LA RINASCITA DI CICCARELLI: “DICO GRAZIE SOLO A ME STESSO ED A CHI IN ME CI HA SEMPRE CREDUTO”

LA RINASCITA DI CICCARELLI: “DICO GRAZIE SOLO A ME STESSO ED A CHI IN ME CI HA SEMPRE CREDUTO”

All’inferno e ritorno.

Probabilmente la metafora è ardita, ma in qualche misura riassume il cammino calcistico di uno che qualche anno fa stava per seguire Moscardelli a Trieste o a Verona e che poi ha dovuto rinascere dalle proprie ceneri, ripartendo dai campi polverosi e spesso dimenticati del Girone D di Promozione.

Questa è la storia di un attaccante che tra i grandi poteva arrivarci e che per lavarsi definitivamente l’anima da una cocente delusione ha scelto quasi di oscurarsi, lasciando che il velo della memoria cadesse sugli occhi di quelli che una decina d’anni prima gli battevano le mani e volevano essere suoi amici a Guidonia.

Questa è la storia, semplice ma bella, di Mauro Ciccarelli, trent’anni, professione: centravanti.

Uno che ha dovuto segnare quasi cento gol in quattro anni di Promozione per riguadagnarsi un posto in Eccellenza.

Uno che la classifica dei bomber già l’ha vinta un paio di volte nella categoria inferiore e che ora può calare il tris nel massimo campionato regionale.

 

Ciccarelli, cominciamo dal momento del Pomezia: venite da due sconfitte consecutive.

Cosa succede?

“Succede che, dopo sei risultati utili consectivi, arrivano le feste e ti rovinano tutto.

Ad Itri non abbiamo giocato una buona partita, mentre domenica scorsa abbiamo il rammarico di averne persa una al novantesimo, dopo che di occasioni ve ne erano state da una parte e dall’altra.

Già ad inizio stagione abbiamo vissuto un periodo difficile.

Vorrà dire che supereremo anche questo e ci rialzeremo”.

Avete ragionato sui motivi di questi improvvisi black-out?

“Credo che derivino essenzialmente dal fatto che la nostra è una squadra comunque molto giovane e che può pagare errori dovuti alla mancanza di esperienza.

Il Pomezia, per caratteristiche, ha un organico che probabilmente nel Girone A farebbe una figura migliore.

Il B è un raggruppamento fisico, agonistico e questo si può pagare”.

Continuate a subire gol su palla inattiva però.

Una tendenza proseguita anche contro il Nettuno.

“Purtroppo sì, ne abbiamo incassati troppo.

Sotto questo aspetto, non siamo ancora riusciti a trovare la quadratura.

Il mister ci sta lavorando e sono convinto che riusciremo a migliorare”

Che rapporto ha con Punzi?

“Ottimo, direi.

Quando suo padre Michele era direttore sportivo a Guidonia, lui veniva spesso al campo e praticamente mi ha visto crescere.

Il mister è stata la persona che mi ha permesso di rimettermi in carreggiata e di tornare a giocare in Eccellenza dopo qualche stagione ed è stato sempre lui a mantenere inalterata la fiducia nei miei confronti anche quando, ad inizio stagione, le cose non andavano per il verso giusto.

Lui conosce alla perfezione le mie caratteristiche, tecniche ed umane.

Spero di ripagarlo con i numeri”.

Perchè ha dovuto realizzare quasi cento reti in quattro stagioni nel campionato di Promozione, prima che al piano superiore si accorgessero di nuovo di lei?

“Non so spiegarlo neppure io.

La mia carriera è stata particolare.

Probabilmente tutto è nato da una scelta sbagliata: quella di andarmene da Guidonia, dove ero capitano in Serie D.

I problemi veri sono cominciati allora.

Da lì è cominciato un periodo fatto di alti e bassi, nel quale ho deciso di ripartire dalla Promozione”.

E dire che, anni fa, il treno giusto per lei stava passando…

“Sì, nell’anno in cui con la Berretti fummo sconfitti solo nella finale-scudetto dalla Juventus potevo ripercorrere le orme di Moscardelli.

Si erano interessate il Chievo e la Triestina, ma poi non se ne fece più nulla.

Ora però non ci penso più, anzi dico solo grazie a me stesso, alla mia famiglia ed alle persone che mi sono sempre state vicine, se dopo quattro anni di purgatorio ho riassaporato il gusto di giocare in Eccellenza”.

Dodici gol al termine del girone d’andata significano scommessa vinta da parte del Pomezia.

“Se non avessi sbagliato un rigore ad Itri, avrei realizzato lo stesso numero di reti dell’attuale capocannoniere, Giglio.

Peccato, ma per me è comunque un onore averne già fatte dodici e dividere questo traguardo con un altro attaccante che non ha bisogno di presentazioni come Troisi.

Aver segnato tanti gol rappresenta un riconoscimento importante per me, ma direi anche per la società che ha avuto il coraggio di scegliere un ragazzo che comunque proveniva dalla categoria inferiore”.

La classifica dei bomber è un obiettivo concreto per lei?

“L’ho già vinta due volte, militando nel Girone D di Promozione, e sarei onorato di ripetermi anche in Eccellenza.

A dire il vero, però, non ci penso più di tanto.

Spero semplicemente di dare il mio contributo per l’obiettivo della squadra, che era e rimane una tranquilla salvezza”.

Domenica arriva una Semprevisa reduce da un periodo non semplice e dal recente cambio di allenatore.

Che partita si aspetta?

“Loro hanno vinto solo due partite finora e di queste una era contro di noi.

Siamo consapevoli di dover vincere domenica, anche perchè un successo ci permetterebbe di allungare sulle formazioni in lotta per la salvezza, però dobbiamo prendere l’impegno con le molle.

Hanno giocatori di qualità come Pessia, Reali e Corvo ed il cambio di allenatore porta sempre vivacità all’interno di uno spogliatoio, quindi massima attenzione”.

Su quale aspetto deve migliorare principalmente il Pomezia, a suo giudizio?

“Come detto, pecchiamo di esperienza.

Dobbiamo crescere sotto il profilo della cattiveria.

Abbiamo un’arma in più però…”.

Quale?

“Il nostro allenatore.

Punzi è preparatissimo, non tutti hanno un tecnico del genere.

Noi dobbiamo restare tranquilli e seguirlo”.

Immagino che anche voi seguiate la lotta per il titolo.

Secondo lei, chi è la favorita?

“Credo che il Colleferro sia una squadra importante e con giocatori di assoluto valore, come Morelli, Sfanò, Iozzi e tutti gli altri.

Sono già due o tre anni che mirano a salire di categoria ed a mio avviso questo sarà l’anno buono.

Per il secondo posto non trascurerei il Serpentara, che ha le carte in regola per arrivare, e non darei neppure per spacciato il Cassino, che gode di un pubblico capace di farlo giocare in trasferta come se fosse in casa e che, recuperando entusiasmo, può ancora dire la sua”.

Mauro Ciccarelli ha fissato invece un obiettivo di carattere personale per questa stagione?

“Io desidero solo ripagare la fiducia di quelle persone che hanno creduto in me, togliendomi la soddisfazione di fare del mio meglio anche in questa categoria.

Non faccio proclami.

Non prometto di realizzare un certo numero di reti, perchè queste cose non m’interessano.

Ritornare in Eccellenza e segnarne già dodici al giro di boa rappresenta già di per sè un traguardo importante ed a settembre ci avrei messo la firma.

Vincere la classifica dei marcatori sarebbe un sogno, ma la cosa che considero realmente più importante di tutte è continuare a lavorare con umiltà, perchè la vita mi ha insegnato che tutto ciò che è costruito attraverso il sudore ed i sacrifici va sempre rispettato”.