MILAN-ANDERLECHT 0-3
Reti: 5′ st. Acheampong (A), 31′ Acheampong (A), 48′ Jaadi (A).
MILAN (4-3-3): Narduzzo; Ferretti (12′ st. Pedone), Pacifico, Speranza, Tamas (21′ st. Pinato); Lora (27′ st. Prosenik), Cristante, Piccinocchi (38′ st. Bastone); Henty (17′ st. Aniekan), Petagna, Ganz. (A disposizione: Andrenacci, Petkovic, Lucarini, Spagnoli, Bortoli, Iotti). All. Dolcetti.
ANDERLECHT (4-4-2): Roef; D’Alberto A., Mbemba, Heylen, Lukaku; Tarfi, Dendoncker, Daf, Diarra (33′ st. Jaadi); Acheampong, Soumare (24′ st. Henen). (A disposizione: Cekrezi, De Wilde, Rivituso, Carvalho). All. Peeters.
Arbitro: De Marco di Chiavari (assistenti Giallatini di Roma 2 e Preti di Mantova).
Note: spettatori 1500 circa; presenti in tribuna Galliani, Allegri, Braida, Sacchi, Antognoni, Evani, Ganz, Sannino, Simoni; ammoniti Tarfi (A), Pacifico (M), Diarra (A); angoli 5-3; recupero 0′ pt. e 5′ st.
Per la nona volta in 65 edizioni, la Viareggio Cup viene vinta da una squadra straniera. L’Anderlecht era alla prima finale e battendo il Milan è diventata anche la prima squadra belga ad aver vinto la Coppa Carnevale.
L’Anderlecht, che è stato parsimonioso con appena 4 gol all’attivo e addirittura 1 solo subito nelle precedenti 6 partite del Torneo, ha firmato la finalissima con un trionfo carico di reti. La squadra di Peeters ha smentito tutti sul piano della fatica. Con soli 17 giocatori ha dimostrato di avere nelle gambe una preparazione atletica incredibile. Il Milan, che nella ripresa ha ceduto proprio sul piano fisico, può recriminare oggettivamente per l’occasione sciupata da Petagna nel primo tempo. Una traversa da un metro che avrebbe potuto cambiare il destino dell’intero match. Anche con questo rischio l’Anderlecht comunque si è difeso bene e ha costruito il successo sulla sua grande organizzazione tattica e sulla velocità dei suoi attaccanti.
La partita è stata molto combattuta e, specialmente nel primo tempo, ha vissuto su ritmi elevati. Il Milan (ancora senza l’infortunato De Feo) è partito bene e col suo 4-3-3 ha subito confezionato un’occasione con Ganz che al 7’, su lancio del playmaker Cristante, ha calciato alto col sinistro da buona posizione. Ma è al 24’ che i rossoneri di Dolcetti creano la maggior palla-gol del primo tempo: cross basso di Lora da destra, la palla attraversa tutta l’area di rigore e sul secondo palo Ganz la rimette in mezzo per l’accorrente Petagna che da due passi a porta spalancata colpisce incredibilmente la traversa. E nel calcio, si sa, alla fine chi sbaglia paga. L’Anderlecht col suo coriaceo e organizzato 4-4-2 nel finale di frazione, al 41’, avrebbe la palla buona per il vantaggio ma Diarra calcia malissimo da dentro l’area e spara altissimo.
La ripresa parte col gol di Acheampong che di testa fredda Narduzzo già al 5’ su preciso cross da sinistra di Diarra. Colpevole però la difesa milanista che nell’occasione si perde il promettente attaccante belga. Il Milan si rimbocca immediatamente le maniche e va alla carica del nemico per cercare il pareggio. Ma al 12’ i guantoni del vigile Roef dicono di no alla gran botta ravvicinata di Ganz, ispirato da un chirurgico filtrante del solito Cristante. La partita cala un po’ di intensità e i rossoneri fanno fatica a rendersi pericolosi. Al 31’ Acheampong parte da solo da metà campo e di sfondamento arriva fino in area, dove col sinistro batte Narduzzo per il 2-0. Il Milan accusa il raddoppio e non ha più le forze per reagire. Così nel recupero arriva anche il 3-0 a firma Jaadi (giocatore più giovane della finale) che sul secondo palo raccoglie un passaggio di Tarfi dopo una parata di Narduzzo ancora sull’incontenibile Acheampong, davvero scatenato in questa finalissima.
L’Anderlecht si aggiudica quindi la 65a edizione della Viareggio Cup, confermandosi squadra molto fisica ma anche dotata di elementi di grande qualità come il portiere Roef, il difensore e capitano Heylen, il terzino di spinta Jordan Lukaku (fratello d’arte), i centrocampisti Daf e Dendoncker, le ali Diarra e Tarfi e la punta Acheampong. Il Milan (che non vince il Torneo dal 2001) perde la sua settima finale sulle quindici disputate. Ma si consola con la consapevolezza di avere una rosa piena di talenti in rampa di lancio: Cristante, Petagna e Ganz su tutti.