Ieri il Gup del Tribunale di Cassino Aneglo Valerio Lanna in sede di primo grado giudizio abbreviato ha sentenziato che il presidente del Gaeta Calcio Mario Belalba non si macchiò del reato di estorsione nei confronti di un ex calciatore ma di esercizio arbitrario delle proprie ragioni.
Reato quest’ultimo che è stato punito con due mesi di reclusione.
Ma la cosa importante è l’assoluzione proprio per il reato di estorsione.
A difendere il massimo dirigente biancorosso gli avvocati Vincenzo Macari e Pasqualino Magliuzzi.
La vicenda risale al gennaio del 2013.
Il giudice dunque ha accolto quanto sostenuto dalle difese, derubricando il reato e sospendendo la pena.
Per conoscere le motivazioni bisognerà attendere 90 giorni.
Poi si saprà se il presidente Belalba intenderà procedere in Appello per annullare il reato contestatogli.
Nel primo pomeriggio di ieri le prime parole di Belalba lasciavano trasparire un misto di commozione e di soddisfazione.
”E’ la fine di un incubo, di un qualcosa di triste, pesante, umiliante che mi si è abbattuto addosso come un macigno – ha commentato il dirigente biancorosso – Sfido chiunque a ritrovarsi dietro le sbarre e su tutti i giornali con i titoloni….
Da quel brutto giorno ho dormito poco e male, ho perso il sorriso e condotto la vita di tutti i giorni ma sempre scandita da una certa malinconia.
Ed anche la mia famiglia, che mi è stata molto vicino ha sofferto molto.
Chi mi conosce non ha avuto mai dubbi sulla mia indole buona e sulla mia integrità morale. Attenderemo di conoscere le motivazioni del reato minore che mi è stato attribuito e poi i miei legali decideranno se andare in Appello.
Ringrazio tutte le persone che da subito mi hanno espresso solidarietà e mi sono state vicine, anche chi ora non c’è più.
Ora lasciatemi godere questo momento di serenità, di gioia…” .
Le parole, come si intuisce, lasciano spazio a qualche lacrima, decisamente comprensibile.
(Ufficio Stampa Pol. Gaeta)