Flavio Santarelli è talento fulgido che sta dando molto a livello personale, all’interno della mediana del Savio e della Rappresentativa regionale di Giuliano Giannichedda, con cui ha appena finito di disputare il trofeo Roma Caput Mundi. Centrocampista classe 1995 di forza e fantasia, che andiamo a scoprire meglio grazie a questa intervista.
A cura di Giovanni Crocè
Flavio, in questo periodo sei chiamato ad un superlavoro tra Savio e Rappresentativa juniores del Cr lazio
Certo e non può farmi che piacere, sono qua per questo. E’ sempre stata nella mia mentalità fare una cosa per volta senza risparmiarmi mai e dopo la finalissima regionale persa l’anno scorso con gli allievi del Savio (dove vinse il titolo il team lucchese del Tau Altopascio) ed un avvio di stagione un po’ così con la Juniores di Papotto, ho tanta voglia di dare una svolta positiva alla stagione. Oltretutto c’è molta varietà nel mio utilizzo: mister Giuliano Giannichedda in Rappresentativa mi schiera da centrocampista puro, mentre Papotto al Savio mi fa divertire un po’ di più mettendomi da fantasista centrale nei 3 dietro l’unica punta nel nostro 4-2-3-1: imparo un po’ di tutto.
Quest’anno sei già a 6 reti in campionato col Savio nel girone B: riscoperte le doti da cecchino?
Sono contento anche io ma al tiro amavo andarci anche prima, ora conta la frequenza, tiro molto più spesso. Pensate che in tutta la stagione scorsa dove ho fatto sempre il titolare negli allievi del grande mister Belardo, ho segnato solo un gol alla Libertas Centocelle. C’è da dire che in quella squadra che ha vinto il titolo regionale non c’era bisogno che i gol li facessi io: Atturo, Bendia e gli altri attaccanti facevano ampiamente la loro parte.
Di quella squadra e di quella stagione a distanza di mesi cosa ti resta?
La gioia di un titolo regionale a 16 anni resterà per sempre fortissima. Così come il mio rapporto con mister Roberto Belardo che ovviamente considero per ora il mister che mi ha dato di più, gli voglio un bene pazzesco. Ed i ricordi con tanti compagni che ora sono in difficoltà o non giocano più per loro scelta come Boserup (il difensore danese che realizzò il rocambolesco gol della vittoria al 120’ della finale regionale contro l’Urbetevere sul neutro di Ostia Lido) o sono infortunati, come il nostro numero 9 Atturo. C’è anche chi ce l’ha fatta come il nostro baluardo difensivo Giura, che è al Siena Allievi Nazionali, o Montefalcone, sempre con gli Allievi Nazionali della Roma. Quella è una squadra strepitosa, che rende merito al blasone del Savio.
Qualcuno che secondo te meritava di più di quel Savio?
Mi ci alleno tutti i giorni anche adesso, è il nostro portierone Morasca, davvero, per me è sprecato in una Juniores Dilettante, è il portiere più forte del lazio secondo me, ma con questa crisi del calcio italiano magari si sono dimenticati anche di un “mostro” come lui.
Tu potevi andare da qualche altra parte?
Io in prima persona so sempre molto poco, mio padre che cura i miei interessi cerca sempre di farmi sapere solo le cose positive, e a giochi già fatti. Credo che qualcosina si potesse muovere col Parma, ma il mio presidente, Fiorentini, mi ha detto che nessuno mi ha cercato e allora ho preferito restare qua al Savio, dove sono di casa da 5 anni. Potevo andare all’Ostiamare, io che abito là vicino, ad Acilia, ma a parità di Juniores, ho scelto di fare l’elite col Savio.
La tua carriera in breve?
Semplice: ho iniziato a roma sud con l’ Oratorio Canossa, squadra per l’appunto di un oratorio vicino casa mia, ad Acilia, poi un anno alla Roma Team Sport e 4 alla Totti Soccer School, dopo di che ho rispoto alla chiamata del Savio, dove non mi sono mai mosso da 5 anni a questa parte
Sappiamo che è stata dura separarti da Luca Bendia, tuo compagno fino a pochi giorni fa passato ora al Montecelio in prima squadra, mai pensato di andare via ora anche tu?
No, perché ho dato la parola a tutto l’ambiente di continuare ad essere disponibile come punto di riferimento. Poi ovvio che pur avendo io il mio miglior amico fuori dal calcio, Luca forse era uno dei ragazzi a cui volevo più bene e con cui ho condiviso tutti gli allenamenti e le vittorie degli ultimi 5 anni per 4 volte a settimana: ovvio che mi abbia lasciato un vuoto grande, ma resto qua fino a fine stagione
Da Roma sud vai da 5 anni fino al Savio, zona prenestina: dura conciliare studio, chilometri e pallone?
Ovviamente e non sapete quanto, non ho neanche dei professori troppo comprensivi, giusto qualche giorno fa sono rientrato dal trofeo “Roma Caput Mundi” e tornato a scuola, dove mancavo da una settimana, mi sono sorbito lo stesso una gran lavata di capo da parte di una professoressa poco accondiscendente. Cerco di rispettare calcio e studio il più possibile facendomi però scivolare tutto addosso, perché la pratica sportiva deve aiutarci anche ad avere equilibrio. Devo dire grazie a mio nonno, che da quando sono piccolo mi ha portato agli allenamenti senza battere ciglio, è sempre stato un esempio per me, un esempio di dedizione.
Hai in mente quando deciderai se dedicarti ad altro oltre al calcio? Hai altre passioni?
Certo, punto a fare la scelta entro un paio d’anni, quando finirò con la scuola, col liceo, e in questo i miei genitori sono splendidi, perché mi hanno sempre lasciato grande libertà. So già cosa fare per fortuna, se non dovesse andare bene col calcio, perché voglio fare la carriera militare. Passione che ho avuto fin da piccolo, grazie al nonno che era arruolato nella Marina Militare, per fortuna non rimarrò mai indeciso sul da farsi.
Noti grandi differenze tra te che giochi in una Juniores Elite e chi alla tua età è già in Eccellenza o Promozione?
Più che altro di natura fisica, di sveltezza, di intensità nel portare il pressing e nello stare concentrato per tutta la gara senza pause. E anche ora al “Roma Caput Mundi” ho parlato tanto coi centrocampisti che nel mio ruolo già giocano in squadre dilettantistiche come lo stesso Bendia, o Bensaja del Fregene o Schiavon, da poco a Terracina, fino ad Attili della Monterotondo Lupa: cerco di rubargli qualche segreto e aspetto il mio turno per poter entrare anche io nel mondo delle prime squadre, confido che arrivi presto, molto presto
Da appassionato di calcio qual è il tuo modello e quale è il tuo calciatore di riferimento?
Sono romanista fino alla morte quindi Totti e De Rossi per esempio e temperamento,poi io essendo un centrocampista creativo ovvio che sia pazzo per Iniesta e Xavi, se vuoi vedere un passaggio o un dribbling fatto ad arte devi guardare a loro; come calcio impossibile non amare quello inglese: poche parole, gioco veloce, giocatori che non cercano ma la polemica e prendono randellate clamorose senza dare di matto o cercare di far sbagliare l’arbitro: è il calcio che mi piace.
Venendo al Savio, come mai con una squadra sulla carta tanto forte quest’anno siete a metà classifica?
Perché probabilmente tutti, io per primo, ci accontentiamo di muovere bene il pallone, di creare bei fraseggi, bel gioco, ma finalizziamo poco e siamo poco “incazzati” sotto porta: io quest’anno sono, da centrocampista, il goleador della squadra con 6 reti e l’anno scorso ne avevo fatto 1 solo. Risolto questo penso che possiamo e dobbiamo cercare di chiudere bene la stagione.
Credi al terzo posto?
Devo crederci, quantomeno dobbiamo lottare tutti uniti fino alla fine, se la Vigor Perconti era penultima e ora è a un punto dal terzo posto occupato dal Pro Roma, noi dobbiamo provare a reagire alla stessa maniera. Col mister Papotto e il Presidente Fiorentini, che ci segue come farebbe un padre con un figlio, ci siamo ripromessi di aggredire il campionato fin dalla prossima partita, per non avere l’idea di averci creduto meno del dovuto.
Grazie Flavio, ti auguriamo un grande finale di stagione anche all’imminente torneo delle Regioni
Grazie a voi e agli amanti del calcio giovanile del lazio e sempre forza Savio!