Attraverso una risalita imperiosa che ha consentito ai castellani di fare il pieno di punti nelle ultime sette uscite, l’Albalonga è tornata prepotentemente in lizza per vincere il Girone B di Eccellenza.
Gli azzurri non hanno fatto sconti a nessuno a partire dal 15 febbraio scorso, incrementando a livelli di guardia il dato riguardante le realizzazioni.
Con la quaterna rifilata al malcapitato Lariano dell’ex Di Franco, la formazione di Gagliarducci è salita a quota 109 reti tra campionato e coppe varie, raggiungendo il Serpentara BellegraOlevano sul gradino più basso del podio.
La sosta pasquale arriva forse nel momento meno desiderato per una squadra lanciata come quella di patron Camerini, ma permette comunque di recuperare qualche energia.
Nervosa, sia chiaro, perchè il “Vichingo” ha già stilato un fitto programma di allenamenti durante queste due settimane.
Tommaso Gamboni, che conosce il tecnico come nessun altro in squadra, non si scompone e si prepara a dar vita insieme ai suoi compagni ad una volata finale che dalle parti del Pio XII si augurano propizia.
Gamboni, domenica ha giocato la partita perfetta.
Non capita tutti i giorni di firmare due gol ed altrettanti assist.
“Io non la vedo così.
Se escludiamo la finale di Coppa Italia dove non sono riuscito ad esprimermi su buoni livelli, è già un po’ di tempo che gioco così.
Tutto sommato, non guardo queste cose…”.
Per lei è meglio segnare o sfornare un assist decisivo?
“Senza dubbio un assist.
A volte, chi segna lo fa a porta vuota.
Io preferisco fare una giocata, trovare un corridoio per servire una palla filtrante.
Guardate Totti.
Tutti parlano delle reti che ha fatto, ma i suoi assist sono stati ancora più belli ed importanti”.
State segnando una valanga di reti ed attualmente Forcina e Scacchetti sono in lotta per il titolo di capocannoniere.
C’è qualche scommessa in ballo?
“Che io sappia no, però c’è tanta rivalità tra i due.
Mirko è più sanguigno e vuole sempre dimostrare di essere il più bravo.
Gianmarco è più silenzioso ed è in possesso di mezzi tecnici molto importanti.
E’ una rivalità positiva”.
Resta il fatto che nelle ultime sette uscite di reti ne avete messe a segno una media di quattro e mezzo per partita.
“Anche prima dell’arrivo di Gagliarducci era così, queste caratteristiche le abbiamo sempre avute.
Senza nulla togliere a Lauretti, però, io credo che abbiamo buttato dieci giornate”.
In che senso?
“Ci mancava di salire uno scalino.
Su questo ha sempre battuto il “biondino” (Gagliarducci, ndr) ed ora credo che siamo riusciti a salirlo”.
Qual è l’aspetto di Gagliarducci che le piace di più?
“Lui non vuole perdere neppure a carte con suo padre o sua madre.
E’ molto competitivo ed in questo siamo simili.
Il mister ha qualcosa in più degli altri ed ha tutte le carte in regola per aspirare ad un grandissimo futuro…”.
Su quale aspetto deve ancora migliorare, secondo lei?
“Non è un tipo facile.
Con lui gli scontri duri sono all’ordine del giorno e devi avere il carattere giusto per accettarli.
Io ci litigo tutti i giorni, però poi riesce sempre ad ottenere il massimo da me.
Se migliora nei modi e guadagna un pizzico di diplomazia, può raggiungere traguardi importantissimi”.
E’ il miglior tecnico che lei abbia mai avuto?
“Uno dei migliori.
Non posso certo dimenticare uno come D’Este che mi ha insegnato a campare.
Venivo da un’esperienza in C e credevo di essere un fenomeno.
Lui mi ha riportato con i piedi per terra, gli devo moltissimo.
Gagliarducci è preparatissimo.
Da questo punto di vista, lo accosto a Farris, che però attualmente si sa porre meglio di lui.
Se vedi il mister, “casca e pende”, però poi sa inculcarti la sua idea di gioco e la sua stessa mentalità”.
E pensare che all’indomani della sconfitta di Colleferro sembravate fuori dai giochi…
“Quella sconfitta ci ha fatto capire tante cose.
Non giocammo bene nel primo tempo, ma nella ripresa sfiorammo il pari.
Siamo usciti dal Caslini, vedendo il bicchiere mezzo pieno.
Poi il mister ha avuto il merito di stimolarci sotto il profilo mentale e adesso il famoso scalino lo abbiamo salito”.
In precedenza cosa era mancato all’Albalonga?
“La continuità.
Prima ragionavamo come un gruppo di singoli, mentre ora pensiamo da squadra.
L’esempio più calzante è Scacchetti.
Nelle ultime settimane è cresciuto moltissimo.
A Lariano tutti passavano a lui la palla, sperando che inventasse qualcosa.
Adesso riesce sempre a dare un contributo importante, anche quando non è al centro dell’azione”.
Secondo lei, Scacchetti potrebbe ancora aspirare a giocare in categorie diverse da questa?
“Per me sì.
Destro/sinistro, forti come lui non ne vedo in giro.
Non dimentichiamoci che è ancora giovane, però dipende da lui.
Quando ero ad Anzio, mi voleva l’Aprilia che era in Seconda Divisione, ma rinunciai preferendo la stabilità.
A differenza mia, Gianmarco non ha moglie, nè figli, quindi dipende da lui provare a rimettersi in gioco oppure no.
I mezzi li ha tutti”.
Nota delle analogie tra la Lupa Castelli Romani della passata stagione e l’Albalonga attuale?
“Prima non ne vedevo molte, ora però sì.
Stiamo acquisendo forza sotto l’aspetto mentale e questo mi fa ben sperare”.
Divaghiamo per un istante.
E’ rimasto sorpreso dal rendimento fantastico della sua ex squadra anche in D?
“Assolutamente no.
Il nostro gruppo era di grande qualità, ma durante l’estate il club ha preso gente ancora più forte di noi.
Siclari e Boldrini sono giocatori di categoria superiore, così come Mancini e Colantoni, due ragazzi che potevano aspirare a qualcosa in più di ciò che hanno ottenuto dalle rispettive carriere”.
Parole importanti, perchè vengono da uno che per qualità non è probabilmente da meno .
Come fa a trovare gli stimoli giusti anno dopo anno un giocatore come lei che qualche trofeo lo ha alzato?
“Curare il fisico e l’alimentazione è basilare.
Con il trascorrere degli anni bisogna stare sempre più scrupolosi.
Guardate Gagliarducci.
Lui ha deciso di lasciare a trentasette anni, ma con un pizzico di attenzione in più sarebbe ancora in campo (ride)…
Scherzi a parte, è fondamentale anche l’aspetto mentale.
A me fa piacere quando la gente mi dice che sono un giocatore forte e, se sento dire che c’è qualcuno che sta andando meglio di me, mi metto sotto e cerco di lavorare ancora più duramente”.
Non mi dica che in giro c’è qualcuno che può diventare il nuovo Gamboni.
“L’altra settimana mi ha colpito il sette dell’Empolitana (Cascio, ndr), quel secchetto ha giocate simili alle mie.
Ha qualità interessanti…”.
Lei ha giocato con la maggior parte dei migliori calciatori della nostra regione.
Tra quelli con cui non ha condiviso lo spogliatoio chi la stuzzicherebbe avere per compagno di squadra?
“Penso con Morelli.
Il mio amico Marco Neri mi ha sempre detto che, se io e lui potessimo giocare ai suoi lati, gli faremmo segnare cinquanta gol”.
Quest’anno ci siete andati vicino…
“E’ vero, però poi ho preferito venire qui ad Albano.
A Marco però l’ho già detto: se il campionato non riuscisse a vincerlo l’Albalonga, mi piacerebbe che lo portasse a casa lui.
Io e lui siamo troppo legati”.
Proviamo a fare il giochino delle percentuali.
Ne assegni una quota a ciascuna delle quattro squadre in lizza.
“Il Colleferro ha il 40% di possibilità di vittoria.
A noi, Nuova Itri e Serpentara assegnerei un 20% ciascuna, facendo attenzione a non sottovalutare quest’aultima.
Lucidi è un grande allenatore, mi piacerebbe essere allenato da lui in futuro.
Analogie con Gagliarducci?
Sono entrambe persone schiette e che ti dicono la verità senza girarci intorno.
Una dote comune a pochissima gente in questo ambiente”.
Al rientro ci sarà Colleferro-Serpentara.
Può essere una partita estremamente importante anche per voi.
“Prima dovremo battere la Vis Artena e non sarà semplice, perchè ci ha già fatto penare in campionato ed in finale di coppa”.
Il calendario, però, sembra sorridervi sulla carta.
“Oltre alla gara con i rossoverdi, avremo un impegno ostico con il Nettuno.
Successivamente avremo anche lo scontro diretto con la Nuova Itri, ma se giochiamo come stiamo facendo ora, li batteremo senza problemi”.