Il calcio, come la vita in genere, regala spesso sorprese che sfuggono a qualunque logica. Tanto in positivo quanto in negativo, e può succedere in qualunque ambito, calcio comprso, ad ogni latitudine. Questa è la storia di Nicholas Di Mario, portiere classe 1991, che a metà giugno 2012 ha concluso giocando ad alto livello e sempre da titolare un campionato difficile come quello di Eccellenza, dove era inserito nel girone B, allenato da Attilio Gregori. Spareggi promozione vinti contro grandi avversari come i toscani della Fortis Juventus ed i bergamaschi del Villa D’Almè (società poi fallita poco dopo). Una volta salito in serie D, il giovane portiere ex Fregene, Aprilia e Cisco Roma (dove ha fatto tutta la trafila delle giovanili) non è più stato impiegato, tra campo e panchina e da ieri è proprietario del suo cartellino e del suo destino, essendo svincolato.
A cura di Giovanni Crocè
Nicholas Di Mario, da quei fantastici giorni della promozione dall’Eccellenza in serie D è cambiato tutto, forse troppo, e non hai più giocato una partita ufficiale con la Lupa Frascati, cosa è successo?
Una volta ottenuta la promozione, dopo aver vinto gli spareggi ed essendo arrivati in serie D, sarei dovuto andare, d’accordo con la società, al Giulianova, in abruzzo, in Seconda Divisione. Una società gloriosa (88 anni consecutivi tra i professionisti, maggior vincitrice del campionato Berretti, conquistato 5 volte, n.d.r.). Purtroppo, i giallorossi giuliani sono poi falliti proprio questa estate per problemi finanziari (ed ora sono ripartiti dall’Eccellenza Abruzzese), e del mio contratto non se n’è fatto nulla, sono rimasto alla Lupa Frascati.
E alla Lupa, cosa è cambiato?
Non appena appreso del fallimento della trattativa con il Giulianova, ho saputo immediatamente e con grande correttezza da parte della società che non rientravo nei piani della Lupa Frascati. Il nostro D.s. Luci mi ha avvisato prontamente che per il campionato di Serie D la società voleva puntare su un portiere giovane, o meglio, più giovane di me, in età di lega, per risparmiare un posto in mezzo al campo e riservarlo ad un calciatore di esperienza. Quest’anno io non sono più un giovane cosiddetto “under”, che rientra nel numero di quelli che devono giocare da regolamento federale, il limite è fissato nei classe 1992.
Non hai provato ad andare altrove appresa la decisione della società?
La regola che mi penalizza e che tutti conosciamo è legata alla mia età, ed è valida anche in tutte le altre categorie dilettantistiche, dentro e fuori regione. Paradossalmente più sali di livello, ad esempio dove dovevo andare io nella ex serie C2, e più questa “mania” del portiere giovane non esiste, perchè non esiste la regola dei 4 under da schierare obbligatoriamente nell’arco della gara. Tra i professionisti invece il portiere lo vogliono esperto, anziano. Anche abbassando le proprie pretese, cercando una nuova squadra magari in Eccellenza, dove sono già stato col Fregene, o in serie D, dove da under ho vinto il campionato con l’Aprilia, il discorso sarebbe stato lo stesso.
E allora sei rimasto, ma sei ancora contrattualizzato con la Lupa?
No, da ieri però ho anche ottenuto lo svincolo e sono libero di cercarmi una nuova squadra, in Italia o, come piacerebbe di più a me e a tutto il mio entourage, all’estero. La voglia di cambiare ambiente e magari, nazione, è tanta. Fin dal ritiro umbro di Amelia (provincia di Terni), sede del recente ritiro estivo della Lupa Frascati, sapevo del mio destino che sostanzialmente era quello di essere fuori rosa, ma con la facoltà di allenarmi sempre con i miei compagni, pur senza percepire più alcun rimborso economico. Per la possibilità di allenarmi ringrazio la società ed il Presidente Cerrai che con me è sempre stato squisito. Ho comunque un buon tono muscolare e mi manca sopratutto il ritmo partita.
Non hai mai chiesto neppure di poter essere impiegato da fuoriquota nella Juniores Nazionale della Lupa Frascati?
A quello non ho mai pensato, ma anche perchè non sono abituato a proporre io le soluzioni, certo se la società me lo avesse detto magari ci avrei pensato, per restare in allenamento e perchè il campo, ripeto, mi manca tremendamente. Nella mia vita ho sempre ottenuto tutto ciò che ho impegnandomi, dando un contributo, poi erano sempre gli allenatori che sceglievano se meritassi di giocare o meno. Oltretutto in quella categoria ci devono giocare dei 17-18enni che devono terminare la loro formazione, non devo rubare il posto a uno Juniores
Ora che è a tuo svantaggio, giustamente la critichi, ma più in generale come valuti la regola dell’obbligo degli “under” in campo tra i dilettanti?
Anche quando ne traevo vantaggi perchè “dovevo” giocare secondo me era profondamente ingiusta, e quando guardavo negli occhi un portiere più grande di me, magari di poco, che stava fuori per questo, mi veniva il dubbio se io fossi tra i pali perchè più forte o perchè l’aiuto dato dal regolamento era decisivo. Credo che tutto nasca da un presupposto sbagliato culturalmente, ovvero che in Italia non si dà fiducia ai giovani spontaneamente, e allora c’è bisogno di obblighi regolamentari che non fanno altro che creare distorsioni, situazioni anomale come la mia, dove a 20 anni sei un “giovane” e a 21 sei “vecchio” e non servi più.
Il tuo più grande amico è dentro o fuori dall’ambiente calcio? Chi ti ha aiutato maggiormente a vivere questo brutto periodo?
L’amicizia nel calcio è molto rara, può anche esistere, ma i miei più grandi amici sono legati all’infanzia, può capitare che giochino a calcio ma non li ho conosciuti grazie alla pratica del mio sport preferito. Una volta sei in uno spogliatoio e puoi restarci 5 anni, o 6 mesi, e dunque molti calciatori sono diffidenti, non si affezionano all’ambiente, per paura di rimanere scottati. Ci può stare, ma se sono tifoso di una squadra, al di là della mia Roma, questa è la Lupa, rimarrò sempre legato ai bei ricordi della promozione in serie D nonostante tutto. In questo periodo di soli allenamenti la mia famiglia e la mia ragazza mi hanno dato tutta la forza per sopravvivere, sportivamente ma anche emotivamente. Ma soprattutto, ora che forse con la riapertura del mercato vedo la luce, devo dire grazie soprattutto a me stesso, che so tenermi tanta rabbia dentro e ho avuto tanto tempo per pensare, e per rinforzare un carattere che credo sia già piuttosto forte. Il calcio è sempre stata la mia vita, ho smesso di studiare a 17 anni, e stare 5 mesi senza stipendio, è dura per qualsiasi lavoratore e il calcio è la mia professione. A pensarci bene però un amico vero nel calcio c’è!
Di chi si tratta?
Lo conoscono sicuramente tutti gli appassionati, e curiosamente purtroppo ha un destino simile al mio. E’ Davide Barrago, mio coetaneo e ragazzo che anche lui, da portiere titolare ha vinto l’anno passato, non un decennio fa, il titolo di Eccellenza con l’Ostiamare. Come ripetevo prima, ci conosciamo perchè abbiamo fatto le elementari insieme, siamo entrambi dello stesso quartiere, Acilia. E anche lui è penalizzato da questa assurda regola degli under, ma almeno, come gli ripeto sempre quando ne parliamo, Barrago in panchina ci va regolarmente e qualche volta quest’anno ha anche giocato e viene pagato dalla società.
In conclusione, dove ti piacerebbe giocare e quale campionato ti affascina maggiormente?
Io, in base a quel che mi dice il mio procuratore, so che nel giro di 10 giorni potrebbero esserci delle novità dalla nostra Serie C o dalla Svizzera (dove gioca anche un altro ex Ostiamare, e Fidene, l’attaccante Cristian Massella, classe 1990, attualmente nel campionato elvetico nel Bellinzona in Challenge League, l’equivalente della nostra serie B). Il campionato più bello, almeno per un portiere invece, credo sia quello inglese, a prescindere dalla Serie. Anche nelle divisioni inferiori, il numero 1 britannico è chiamato a parate spettacolari usando il fisico e scontrandosi con gli attaccanti senza la garanzia che l’arbitro fischi immediatamente la carica al portiere, e a me piace così.
Grazie Nicholas, e in bocca al lupo per il tuo futuro calcistico!
Grazie a te e a chi ha voluto darmi l’opportunità di dare una voce a questa mia voglia di ripartire più forte di prima e un saluto a tutti i calciofili della nostra regione.