A cura di Mario Gaetano
Si avvicina il tempo della vendemmia e, contemporaneamente ai chicchi d’uva, uno ad uno cominciano a cadere gli allenatori.
In D fa notizia l’esonero di Corrado Urbano, un valente mister che, evidentemente, non è riuscito a ripetere, a Cassino, quanto fatto da Imperio Carcione il quale, piuttosto a sorpresa, è stato esonerato dalla Gelbison, pur essendo a metà classifica nel proprio girone (Serie D raggruppamento I) ma nella sua città fece benissimo lanciando giovani e meravigliando una piazza trasferitasi in massa (oltre 2000 persone in certe occasioni) al Salveti. Di Carcione piaceva quel gioco sbarazzino e quella sfrontatezza di imberbi giovanotti chiamati ad affrontare vecchie volpi dell’Interregionale. Con Urbano, invece, il Cassino aveva pensato ad una stabilizzazione della squadra nelle posizioni medio alte della graduatoria inserendo un tasso tecnico superiore con qualche giocatore esperto in più. Dopo otto giornate si torna indietro. Sei sconfitte in otto partite (solo il Montespaccato ha fatto peggio…) hanno invitato la dirigenza a cambiare registro. Proprio come ha fatto la Gelbison con Carcione, senza perdere altro tempo.
Sulla panchina biancoazzurra va a sedersi Davide Mancone, 43 anni, un allenatore che per due anni ha fatto vedere bel calcio e belle cose in quel di Gaeta. Domenica scorsa, però, il 3-0 di Anagni ha certificato il suo allontanamento dalla società dell’omonimo Golfo. Il tempo di una dormita ed ecco arrivare la chiamata del Cassino, compagine gloriosa a cui è impossibile dire no. Il destino di Urbano e Mancone, insomma, si è deciso domenica, tra le 13 e le 17 (ma entrambi erano già sulla graticola) ed esattamente il giorno dopo, il bravo e preparato Mancone è già al lavoro in una categoria superiore. Evidentemente non era così scarso. Evidentemente è stata riconosciuta una bravura che, a Gaeta, non è decollata in queste sette giornate di Eccellenza. Per chi avesse qualche dubbio, poi, sui metodi di allenamento di Mancone ricordo che lui ed il suo staff curano con meticolosità ogni fase tanto da arrivare ad usare droni per spiegare il perché di alcuni movimenti (sia difensivi che offensivi). Parallelamente si registrano i saluti di mister Fumagalli dalla panchina del Ceccano (dentro Fabio Gerli) e, soprattutto, di Stefano Scaricamazza che saluta Rieti alla prima sconfitta in campionato, dopo il ko accusato contro la Monti Prenestini. In questo calcio basta una partita persa e saluti la panchina. Al suo posto è arrivato Andrea Mosconi, allenatore di grande esperienza e personalità. Tutti questi cambi (ed ancora non è finita…), certificano una cosa: l’impazienza e la difficoltà di grandi squadre e grandi società nell’allestire compagini in grado di ben figurare nei campionati di appartenenza.
In diverse piazze, infatti, giocatori e tecnici vengono messi sotto esame alle prime avvisaglie e non certo perché manchi la fiducia nel singolo (come Aldo Gardini) ma perché i risultati globali sono quelli che sono e Viterbo (ad esempio), da anni, non vede giocare campionati professionisti al Rocchi. In più guardare la classifica e trovare i gialloblù con 9 punti dopo 7 giornate in 12^ posizione è francamente deludente. E poi l’Aurelianticaurelio con l’esonero di mister Daniele Lo Monaco e dentro Giulio Di Cori.





