IL SERPENTARA HA UN MORICI IN PIU’: “QUEI DIECI MINUTI LI SOGNAVO DA SEI MESI”

IL SERPENTARA HA UN MORICI IN PIU’: “QUEI DIECI MINUTI LI SOGNAVO DA SEI MESI”

L’incubo di Matteo Morici è durato quasi sei mesi esatti.

Tanto tempo è trascorso infatti dall’intervento di ricostruzione del legamento crociato anteriore del ginocchio destro al suo ritorno in campo domenica scorsa in uno scampolo di partita a Boville Ernica.

Dalla “telecronaca” di D’Angiò all’abbraccio con Barile mille sentimenti ed emozioni contrastanti hanno attraversato la sua mente.

Ora però è tempo di sgombrarla e di tornare semplicemente a respirare a pieni polmoni l’aria del campo.

Perchè anche di lui, in questo comunque indimenticabile finale di stagione, il Serpentara BellegraOlevano ha bisogno.

 

Morici, la prima cosa che mi viene in mente di dirle è “Bentornato”.

La seconda è una domanda un po’ banale: quali pensieri passano per la testa di un giocatore durante una rieducazione lunga come la sua?

“Pensi soltanto che è dura stare lontano dal campo.

Sai che per ritornare servono dai sei agli otto mesi ed il tempo non passa mai”.

Dal successo dello scorso anno con il Serpentara in Promozione all’infortunio d’inizio stagione con il Real Monterosi, passando per il matrimonio con la sua Giulia e la nascita di Mattia.

E’ stato un anno intenso il suo…

“Beh, possiamo dire che ho attraversato tutta la gamma dei sentimenti negli ultimi dodici mesi (ride)…”.

Aveva cominciato la stagione calcistica nel viterbese.

Quando è nata l’idea di tornare a Bellegra?

“Con il Real Monterosi le strade si sono separate per loro volere a dicembre e d’un tratto io mi sono ritrovato dall’essere un calciatore infortunato all’essere un calciatore svincolato.

Da quel momento ho pensato solo a rimettermi in sesto in vista della prossima stagione, poi è arrivata la chiamata del Serpentara”.

Cosa le è stato proposto?

“Mi hanno chiesto se avessi bisogno di allenarmi e non ci ho pensato su due volte.

Il gruppo lo conoscevo bene, in più c’è un ambiente caldo, familiare.

E’ stato importante recuperare in un contesto del genere”.

Al 35′ del secondo tempo lei si è abbracciato con Barile ed ha preso il suo posto in campo.

Cosa ha provato in quell’istante?

“Un mucchio di cose.

Ho ripensato alle lunghe sedute per recuperare ed ai mille dolori che sentivo dopo l’operazione.

Nella mia testa c’era un mix di sentimenti, perchè quei dieci minuti li sognavo dal giorno in cui sono andato sotto i ferri.

All’inizio non credevo di poter rientare già nel corso di questa stagione, ma ora che è accaduto posso dire di essere fiero di me e ringraziare i fisioterapisti ed i preparatori atletici che mi hanno seguito”.

E’ vero che qualcuno ha anche fatto la telecronaca minuto per minuto di quella sostituzione?

“Sì, Luca D’Angiò, un ragazzo del ’97 che fa parte della nostra squadra.

Mentre stavo entrando, ha cominciato a dire: “Era dal lontano 24 ottobre 2014, giorno della sua operazione, che soffriva…”.

Non ce lo aspettavamo, siamo scoppiati a ridere”.

Destino vuole che lei rientri nel momento più importante della stagione per il Serpentara.

“I miei compagni si sono guadagnati con merito tutto ciò che sono riusciti a conquistare sul campo.

Rientrare così è stupendo, ma lo faccio in punta di piedi.

Se potrò dare una mano, ne sarò felice.

Altrimenti per me già il solo fatto di potermi allenare con la squadra sarà molto importante”.

Un giocatore come gestisce sotto il profilo mentale una condizione di classifica come la vostra a 180′ dalla fine?

“Io credo che bisogna concentrarsi solo sulla prossima partita e poi vedere cosa hanno fatto le altre”.

Immagino però che l’entusiasmo a Bellegra ed Olevano sia palpabile in questi giorni.

Non c’è il rischio che la concentrazione possa risentirne?

“No, la stagione scorsa insegna che questo gruppo è in grado di isolarsi e di gestire questo entusiasmo.

La squadra si sta allenando duramente e pensa solo a raggiungere il suo obiettivo”.

Per conformazione voi e l’Albalonga siete squadre molto diverse: tanto prolifici loro, quanto ermetici voi.

Io le chiedo se nota analogie tra voi e loro.

“Essendo arrivato tardi, non ho visto nè la gara d’andata, nè quella di ritorno con l’Albalonga.

Posso solo dire che loro hanno gente molto importante in squadra, un allenatore molto preparato e come noi vengono da una serie di vittorie molto importanti.

Forse la similitudine sta proprio in questo.

Comunque, voglio anche precisare che noi non abbiamo solo una grandissima solidità difensiva, ma anche un attacco di grande livello.

Gente come Petrangeli, Barile e Fazi farebbe bene in qualsiasi squadra”.

La prossima partita vi vedrà impegnati contro il Morolo.

Da ex biancorosso, la sorprende ritrovarlo in questa posizione di classifica?

“L’anno in cui sono stato a Morolo (il 2012/13, ndr) è stato un po’ diverso dagli ultimi quattro o cinque del Morolo.

In squadra c’è ancora gente che conosco ed un po’ mi sorprende che debbano lottare per la salvezza.

Mi dispiace trovarli in questa condizione di classifica, ma va detto che questo è un campionato molto strano…”.

Al di là di quello di squadra che resta facilmente ipotizzabile, quale obiettivo si pone Matteo Morici per questa fase finale del torneo?

“Il mio obiettivo, come detto, era recuperare ed essere riuscito a farlo già per questo campionato è stato bellissimo.

Ora non posso che augurarmi il massimo.

Il mio desiderio è rimettermi pienamente in forma e stare con i miei compagni anche nella prossima stagione”.