La serenità dettata dalla consapevolezza del proprio lavoro.
Del resto, chi lo conosce bene sa che Stefano Del Canuto assai difficilmente travalica gli argini, ma analizza sempre con compostezza e lucidità la situazione.
Il pari di domenica scorsa a Capena, con i suoi sul doppio vantaggio alla mezz’ora del primo tempo grazie ad un super Faina e poi rimontati a cavallo dei due tempi dalla Boreale, altrove lo si sarebbe vissuto con malcelato rammarico.
Lui non cede alla tentazione, anzi plaude ai segnali che la sua beata gioventù riesce comunque a trasmettergli settimana dopo settimana in un campionato avvincente in testa quanto in coda.
“Con molta sincerità sono soddisfatto di entrambi i tempi giocati dai miei ragazzi a Capena – commenta sicuro il tecnico gialloverde – In una partita fortemente caratterizzata dal vento, i nostri primi quarantacinque minuti sono stati ottimi.
Peccato per le reti incassate.
Quella dell’1-2 è coincisa con il primo tiro della Boreale verso la nostra porta, mentre la seconda, in apertura di secondo tempo, è scaturita da un cross di De Gennaro che il vento ha fatto sbattere prima sulla traversa e poi sul palo, prima di entrare in rete.
Peccato, certo, però sono anche contento che una squadra giovane come la mia non abbia accusato il colpo dopo essere stata rimontata.
Anzi, verso la fine il nostro velocista Jonathan Bruno ha avuto anche l’opportunità di riportarci in vantaggio.
Comunque, va bene così.
Non dimentichiamo che affrontavamo una delle migliori difese del campionato e che non abbiamo schierato due come Bellacima e Nami che per noi rappresentano quello che per altri sono calciatori come Gamboni ed Alfonsi”.
Incamerato il punto contro i biancoviola, ora la mente è già proiettata verso il prossimo impegno che vedrà i viterbesi affrontare una delle squadre più in forma del torneo, il temibile Cre.Cas. Città di Palombara di Baiocco.
Del Canuto rammenta l’incredibile gara d’andata, in cui a rimontare furoni prorio i suoi a discapito della squadra allora allenata da Fazzini.
“Quel giorno probabilmente incapparono in una giornataccia, ma noi fummo comunque bravi a crederci ed a ribaltare il risultato – dice il mister viterbese – Parliamo sicuramente di una squadra costruita per vincere e non troppo diversa nei nomi da quella che ci trovammo di fronte alcuni mesi fa.
Noi l’affronteremo per quelle che sono le nostre qualità.
Siamo una squadra sbarazzina, poco catalogabile.
Quando gli allenatori avversari preparano una gara da giocare contro di noi, non sanno mai cosa aspettarsi dal Montefiascone…”.
I risultati recenti di squadre come il Monterotondo ed il Grifone Monteverde hanno accorciato la classifica anche in coda, dove si prevede un rush finale apertissimo.
“Il vero rammarico del mancato colpaccio di domenica scorsa sta nel non esser riusciti ad agganciare il trenino di squadre a quota 24 – analizza Del Canuto – Dal gruppone tiro fuori la Pro Calcio Tor Sapienza che presto si risolleverà ed il Civitavecchia che, quanto ad organico, ritengo all’altezza dello stesso Cre.Cas.
Mi dispiace per gli amici dell’Almas e dell’Atletico Vescovio, ma credo che lotteranno insieme a noi ed agli altri fino al termine della stagione”.
Nel frattempo, il campionato sta fornendo spunti interessanti.
“Percepisco un torneo da ricambio generazionale, dovuto alle scelte, anche un po’ obbligate, dei club di seconda fascia – riflette l’allenatore – Noi abbiamo gli stessi punti del campionato scorso, quando però avevamo in rosa gente come Nencione, Cesarini, Serafini e Renzani.
In questo torneo si stanno affacciando calciatori che magari non hanno un nome altisonante, ma comunque in grado di garantire un buon contributo”.
I bilanci si fanno alla fine, complicato chiedere al tecnico di scrutare nel proprio futuro.
“Pochi giorni fa ho fatto un’analisi con la dirigenza – conclude il tecnico – Prendendo in esame le prime diciannove giornate, in undici casi abbiamo schierato cinque giocatori under e nelle altre il numero è salito a sei o addirittura sette, fermo restando che i cosiddetti “grandi” sono comunque calciatori classe ’93 o ’94.
Questo traguardo il Montefiascone se lo era posto all’inizio di questo ciclo, quando si è deciso di costruirceli possibilmente da soli i giocatori per poi raccogliere i frutti nel prossimo futuro.
Già in partenza sapevamo di poter andare incontro a qualche stagione di sofferenza in questo modo, per poi magari ritrovarci una squadra competitiva per traguardi diversi.
Una prospettiva che m’intrigherebbe molto vivere, anche se predire il futuro non è semplice.
Montefiascone rappresenta per me una seconda famiglia e con il presidente Minciotti ho un rapporto speciale.
Ciò non toglie che nel calcio tutto può accadere.
Dopo qualche anno trascorso insieme, la squadra potrebbe aver bisogno di vedere una faccia diversa dalla mia nello spogliatoio, così come io potrei avere stimoli maggiori da una nuova esperienza.
Vedremo, adesso è tutto molto prematuro”.