Fabrizio Romondini, Classe ‘77, 41 primavere e non dimostrarle affatto, per il suo eterno amore giurato a quel pallone ,che gli ha regalato enormi soddisfazioni nella sua splendida carriera . Nato calciatore, talento da vendere, cresciuto nella Roma con Francesco Totti poi divenuto suo fraterno amico, Fabrizio nel corso della sua parabola ascendente nel calcio professionistico , dovunque abbia giocato ha lasciato un ricordo indelebile. Come calciatore , come uomo.
Perchè lui oltre ad essere un talento naturale è un leader autentico, con l’ insita capacità di trascinare tutto e tutti grazie a quel carattere e a quella personalità che diventa esempio da emulare. Non a caso oltre 500 presenze tra serie B e C e 25 anni di professionismo ne fanno una sorta di araba fenice. Quando per esempio, a gennaio del 2009 arrivo in silenzio alla Cisco Roma ,dopo l’esperienza greca dell’Olimpiakos fu capace di mettersi al servizio della squadra trascinando la terza squadra della Capitale alla storica promozione in C1. Un punto di riferimento per tutti, una vittoria che che porta la sua firma, e che lui ricorda ancora con grande soddisfazione
“ fu un annata strepitosa…Vincemmo i play off contro il Catanzaro e salimmo in C1 – rammenta Fabrizio – uno dei trionfi che ricordo con grande emozione perchè fu un campionato sofferto che, soltanto un gruppo forte come il nostro, poteva raggiungere quel traguardo. E ricordo che mio padre, che segui tutte le patite, era convinto sin dall’inizio del campionato che noi avremmo vinto. E lui non si sbagliava mai. “
Persino l’anno dopo Fabrizio Romondini, sbarazzandosi facilmente della concorrenza di altisonanti nomi provenienti dalla serie A, trascinò l’Atletico Roma alla finale
play off per la serie B . Poi, la cocente delusione della sconfitta fece sfumare il sogno della serie B che lui, aveva gia conosciuto sin dai tempi dell’Avellino e dello Spezia . Solo uno come Fabrizio pero’, tenace, combattivo, impavido al pari di un gladiatore, poteva rialzarsi e continuare quel rapporto indissolubile di amore e passione con il pallone ; ancora tre anni nei professionisti (Pergocrema, Barletta, Paganese) poi la voglia di tornare a casa, ai suoi affetti famigliari e mettersi in gioco nei dilettanti. A Maccarese, altra perla firmata Romondini, trascina la squadra locale a raggiungere una salvezza che sembrava, al termine del girone di andata, un autentica utopia.
Per arrivare sino a giorni nostri con il Montespaccato Savoia dove, a 41 primavere, è l’esempio per tutti, l’allenatore in campo, l’amico nello spogliatoio.
“ Devo ringraziare il Presidente del Montespaccato Savoia Monnanni, perchè ha costruito un’organizzazione perfetta quasi da professionismo, orchestrata con
estrema abilità dal d.s. Marco Lo Pinto un profondo conoscitore del calcio che non devo scoprire certamente io, un uomo eccezionale; e insieme a tanti giovani ci stiamo divertendo, regalando belle soddisfazione al nostro presidente che le merita tutte e alla gente che ci segue con affetto”.
E Ancora una volta lui, domenica sale in cattedra, diventa il protagonista assoluto nel momento di difficoltà , prende per mano la squadra, e prima con una delle sue gemme inconfondibili, e poi con un magistrale assist, trascina il sodalizio romano a l’ennesima vittoria. Il segreto è tutto li’….l’eterna giovinezza di un ragazzo che si diverte e diverte ancora tanto…
“Credo che quando fai una cosa con la passione e l’amore di farla la fatica non ti pesa. Gli anni non me li sento e fino a che la voglia mi sosterrà, come ho sempre detto, continuerò a rincorrere quel pallone che rappresenta la mia vita e che comunque tanto mi ha regalato.
E questo voglio ricordarlo sempre, grazie all’aiuto di mio padre che mi ha sempre sostenuto, mi ha aiutato nei momenti difficili e ha sempre creduto che potessi scrivere pagine importanti nel calcio.
E oggi che è lontano, non è piu vicino a me , a noi, mi manca da morire. “
Questo è Fabrizio Romondini, uomo e leader, condottiero e soldato quando occorre, il classico calciatore indispensabile al quale il tecnico assegna sempre la prima casacca, e che ogni squadra vorrebbe avere nel proprio organico .
E soprattutto che ancora il calcio può annoverare ed ammirare su quei rettangoli verdi, a rincorrere il pallone e regalare giocate da autentico artista .