Di Alessandro Bastianelli.
Roberto Chiappara cerca una cura per l’affanno del suo Ostiamare.
Mal di vittoria, poco cinismo, dategli il nome che volete, ma i tre punti in casa Ostiamare mancano da più di un mese, precisamente dal 13 Dicembre, quando a cadere all’Anco Marzio fu il Cynthia.
Prestazioni positive e buoni momenti però non sono mancati. Diversi fattori rendono l’ex giocatore di Treviso, Empoli, Spezia e Cisco Roma fiducioso sulla ripresa del suo gruppo.
Abbiamo provato a scrutarli in vista di domenica, quando all’Anco Marzio sarà il turno di un’altra delusa dell’ultima ora, l’Albalonga.
Mister, uno sguardo all’ultima gara con l’Astrea: la loro vittoria è stata un exploit oppure denota i soliti problemi da trasferta dell’Ostiamare?
Né uno né l’altro, io guardo le cose come stanno: abbiamo giocato su un campo in condizioni vergognose, inaccettabili per la nostra categoria.
Per noi che proviamo sempre a giocare il pallone è stato un problema, soprattutto dal momento che ci siamo trovati a rincorrere. L’Astrea ha orchestrato la sua partita chiudendosi in difesa dopo aver ottenuto il vantaggio, ma nonostante avessimo creato alcune buone occasioni non siamo riusciti a pareggiarla, noi non abbiamo lesinato impegno.
Non siamo un periodo fortunato, questa è l’unica certezza.
Prossima gara con l’Albalonga: che Albalonga si aspetta e che Ostiamare vedremo senza Massella?
L’Albalonga è una squadra forte, maschia, non verranno qui a giocare di rimessa.
Sicuramente proveranno a pressare alto e a metterci in difficoltà con l’intensità, come il loro DNA gli prescrive.
Noi, anche senza Massella, proveremo a giocare il pallone consapevoli che ci vorrà un surplus di agonismo.
A proposito, le va dato atto che la sua squadra ha sempre cercato di proporre calcio, ma non crede che in Serie D occorra badare più al sodo che al gioco?Il Lazio è ambiente difficile dove far calcio?
Io ho fatto solo il professionista, al di là del Lazio conosco poco le altre realtà quindi non saprei risponderle nel complesso.
Però conosco me stesso, e come allenatore non posso mancare di rispetto ai giocatori che alleno.
Per me è doveroso che un allenatore metta l’accento sulla preparazione individuale e sulla crescita, il mio obbligo è quello di migliorare sempre il prodotto tramite il lavoro durante la settimana.
A dire il vero, piacerebbe anche a me poter speculare sul risultati, arroccarci e ripartire in contropiede, ma purtroppo non ne siamo capaci: abbiamo un’attitudine ariosa e a proporre gioco, che sia un difetto o un pregio noi siamo così (ride ndr) e dobbiamo continuare a essere noi stessi.
Quest’anno oltretutto è quasi un obbligo dover migliorare, con tanti ragazzi giovani a mia disposizione.
La classifica Giovani di valore vi vede al primo posto nel vostro girone.
È quello il vostro scudetto?
Questo per noi è, in generale, un anno molto particolare, l’anno 0.
In estate abbiamo rifatto il look alla rosa, decidendo di mantenere solo un ristretto gruppo di giocatori esperti attorno ai quali costruire l’Ostiamare del futuro.
La classifica “Giovani D Valore”, insieme alla posizione tranquilla di campionato, attesta il nostro valore e inorgoglisce tutti, da Lardone agli stessi giocatori, anche se naturalmente qualcosa la paghi. In certe partite, con un pizzico di esperienza in più, avremmo fatto punti, ma a noi sta bene così e vogliamo giocarcela con queste armi.
Siete la quinta miglior difesa del campionato: Piroli è pronto per una professionista?
Credo sia un giocatore molto sottovalutato.
Piroli è nell’ombra solo per chi capisce poco di calcio. È un difensore importante per entrambe le fasi, un ragazzo maturo in grado, come Angeletti e D’Astolfo, di portare quella mentalità professionistica che per me è l’educazione allo sport.
Adesso è nel pieno della sua maturazione, si trova lì lì per fare il salto, la differenza è sottile: per colmarla, è necessario che qualcuno si accorga di lui..