Il calcio è cambiato, allenatori giovani e rampanti, preparatori indispensabili: l’opinione di mister Neno Mosciatti

Il calcio è cambiato, allenatori giovani e rampanti, preparatori indispensabili: l’opinione di mister Neno Mosciatti

A cura di Mario Gaetano

L’ultima esperienza è stata a Santa Maria delle Mole in Prima Categoria. Quest’anno ha deciso di appendere il fischietto al chiodo anche se la voglia di tornare a dare direttive è tanta. Mister Neno Mosciatti ormai si è dedicato a seguire il figlio che sta facendo bene sulla panchina del Grifone. Ma lì parliamo di giovanili.


Mister Mosciatti come va la vita senza calcio?
“Sono pensionato anche se, a dire la verità, mi manca il campo. Qualche proposta c’è stata, soprattutto per quanto riguarda il settore giovanile, ma i tempi sono cambiati”.

In che senso?
“Il calcio è cambiato. Non è mai successo che dopo due risultati sbagliati salti l’allenatore. Il caso di Gioacchini (esonerato dalla Lupa Frascati la settimana scorsa ndc) è emblematico. Pur facendo bene, ha perso una partita ed è stato mandato via. In realtà non ci sono più i Montanari (Giuliano, ex presidente della favola Divino Amore ndc) di una volta…”.

Ora sono tutti allenatori…
“Sì. Sono cambiate tante cose, i giocatori sono diversi, prima non pretendevano niente ora sono aggiornati, vedono la tv, pensano e parlano. E questo diventa un problema”.

In che senso?
“L’allenatore di oggi deve capire che tipo di giocatori ha. Ora i giocatori sanno, entrano in situazioni tecnico-tattiche che non sono le loro. Non vogliono fare certi esercizi, quando perdono una partita non se la prendono ma cercano scuse improbabili o se la prendono con l’allenatore. Io ho avuto la fortuna di trovare ragazzi con la voglia di ascoltare, ed essere atleti veri, ma tanti allenatori mi hanno detto di aver avuto delle discussioni con i ragazzi perché il Francesco o il Giacomo dovevano giocare esterni ed Antonio di punta. Queste cose erano impensabili un tempo”.

Quindi?
“Se vuoi allenare devi gestire una cosa del genere. E non è una cosa da poco”.

Sono cambiati anche gli allenamenti?
“Certamente. Gli allenamenti di una volta oggi non sono più validi. Ed anche il tecnico più preparato si porta con sé i preparatori che svolgono un lavoro diverso rispetto a venti anni fa”.

Il livello degli allenatori è cambiato?
“Ci sono tanti allenatori giovani preparati che, però, devono aggiornarsi continuamente. L’allenatore deve avere personalità e studiare tutte le situazioni del calcio. Deve stare attento al gruppo, deve saperlo gestire”.

Mister ultima domanda: ma perché lei, pur avendo la possibilità, non ha sfondato?
“Ne ho avuto la possibilità ma, al momento di prendere il treno giusto, ho preferito fare altre scelte. Di una cosa sono sicuro: ho fatto sempre giocare bene le mie squadre. Io, pur non avendo certo campioni in rosa, ho frenato squadre come la corazzata Cassino, destinata a stravincere il campionato (finì a pari punti con l’Almas battendo tutti i record)”.