, fornendo alla causa non solo un contributo di sette reti ma anche di generosità.
Accanto a lui giostra capitan Lorenzo Pagliari, uno che i colori del Fossombrone li ha tatuati sulla pelle.
Occhio poi all’inventiva di Massimo Conti: l’ex centrocampista del Gubbio è dotato di grande inventiva ed ha confezionato numerosi assist in stagione.
L’elemento dal pedigree calcistico più illustre è però Domenico Germinale, attaccante trevigiano classe 1986 che anni fa esordì nell’Inter allenata da Roberto Mancini dopo la trafila nella cantera nerazzurra.
Per lui anche una lunga carriera tra Serie B e Serie C con le maglie di Albinoleffe, Foggia, Catanzaro, Benevento e Padova.
Il Certosa dovrà prestare attenzione alla sua fisicità ed alla sua esperienza nel caso in cui il Fossombrone dovesse ricorrervi.
Per la sfida d’andata tra le due squadre è stato designato Roberto De Stefanis di Udine: nelle Marche quest’anno ha diretto il match tra Osimana ed Atletico Azzurra Colli, mentre nel Lazio ha arbitrato il match tra Città di Cerveteri ed Aureliantica Aurelio.
Ai suoi lati agiranno il genovese Rossini ed il teramano D’Orazio.
Gara di ritorno a Centocelle domenica 4 giugno.
La formazione che risulterà vincente affronterà poi in finale una tra i pisani della Cuoiopelli ed i piacentini dell’Agazzanese.