La Polisportiva Faul Cimini a 90’ da un sogno. Vittorini: “Vogliamo vivere la nostra favola fino in fondo”

La Polisportiva Faul Cimini a 90’ da un sogno. Vittorini: “Vogliamo vivere la nostra favola fino in fondo”

Seconda in classifica nel “torrido” Girone A di Eccellenza con tre punti da recuperare sulla capolista Pomezia a dodici giornate dal termine della regular season, la Polisportiva Faul Cimini si accinge a vivere una delle gare più importanti della propria giovane storia.

Acquisito un minimo, ma pesantissimo, vantaggio sugli uomini di Massimo Castagnari, i gialloneri dei presidenti Francesco Torroni e Gianni Patrizi sono pronti a viaggiare alla volta di Civitavecchia per giocarsi l’accesso alla finalissima di Coppa Italia.

È dunque destino che quello contro i nerazzurri non possa proprio essere un bivio qualsiasi per Manuel Vittorini (nella foto di Alessio De Luca, ndr) che in gara-1 ha segnato la trecentesima rete di una carriera che ebbe la sua svolta proprio in quella travagliatissima stagione in cui le sue prodezze e le capacità tattiche di Marco Scorsini riuscirono a regalare alla Vecchia una salvezza che sembrava meno che una romantica congettura solo pochi mesi prima.

Chiaro quindi che rimescolare nel calderone delle emozioni che ribollono nell’anima dello straripante bomber di Canale Monterano a ventiquattro ore da una sfida che promette scintille è un azzardo che proviamo a giocarci.

 

Se dico Civitavecchia, qual è la prima cosa che ti viene in mente?

“Di ricordi ne riaffiorano tanti.

Civitavecchia è una piazza strepitosa, con un pubblico caloroso ed una società davvero fantastica.

È una realtà che non c’entra davvero nulla con questa categoria, è la storia che parla per questo club.

In più hanno una squadra fortissima e con un giocatore come Ruggiero che, per inventiva, è il migliore in assoluto per questa categoria, senza dimenticare altri come Pippi, Cerroni, La Rosa e Funari, solo per citarne alcuni”.

È vero che ti sei commosso quando hai deciso di lasciare la maglia nerazzurra?

“Sì, è così.

Civitavecchia ha rappresentato quel trampolino che ha dato la svolta al giocatore Vittorini.

Non posso davvero negare che lì ho lasciato un pezzo di cuore per il rapporto che avevo con l’ambiente, in particolare con Ivano Iacomelli, con il mitico Ninho che ancora oggi sento.

Mi è dispiaciuto tantissimo andar via ma, si sa, è la vita stessa che ci insegna che le strade possono separarsi.

Oggi io sono completamente immerso nel mondo-Pfc, ma una parte di me tiferà sempre Civitavecchia, perché in quella piazza ho vissuto un’annata meravigliosa”.

Ormai a Vignanello sei un idolo.

Quanto conta per te sentire l’amore della gente nei tuoi confronti?

“Per me è davvero un’emozione stupenda essere entrato nel cuore della gente.

Credo che il bello dello sport sia proprio questo.

Quando qualcuno si aspetta tanto da te, sei spinto ad andare anche oltre le tue possibilità.

Pensa ad esempio a quanto accade ad Immobile che con la Lazio segna tantissimo, ma non riesce a fare altrettanto quando veste la maglia della Nazionale.

Finora abbiamo disputato una grandissima stagione sia in coppa che in campionato.

Ora siamo in ballo e non ci resta che ballare”.

Domenica scorsa quella con l’Astrea poteva rappresentare la classica buccia di banana e invece da squadra matura siete andati a vincere anche a Primavalle, dando dimostrazione di maturità e consapevolezza.

“Non prendetela per la solita frase fatta, ma questo è davvero un grande gruppo.

Siamo consapevoli che abbiamo davanti una grande squadra come il Pomezia e che non sarà semplice riprenderli, ma perdere con l’Astrea e finire a sei punti da loro avrebbe significato tanto.

Noi però sapevamo di non poterci permettere il lusso di sbagliare, non c’è venuto il braccino.

Dovevamo vincere ed abbiamo vinto, dando ancora una volta dimostrazione di essere una grande squadra.

La strada davanti a noi è tortuosa e piena di ostacoli, ma la squadra c’è sempre stata quando serviva e questo va evidenziato.

Questo è un campionato molto difficile e ce lo stiamo giocando con altre tre squadre fortissime.

Io credo che nessuna delle concorrenti in lizza abbia qualcosa da invidiare alle altre”.

Spesso in giro si dice che il livello medio sia calato nelle ultime stagioni.

Da fuori ho la sensazione che voi giocatori invece vi stiate divertendo da matti in un torneo impegnativo ed equilibratissimo come il Girone A.

È così?

“Lo si sente dire spesso che una volta in campo c’era più qualità e probabilmente è anche vero, però non sempre si sottolinea che i ritmi sono profondamente cambiati rispetto a prima.

Oggi si va al doppio ed eseguire un gesto tecnico quando la velocità è alta non è semplice.

Questo vale per la Serie A, ma vale anche tra i dilettanti, dove devi essere formato come atleta”.

Civitavecchia, Tivoli e Frascati rappresentano dei grandissimi nomi nel firmamento del calcio laziale.

Essere arrivati a giocarvi l’accesso alla finalissima con simili mostri sacri cosa rappresenta per una realtà meno popolosa come Vignanello?

“Per noi è davvero un sogno misurarci con top club abituati ad altri placoscenici.

È meraviglioso vivere questa favola, però attenzione: non sarebbe corretto dire che non abbiamo nulla da perdere.

Da perdere abbiamo l’accesso ad una finale, cosa che non capita tutti i giorni.

Per la Pfc arrivare a giocarsela equivarrebbe a scrivere la storia, quindi vogliamo provare ad arrivarci ed a godercela”.

All’andata è servito un tuo guizzo per sbloccare una gara estremamente equilibrata.

Domani che tipo di match ti aspetti?

“Di fronte si troveranno due squadre che negli ultimi anni si sono affrontate tantissime volte.

Personalmente non credo che partiranno subito all’arrembaggio, perché un gol si può fare anche al 90’.

Mi aspetto una partita a scacchi sulla falsariga di quella della scorsa settimana.

Secondo me il loro è il gioco più bello del girone, ma ognuna l’affronterà a modo suo e cercando di esprimere al meglio le proprie caratteristiche.

Sarà una sfida aperta ad ogni risultato.

Loro sono forti, ma lo siamo anche noi.

Faremo il nostro gioco ed alla fine vedremo chi avrà avuto ragione”.

Mercoledì sarà il quarto confronto stagionale tra voi ed il Civitavecchia: ormai voi ed i nerazzurri vi conoscete alla perfezione.

Qual è la loro caratteristica alla quale dovrete prestare maggiore attenzione?

“Loro esprimono davvero un gran gioco, componente che sul loro campo viene ulteriormente accentuata.

Sono decisamente temibili negli spazi stretti e spesso tendono ad appoggiarsi a Ruggiero, un calciatore che ha una classe ben superiore alla media e che può decidere una partita con una semplice giocata.

Cosa che è avvenuta anche domenica scorsa contro l’Aranova.

I pericoli però verranno da tutte le parti: hanno Pippi, che magari non sarà più giovanissimo ma in area di rigore è sempre un rapace, Proietto che rientra dalla squalifica, Funari che è un esterno incredibile, e poi ancora La Rosa, Cerroni…

Insomma, il Civitavecchia è una squadra di grande qualità e completa.

Io però credo tanto nella Pfc, che anche domenica mi ha dato l’ennesima dimostrazione del suo valore”.

Quale messaggio ti senti di indirizzare ai tifosi della Pfc alla vigilia di questo match che profuma di storia?

“A chi potrà farlo chiedo di venire a sostenerci, perché anche una singola persona che tenga per noi può fare la differenza.

Noi ce la metteremo tutta per portare Vignanello a vivere un appuntamento storico la settimana prossima.

Che vinca il migliore, dunque, sperando che sia la Pfc”.