Quella che conduce al 5 febbraio, data fatidica in cui presumibilmente si conosceranno i destini delle categorie regionali del calcio dilettantistico in Italia, sarà una settimana molto intensa.
La possibile ripartenza del Campionato di Eccellenza continua a far discutere società ed addetti ai lavori e la spaccatura tra coloro che auspicano il ritorno all’attività agonistica e quelli che invece ritengono che la stessa vada procrastinata a tempi migliori è sempre più marcata.
Pino Porcelli è certamente uno di quelli che del maledetto virus che da un anno ormai scandisce i tempi delle nostre giornate può parlarne compitamente.
Il tecnico dell’Ottavia ne è rimasto contagiato poco più di due mesi fa e sta ancora pagando sulla propria pelle le conseguenze del covid.
“So perfettamente cosa voglia dire, sia a livello fisico che a livello psicologico, risultare positivi – racconta il mister dei romani – Per me è stata un’esperienza terribile e mi fa rabbia chi lo sottovaluta.
Dobbiamo sempre ricordare il tributo pesantissimo di vittime che ci ha costretto a pagare il virus ed avere per chi ci ha lasciato un enorme rispetto.
Il 2020 andrebbe cancellato dalla storia”.
Un’opinione inconfutabile e che porta a riflessioni dirette in vista di quella eventuale ripresa dei campionati di cui tanto si dibatte.
“Io sono assolutamente contrario, a meno che non ci forniscano protocolli applicabili, rigidi e che soprattutto vengano incontro alle problematiche, anche di natura economica, delle società – incalza Porcelli – Anche il presidente Andrea Braconi è in linea con il mio pensiero.
La ripartenza sarebbe fattibile, solo a patto che il costo dei tamponi fosse interamente a carico del Comitato Regionale Lazio o della Lega Nazionale Dilettanti.
Con zero introiti da mesi, sarebbe impossibile chiedere ai club di Eccellenza un sacrificio di circa trecento euro alla settimana per effettuarli.
A quello dei tamponi aggiungo anche il grande tema delle sanificazioni degli spogliatoi.
Nella nostra regione ci sono realtà che ti mettono a disposizione locali angusti, dove bisogna cambiarsi in venticinque prima di una partita.
Chi potrebbe garantire che essi siano stati sanificati appena prima di una partita?
Tanto varrebbe spogliarsi all’aria aperta…
Con la salute non si può scherzare ed io posso dirlo a ragion veduta, credetemi”.
La componente che sembra più favorevole alla ripresa del campionato è quella dei calciatori.
“Mi hanno riferito che anche anche uno dei nostri calciatori ha dichiarato in un’intervista che appoggerebbe la ripartenza, ma i giocatori ragionano in questo modo perché pensano ai rimborsi spese.
Secondo me, devono abituarsi a cambiare mentalità.
D’altronde, se non ci si può allenare come si faceva prima per cinque volte alla settimana, che tipo di rimborso si può avere?”.
Ora non resta che attendere le decisioni degli organi competenti.
“Ovviamente anche noi dell’Ottavia ci atterremo a ciò che verrà stabilito – chiosa Porcelli – Io resto dell’avviso che la soluzione più praticabile sarebbe quella di ripartire a settembre con i recuperi delle gare rinviate per poi riprendere direttamente dalla sesta giornata di campionato.
Per quanto riguarda invece il settore giovanile, dove moltissimi ragazzi hanno perso praticamente due stagioni ed alcuni di loro vivrebbero il paradosso di poter giocare in Eccellenza senza aver mai disputato una gara con gli Allievi, si potrebbe riprendere l’attività tra i mesi di maggio e giugno con la disputa di alcuni tornei”.




