Intervista al nuovo allenatore dell’Albalonga Paolo d’Este che torna ad Albano dopo aver trascorso due anni in Serie D sempre con l’Albalonga: sostituisce l’esonerato Giuseppe Di Franco
a cura di VALERIO D’EPIFANIO
Buongiorno mister, è arrivata la conferma del presidente Camerini: Paolo D’Este torna ad Albano ed è il nuovo allenatore dell’Albalonga. Quali sono le sue prime sensazioni?
“Io conosco molto bene Albano, ho fatto due anni di Serie D ad alto livello terminando l’avventura con i play-off nazionali. All’epoca avevo un gruppo di ragazzi straordinari e sette di loro andarono a giocare nei professionisti. Ho un ottimo ricordo di tutto l’ambiente, non c’è voluto molto per convincermi”.
La squadra è stata costruita per vincere: lei crede che ci sia bisogno di ritoccare qualcosa a livello d’organico e a livello tattico?
“A livello tattico sicuramente, a livello di organico non si può perché è rimasto pochissimo tempo. La squadra è valida, non ci possiamo lamentare. Logicamente i ragazzi dovranno giocare con uno spirito diverso e con le idee che porterò sul tavolo. Un giudizio su Toscano? Non l’ho mai allenato in carriera e da avversario era temibilissimo. E’ un giocatore che ammiro e il ragazzo ha fatto tantissimi gol nonostante non sia al 100% perché soffre di una tendinopatia cronica. La squadra comunque secondo me comunque un gioco ce l’ha altrimenti non avrebbe fatto questi punti in classifica. Io ce la metterò tutta per ottenere l’obiettivo di vincere ma senza dimenticare mai comunque il lavoro di Di Franco perché per metà campionato la squadra l’ha condotta lui. Anche se dovessi arrivare a meta sarebbe imprudente prendersi tutti i meriti, li dividerei con Di Franco”.
Ha a disposizione un intero girone di ritorno per portare l’Albalonga nuovamente in Serie D: cos’è che secondo lei non ha funzionato fin qui? Cosa dirà oggi quando vedrà per la prima volta la squadra?
“Io ho visto la gara di domenica perchè sono stato invitato da due giocatori che militano nel N.S.Maria delle Mole e hanno anche segnato entrambi: si tratta di Giuffrida e Panella che ricordo con piacere. Secondo me non c’è un motivo principale che ha portato al cambio di tecnico, è anche un momento sfortunato e se avesse vinto ieri io non sarei qui. Cosa dirò appena arrivato? Innanzitutto detterò le regole perché in ogni ambiente se non ci sono le regole non si va avanti e poi metterò in chiaro quello che si può fare e quello che si deve fare. L’allenatore non serve solo a dare istruzioni a livello tattico, deve fare anche lo psicologo, a volte deve essere un padre. Bisogna trovare equilibrio, forza e la rabbia per vincere un campionato”.