Grifone, l’intramontabile Paolo Capodaglio: “Ambiente sano e competente. Chiudere la carriera con una vittoria sarebbe il massimo”

Grifone, l’intramontabile Paolo Capodaglio: “Ambiente sano e competente. Chiudere la carriera con una vittoria sarebbe il massimo”

E’ stato il primo acquisto estivo del Grifone Calcio. Parliamo di Paolo Capodaglio centrocampista classe 1985, un lusso per questa categoria che negli anni ha fatto la fortuna di tanti club in giro per l’Italia. Più di 500 presenze tra Serie C e Serie D con le maglie di Guidonia, Teramo, Paganese, Mezzocorona, Fano, Flaminia, Palestrina, Lupa Roma, Casertana, Juve Stabia, Feralpisalò, Trastevere, Monterosi, Vis Artena e Tivoli. Giocatore straordinario dotato di una tecnica sopraffina e di una intelligenza calcistica fuori dal comune, dopo l’annata non troppo positiva dell’anno scorso al Pomezia in Eccellenza, ha deciso di ripartire dalla Promozione con tanto entusiasmo e voglia di fare bene.

 

Allora Paolo, un giocatore come te non ha bisogno di presentazioni visto il tuo curriculum. Hai deciso di sposare il progetto Grifone. Cosa ti ha convinto, visto che è la prima volta che disputi un campionato di Promozione e che ambiente hai trovato?

“Ormai alla mia età la categoria conta poco. Non ho badato a quello, bensì a trovare una società organizzata e devo dire che il Grifone rispecchia proprio quello che cercavo. L’ambizione del club con l’obiettivo di cercare di vincere hanno fatto si che accettassi la proposta e non ti nascondo che chiudere la carriera (questa quasi sicuramente potrebbe essere la mia ultima stagione di attività) con una vittoria sarebbe la ciliegina sulla torta. Ho trovato un ambiente sano, competente, con idee chiare e con tanta professionalità.”

Squadra rinnovata rispetto alla passata stagione, con un allenatore alla sua prima esperienza tra i grandi e una rosa molto giovane. Paolo Capodaglio come si è calato in questa nuova realtà e che idea si è fatto del mister e dei suoi nuovi compagni?

“Mi sono ambientato benissimo, ma come dicevo anche prima, quando uno trova una realtà sana e competente, è tutto più facile e naturale. Sono il più anziano del gruppo e infatti sto cercando di mettere a disposizione della squadra tutte le mie conoscenze calcistiche, con la volontà di poter sviluppare un calcio propositivo, fatto di tanto possesso palla per tenere testa all’avversario per più minuti durante la gara. E in questo ho ritrovato anche la bravura del mister.

Tante volte si pensa che scendendo di categoria si possano trovare persone meno competenti o compagni di squadra che magari non sono stati o non sono all’altezza di campionati superiori, e invece tutto questo è errato. La dimostrazione ce l’ho tutti i giorni durante gli allenamenti con ragazzi che nonostante gli impegni anche lavorativi vengono al campo per allenarsi con dedizione e sacrificio, addirittura anche meglio (ride) di tanti altri miei compagni in categorie superiori, partendo da un’ottima base fatta di  tecnica e tanta forza.

Molte volte la categoria dipende dalla fortuna, dalle persone incontrate negli anni, dalle possibilità che ognuno riesce o meno a sfruttare. Non sempre i giocatori bravi arrivano nel calcio che conta perchè si sà nel calcio come nella vita sono tante le componenti che devono incastrarsi.

Sono contento della scelta che ho fatto e di far parte di un gruppo così con compagni e staff tecnico di livello, e già pronti a disputare una stagione importante in un campionato difficile come la Promozione.”

Hai giocato tanti anni tra Serie C e Serie D. L’anno scorso la tua prima esperienza in Eccellenza e ora la Promozione appunto. Differenze tra le varie categorie e campionati?

“Allora la differenza più sostanziale direi più tra il professionismo e il dilettantismo è l’intensità, sia durante gli allenamenti che nelle gare. La circolazione di palla veloce e anche le competenze a livello conoscitivo del calcio, diciamo che queste sono le differenze più importanti. Poi c’è il cosiddetto fattore “testa” nell’approccio quotidiano alle varie situazioni e dinamiche che diventa determinante per ottenere risultati, ma non voglio generalizzare.”

Dopo due giornate di campionato avete collezionato una vittoria e un pari esterno con il tuo primo gol con la maglia del Grifone. Un primo bilancio tra preparazione e prime gare ufficiali?

“Il bilancio è positivo. Già durante la preparazione ho avuto fin da subito sensazioni positive e non a caso l’esordio stagionale in casa contro il Cantalice ha dimostrato questo: vittoria larga per 3 – 0 e soprattutto siamo riusciti ad esprimere un calcio propositivo con belle trame offensive.

Mentre domenica scorsa nella trasferta di Riano forse non abbiamo brillato come la prima partita, ma nonostante tutto abbiamo portato a casa un punto importante su un campo difficile e contro una squadra ben attrezzata. Ho siglato anche la mia prima rete con la maglia del Grifone che è valso il momentaneo 1-1 e comunque siamo stati bravi a rimanere compatti e concentrati. Ora testa al Valle del Peschiera.

Obiettivi del club, della squadra e soprattutto del veterano Paolo Capodaglio?

“Diciamo che gli obiettivi del club, della squadra e i miei sono gli stessi. Ovvero fare bene e cercare di primeggiare. Dalle prime chiaccherate con il Presidente ho capito subito la volontà di portare questa società sempre più in alto. E’ inutile nascondersi il nostro obiettivo è vincere. E’ stato fatto un lavoro importante durante il mercato estivo con i giusti innesti nei vari reparti. C’è tutto per fare bene e noi ci proveremo fino all’ultimo. Quindi gambe in spalla e pedalare….(ride). E poi visto che questo quasi sicuramente sarà il mio ultimo anno da calciatore spero di portare a casa un altro campionato, perchè ho avuto la fortuna di vincerne tanti e mi farebbe piacere chiudere così, con una vittoria con questa splendida società. “

 

Ufficio stampa Grifone