Dopo l’ultima esperienza fuori regione con l’Atletico Piazze, Stefano Iannotti ha deciso definitivamente di lasciare il calcio giocato per concentrarsi sul percorso da allenatore.
Dopo aver illuminato con le sue giocate e la sua qualità praticamente tutti i campi del Lazio (e non solo), per Iannottinho è arrivato il momento di appendere gli scarpini al chiodo e tuffarsi a capofitto in questa “nuova” avventura: “Già nella scorsa stagione avevo tanta voglia di allenare, ma non è arrivata nessuna chiamata e dunque ho accettato la proposta dell’Atletico Piazze. E’ nato tutto per gioco, da un post su Facebook, ma devo dire che è stata una bella esperienza condita dal raggiungimento della salvezza, obiettivo richiesto dalla società”.
Dopo le esperienze soddisfacenti nei settori giovanili di Villalba e Spes Montesacro e quella da traghettatore con l’Accademia Calcio Roma, Iannotti si sente ormai pronto per il salto nel mondo dei cosiddetti grandi: “Al momento non c’è stato nessun abboccamento e questo mi dispiace, penso di essere preparato per una panchina dopo aver vissuto qualche anno di gavetta. Ora sarà difficile trovare qualcosa, le squadre più o meno sono tutte quante fatte.
Mi dispiace perché vedo sempre le stesse persone negli stessi ruoli, come dissi qualche mese fa ai vostri microfoni servono i capelli bianchi per allenare (ride, ndr). Gente che ha vinto come Pace e Scaricamazza sono ai box, così come il mio amico Claudio Solimina. Come lo spieghiamo?
Probabilmente molti non sono a conoscenza del fatto che io voglio allenare. Mi hanno detto “devi chiamare i direttori, devi chiamare i giocatori” ma io non sono quel tipo di persona. Hanno anche detto che sono troppo giovane: li ringrazio, ma a 42 anni non mi reputo più tale (ride, ndr)”.
Tutti abbiamo ammirato lo Iannotti giocatore, straordinario, ma forse in pochi lo conoscono sotto la veste di allenatore: “Mi reputo un allenatore vulcanico che vuole far giocare bene la propria squadra stando sempre sul pezzo guidando i ragazzi. Credo molto nel gruppo e nello spirito di sacrificio.
Insomma, Iannotti allenatore non è poi tanto diverso da Iannotti calciatore.
Nella mia carriera ho avuto tanti allenatori bravi dai quali ho sempre imparato qualcosa: Solimina, Lucidi, Punzi e Pochesci tanto per citarne alcuni”.
In attesa della chiamata giusta, Iannotti non ha mai smesso di aggiornarsi: “Sto studiando, leggo molto per migliorarmi. Vado spesso a seguire gli allenamenti di squadre professionistiche per imparare dai migliori.
Mi piacerebbe avere una squadra tutta mia, giovane, frizzante, inserita in un progetto serio e solido, ma di questo periodo è difficile anche trovarne…”.
In chiusura, Iannotti parla del livello del nostro calcio: “E’ indubbiamente calato, nell’ultima stagione l’allargamento dei roster ha abbassato il livello. Prima c’erano più risorse e uomini e calciatori diversi, quando giocavo io era tutta un’altra storia”.