Da qualche giorno Mauro Carboni non è più alla guida della Juniores Nazionale dell’Ostiamare.
Il tecnico ha svolto un lavoro eccellente, portando i canterani biancoviola alle soglie del titolo tricolo ed arrendendosi solo ai tiri dagli undici metri, al termine di una tiratissima semifinale con quella Recanatese che successivamente si sarebbe fregiata dello scudetto di categoria.
Carboni sarebbe stato confermato con grande piacere dal club di patron Luigi Lardone, ma l’ex allenatore delle giovanili della Roma ha manifestato con sincerità al sodalizio di via Amenduni la voglia di tornare a cimentarsi con i dilettanti.
Fari su possibili chiamate che giungano dalla Serie D, dove il tecnico ha già avuto modo di lavorare in passato con Albalonga e Palestrina, o dall’Eccellenza, senza però omettere di tracciare un doveroso bilancio sull’avventura lidense.
“Ad Ostia ho vissuto un anno bellissimo, andando ben oltre le aspettative iniziali – esordisce ai nostri microfoni il mister – Insieme a Lorenzo Tarquini, che da qualche anno a questa parte collabora con me, ed ai ragazzi siamo partiti lo scorso 16 agosto e, piano alla volta, attraverso il lavoro e lo spirito di sacrificio dei ragazzi ci siamo resi conto di avere tra le mani una buona squadra.
Dopo aver chiuso il girone al terzo posto, abbiamo fatto benissimo nei play-off, chiudendo con un pizzico di rammarico per l’esito della lotteria dei calci di rigore contro la Recanatese.
Al di là del risultato sportivo, comunque, mi piace sottolineare la crescita dei ragazzi che, a mio modo di vedere, rappresenta il vero obiettivo di un settore giovanile.
Sono orgoglioso che ragazzi come Giannini, Sarrocco, Saltalamacchia ed altri abbiano avuto modo di esordire in prima squadra”.
Merito delle linee-guida di un club che le sue giovani speranze se le costruisce in casa.
“Con mister Greco mi sono trovato benissimo – prosegue Carboni – Ha sempre seguito il nostro lavoro con interesse ed oltre all’allenatore ho potuto apprezzare il valore della persona.
Lo stesso dicasi per il direttore sportivo Fabio Quadraccia, che ci è stato vicino sempre ed in maniera discreta.
Insomma, si è formato un gruppo di lavoro coeso e molto collaborativo.
L’Ostiamare interpreta alla perfezione il sentiero tracciato dal presidente Lardone: è una società scrupolosa, attenta ai dettagli e, cosa da non trascurare, equilibrata.
Lasciare una realtà come quella biancoviola mi è dispiaciuto moltissimo, ma talvolta la vita ti induce a cercare stimoli per affrontare sfide diverse”.
La speranza è dunque quella di riaffacciarsi sui palcoscenici più nobili del dilettantismo, dunque in Serie D oppure in Eccellenza.
“Quel poco che sono riuscito a conquistare nella mia carriera da allenatore è stato costruito attraverso il lavoro e la forza di volontà – riflette il tecnico – Non ne ho mai fatto una questione di categoria: sia che allenassi gli Allievi Nazionali, sia che mi trovassi a lavorare con gente di trent’anni ho sempre avuto lo stesso approccio con i miei giocatori.
Ora vorrei tornare ad allenare una prima squadra.
Mi sento di poter dare ancora tanto, qualche offerta l’ho già ricevuta e la sto valutando…”.
L’allenatore non fissa scadenze.
“Firmerò quando sentirò che è arrivata l’occasione giusta.
Se accadrà domani, tra una settimana o tra un mese non avrà importanza.
Dovrò semplicemente accorgermi che tra me e la società ci sia quella condivisione degli obiettivi e, possibilmente, quel confronto pulito e competente che ho trovato ad Ostia.
D’altronde, io sono convinto che un uomo debba sempre porsi degli obiettivi per poter dare il massimo”.
Finalino dedicato alle sue esperienze legate al Torneo Beppe Viola.
La trentacinquesima edizione si è appena conclusa con grande successo e l’allenatore ricorda con piacere i tempi in cui ne fu protagonista.
“Il Torneo Beppe Viola è cresciuto di anno in anno, diventando una manifestazione sempre più importante e prestigiosa grazie alla presenza di tante società di rango e grazie all’attenta organizzazione di Raffaele Minichino e del suo staff – chiude Carboni – Ho avuto modo di vincerlo con il Savio e poi con la Roma, quando la kermesse prevedeva anche la presenza delle società professionistiche.
Ricordo con grande piacere l’emozione che provavano i ragazzi quando prendevano parte alla Champions League del calcio giovanile”.