Ottavia, Porcelli fissa l’obiettivo: “Il prossimo anno l’Eccellenza non deve sfuggirci. Coverciano? Vi spiego perché mi ha cambiato la vita…”

Ottavia, Porcelli fissa l’obiettivo: “Il prossimo anno l’Eccellenza non deve sfuggirci. Coverciano? Vi spiego perché mi ha cambiato la vita…”

Quella che si concluderà ufficialmente il prossimo 30 giugno è stata una stagione molto importante per mister Pino Porcelli, dal momento che ha permesso all’esperto tecnico romano di tagliare due traguardi di enorme prestigio come le mille panchine in carriera e la conquista del patentino Uefa A a Coverciano

Obiettivi che hanno reso giustamente orgoglioso l’allenatore e che gli hanno trasmesso una carica ulteriore in vista della prossima annata agonistica.

La sua Ottavia, inserita in quello che dalla maggior parte degli osservatori era considerato il raggruppamento di Promozione più complesso dei cinque e che pure aveva cominciato benissimo, alla lunga non è riuscita a tenere il passo di Aranova e Romulea anche a causa di qualche infortunio di troppo che ha minato le certezze di una rosa rivelatasi non troppo profonda.

Forti dell’esperienza dell’anno passato ed anche di qualche aggiustamento nel management, in via delle Canossiane dirigenza e staff tecnico stanno lavorando alacremente alla costruzione della rosa che proverà senza mezzi termini a centrare il salto di categoria.

Già cominciano a girare alcuni nomi di assoluto spessore, ma per assegnare loro i crismi dell’ufficialità prudenza impone di attendere la settimana che verrà.

Per parlare di mercato ci sarà tempo, nel frattempo l’occasione di scambiare qualche riflessione con il fresco “laureato” Porcelli è troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire.

 

 

Mister, hai dichiarato spesso che frequentare il corso a Coverciano ha radicalmente cambiato il tuo modo di vedere il calcio.

Puoi spiegarti meglio?

“È vero e lo confermo: finora avevo fatto pallone, a Coverciano ti insegnano a fare calcio.

Mi riferisco all’approccio con lo spogliatoio, al modo in cui ci si relaziona con i calciatori ed a quello in cui si legge una partita.

Il tutto grazie alle spiegazioni di docenti eccezionali come Mario Beretta, ex allenatore di Siena, Lecce e Torino, cui era affidata la parte tecnico-tattica, Felice Accame, che ci ha fatto comprendere l’importanza decisiva della comunicazione nel nostro ambito, e Matteo Cioffi, al quale spettava il compito di illustrarci il ruolo della psicologia, specie quando devi raggiungere l’obiettivo che hai in mente.

Non mi stancherò mai di ripeterlo, frequentare il corso ti cambia il modo di intendere il calcio.

È stato bellissimo, Coverciano ti cambia il modo di pensare”.

Qual è l’insegnamento più importante che hai tratto da questa esperienza?

“Se devo scegliere, punto sugli insegnamenti di mister Beretta.

Prima di andare a Coverciano, io ero abituato a vedere le partite in modo superficiale, soffermandomi magari sulle belle giocate dei singoli.

Dopo tanti anni di calcio fatto “a modo nostro”, ho compreso che le gare vanno viste in maniera diversa, analizzando soprattutto gli aspetti da migliorare e gli errori dei singoli.

Io sono riuscito a realizzare questo sogno dopo 33 anni ed auguro a tutti gli allenatori di vivere questa esperienza.

Intorno a me c’era gente con centinaia di presenze tra i professionisti e sentire uomini come Floccari, Cois, Magnanelli, Peluso o Dainelli chiamarmi mister nonostante io abbia allenato al massimo in Eccellenza mi ha davvero riempito di orgoglio”.

A proposito, è vero che hai provato a convincere Sergio Floccari a tesserarsi per un periodo con l’Ottavia qualche mese fa?

“Assolutamente sì, lui sta ancora benissimo sotto il profilo fisico e per me farebbe ancora la sua ottima figura in Serie B.

Sarebbe venuto molto volentieri per le ultime cinque o sei partite di campionato, ma purtroppo motivi logistici gliel’hanno impedito.

Con Sergio abbiamo comunque stretto una bellissima amicizia e adesso che lui entrerà a far parte della dirigenza del Monza in qualità di responsabile della formazione Primavera gli segnalerò volentieri alcuni 2005 interessanti che giocano nel Lazio”.

Oltre che con Andrea Zappavigna, fresco sposo dell’Aureliantica Aurelio, hai condiviso le lezioni e creato i presupposti per una bella amicizia anche con un altro volto noto del calcio laziale come il tecnico del Colleferro Stefano Scaricamazza, nonostante tu sia la sua bestia nera da sempre…

“Sono pronto a scommettere che Andrea Zappavigna raggiungerà traguardi importanti nel corso della sua carriera.

È preparatissimo sotto tutti i punti di vista e non a caso fa già parte dello staff delle nazionali in qualità di match-analyst.

Per quanto riguarda Stefano Scaricamazza, prima di Coverciano non avevamo rapporti.

Quando ci si incontrava quasi ci si salutava a fatica, poi l’ho conosciuto meglio ed ho trovato un ragazzo splendido.

Il primo giorno ci siamo incontrati a bordo del treno e da lì abbiamo cominciato a parlare ed a conoscerci.

Io credo che nel nostro ambiente spesso si parla per invidia e senza conoscere in maniera approfondita gli altri, così spesso ci si crea un’idea distorta degli altri.

Adesso io e Stefano siamo grandi amici e stiamo già organizzando un’amichevole per la fine di agosto tra la mia Ottavia ed il suo Colleferro, mettendo in palio un pranzo.

Visti i nostri precedenti, gli ho detto di prepararsi a pagarlo (ride)…”.

Ora c’è da preparare la prossima stagione con la tua Ottavia.

Con quali propositi state progettando l’annata che verrà?

“Già quest’anno avevamo l’obiettivo di tornare in Eccellenza, poi purtroppo siamo stati penalizzati da alcuni infortuni, specialmente da quello di Petricca, e nel girone di ritorno abbiamo perso molti punti.

Abbiamo pagato le carenze di una rosa che si è rivelata troppo corta, quest’anno però non ci casco più.

Voglio un’alternativa per ogni componente della rosa.

Il presupposto è avere due squadre in una.

L’ultima stagione mi ha anche insegnato che per un allenatore non è possibile fare tutto da solo, quindi avrò accanto a me un secondo, un match-analyst e mio fratello Luigi nel ruolo di direttore sportivo in sostituzione di Iannicelli.

Mi preme sottolineare che con Bernardo, che saluto, abbiamo lavorato meravigliosamente bene per quattro stagioni, ma al termine di quella appena conclusa per una serie di fattori da parte della società è emersa la volontà di cambiare qualcosa.

Luigi era già vicino alla squadra nell’ultima stagione dopo una breve parentesi a Monterosi ed aveva manifestato il desiderio di lavorare con i grandi dopo tanti anni spesi nel settore giovanile.

Sono stati gli stessi giocatori, con cui ha costruito un bellissimo rapporto, ad invogliarmi a puntare su di lui.

Devo dire che sta lavorando molto bene da quando è stato ufficializzato il suo ingresso in società”.

Puoi già darci qualche nome tra i confermati e magari tra i profili valutati?

“Tutti i calciatori della passata stagione sono stati confermati, quindi gente come Petricca, Cervini, Paloni e Rambaldo sarà ancora con noi.

Per quanto riguarda i volti nuovi, preferisco attendere ancora qualche giorno, anche se di fatto abbiamo già raggiunto l’intesa con tre o quattro elementi…”.

La scorsa stagione ti ha regalato grandi soddisfazioni come i mille gettoni di presenza in panchina e l’accesso al corso Uefa A.

Quali obiettivi si pone adesso Pino Porcelli nel breve e medio periodo?

“Non ho dubbi: voglio riportare l’Ottavia in Eccellenza.

Senza se e senza ma.

Se ci riusciremo, mi dedicherò ad un ruolo da direttore tecnico, affidando la panchina ad un tecnico di spessore che avrà il compito di dare l’assalto alla Serie D, perché è lì che vorremmo portare questa società”.