Cambia l’organigramma a Monterosi.
Il club biancorosso ha infatti reso noto che dopo dodici anni di presidenza Flaminio Cialli ha ritenuto opportuno lasciare la poltrona di massimo dirigente a Luciano Capponi.
Cialli rimarrà comunque nella dirigenza come presidente onorario.
Di seguito riportiamo la nota ufficiale (in puro stile “capponiano”) della Nuova Monterosi.
Una storia intrigante narra che il faraone (non stiamo parlando di El Shaarawy!) impiegasse 12 anni di addestramento per assurgere al trono.
Attraverso cicli di tre anni che si moltiplicavano per quattro (=12) passava attraverso “esperienze” che gli consentivano di incarnare il “potere divino” e di potersi quindi fregiare del titolo di faraone.
È altresì interessante che il protocollo pretendeva l’ingresso dell’eletto dai “piedi” del tempio, per poi salire progressivamente fino alla testa, entrando soavemente nelle stanze segrete della piramide.
Che c’entra, direte voi, con un sito pallonaro? Siamo alle solite, non si dà il giusto valore alla palla che rotola, emblema eclatante delle sfericità planetarie.
In virtù insomma di tutto ciò, ci siamo permessi di creare un parallelo tra il faraone e il nostro caro Flaminio, all’anagrafe Cialli.
Perché lui, egli, entrava nel mondo del calcio in seconda categoria (dai piedi) e in dodici anni di indefesso lavoro e alacre determinazione trasportava la sua squadra in serie D: mica male!
Che lui ora si schernisca e demandi il merito ad un tal Presidente Etico entrato in “tackle” deciso nella società, fa solo onore e testimonia la sua onestà intellettuale.
E così, nell’ultima cena (ma solo perché non ce n’è stata un’altra che verrà presto) il buon Cialli si alzò dalla sedia e sgorgando fiumi di emozioni annunciò alla squadra:”Ho raggiunto un sogno: la serie D! E dopo dodici anni…(vedete? Torna tutto!) ho deciso di lasciare la carica di Presidente a Luciano Capponi perché…(e il citato Presidente attendeva lumi)…perché, dicevo, lui scrive meglio”.
La sala scoppiò in un fragoroso applauso, mentre una lacrimuccia birbante decise di sgorgare dall’occhio sinistro di Cialli. La squadra intera, lo staff tecnico e i responsabili No Fair No Play tributarono un caldo omaggio al combattente e l’eco si propagò in tutte le valli della Tuscia e fino ai confini nazionali.
Nel silenzio che seguì, intervallato dai respiri ansiosi degli astanti, il nuovo Presidente si alzò tremante e impose al Cialli la carica di Presidente Onorario a vita, carica accettata con ulteriore commozione.
Con la promessa e la certezza che il proseguo dell’avventura non avrebbe cambiato gli equilibri raggiunti e che la chiave del nostro successo, l’amicizia, avrebbe continuato a nutrire il nostro sogno.
E così un semplice “comunicato stampa” è stato stravolto dalla penna del nuovo Presidente, a testimoniare una volontà inossidabile volta a cambiare equilibri oramai vecchi e logori, metafora come sempre di un calcio da rifondare se non di un’intera società. Ed ora il nuovo Presidente, seduto a quel tavolo che ogni mattina, all’alba, lo vede giostrare con la sua penna idee e sogni tracciati su un blocco a quadretti grossi( gli piace così) si ferma un attimo ad osservare la sua penna e dolcemente le sussurra: “Buongiorno Presidente, gradisce un caffè?”.