A cura di Alessandro Bastianelli.
La sorpresa più inaspettata, e per certi versi anche gradita, di questo primo scorcio del campionato di Eccellenza viene da un paese di poco meno di seimila anime al confine tra Lazio, Umbria e Abruzzo.
Dopo tre giornate di campionato la Vigor Acquapendente comanda il Girone A a quota sette punti, insieme a Montecelio e Civitavecchia; una quota importante di questo successo è costituito dal bottino in campionato del cecchino Giuseppe Danieli, autore sinora di cinque reti, ma la squadra della Tuscia ha confermato un condottiero che proprio qui ad Acquapendente sta trovando la propria dimensione, ovvero il mister Fatone.
Abbiamo contattato il presidente Ragni per cercare di carpire i segreti di questa ardita neo promossa, ed il massimo dirigente della Vigor non ha avuto dubbi sul fattore che più sta incidendo in questo inizio di stagione: “Fatone è un allenatore eccezionale, che sa far giocare bene la sua squadra ma che, soprattutto, ha delle grandissime doti umane. E’ una persona schietta che sa tenere unito lo spogliatoio e non guarda in faccia a nessuno, né ai giovani né ai più anziani, sa come si tiene unito un gruppo formato da giovani ed esperti, senatori e neo arrivati”.
La prova, secondo il presidente, è proprio “il pareggio guadagnato in extremis alla prima giornata contro l’Almas Roma. Ci abbiamo creduto sino alla fine e abbiamo ottenuto il parI all’ultimo minuto, segno di un gruppo che crede molto in sé stesso”.
Le sorti del Girone A di Eccellenza sono apparse agli addetti ai lavori ben più aperte del B, dove Colleferro e poche altre sembrano destinate a scrivere le regole del gioco. Anche Ragni è d’accordo su questo discorso, rigettando però la tesi che il raggruppamento A sia qualitativamente peggiore del B: “Per quanto ho potuto osservare, non mi sembra un girone scarso il nostro, sinora ho visto solo squadre che sanno giocare a calcio e che dispongono di giocatori importanti, come il Villanova che abbiamo battuto in casa nostra. Non ci sono partite facili ed ogni gara è una storia a sé; questo vale maggiormente per noi che siamo una neo promossa e che dobbiamo sudarci i tre punti tutte le domeniche”.
La testa, infatti, è già al prossimo impegno con il Cre.Cas, a cui Ragni riconosce “un organico forte ed alcuni singoli di gran qualità; sarà una partita difficile, sappiamo bene qual è la loro forza dato che li abbiamo affrontati, perdendo, la scorsa stagione nella Coppa Italia di Promozione. Ce la giocheremo a viso aperto, ne sono sicuro”.
La Vigor Acquapendente, oltre a disporre di uno splendido impianto per la categoria, il Dante Vitali, sembra poggiarsi su una struttura societaria solida.E’ questo fattore, a detta di Ragni, che aiuta la società “ad attrarre i giocatori importanti anche in un periodo economicamente difficile come quello che stiamo attraversando.
Se posso permettermi – aggiunge con orgoglio Ragni – c’è una tendenza, sia nel calcio che in altri ambiti, a voler sempre fare il passo più lungo della gamba. Qui non abbiamo i mezzi e i fondi che altre squadre si vantano di avere, ma cerchiamo di convincere gli atleti e i dirigenti con il nostro progetto e con la puntualità dei pagamenti. A fine mese i miei ragazzi ricevono sempre lo stipendo, e loro apprezzano questa sicurezza rispetto ai proclami che potrebbero trovare altrove.”
Mosche bianche in una regione che, nel corso degli anni, ha visto sin troppi sprechi e fallimenti anche nelle fila del dilettantismo. E’ proprio il Lazio il posto giusto per la Vigor Acquapendente?
Magari nel campionato umbro una squadra così ben assemblata potrebbe ambire, sin da principio, a giocare un campionato di vertice, ma Ragni è convinto della bontà delle scelte societarie: “In passato si è parlato di spostarsi in Umbria, mentre la Toscana è ancor più scomoda del Lazio ed è stata sempre fuori dai nostri pensieri. Alla fine siamo rimasti qui e siamo contenti di confrontarci con un campionato così competitivo, ma in futuro mai dire mai.”
Beneficio del dubbio che, noi di Sportinoro, ci prendiamo anche in vista della lotta al vertice in un girone, come l’A, davvero aperto a tutto. Dopo un inizio del genere, il “mai dire mai” è un mantra piuttosto azzeccato per questa piccola ma forte realtà provinciale.