Sono giorni di attesa e di pensieri per Rodolfo Pisa di Monterosa (nella foto in compagni del presidente Stefano Vaccari e del Responsabile del Settore Giovanile, Daniele Santilli)
Rudy, capitano e da cinque stagioni colonna portante dell’Atletico Vescovio, domenica scorsa ha subito un brutto infortunio.
Il suo ginocchio ha fatto crack a metà secondo tempo durante la sfida con la Guardia di Finanza.
Giovedì si saprà se oltre al menisco ed al legamento collaterale abbia riportato danni seri anche il crociato.
Se così non fosse, i tempi di recupero del forte centrocampista biancorosso sarebbero certamente più rapidi e Rudy potrebbe dare il proprio contributo alla causa in vista dell’appassionante rush finale.
L’Atletico Vescovio, che poco più di undici anni fa disputava la sua prima partita ufficiale in Terza Categoria, sta vivendo probabilmente uno dei momenti più importanti della sua giovane ma splendida storia.
Secondo in classifica nel Girone A di Promozione, domenica prossima l’undici di Christian Argento giocherà nella tana della Boreale, capolista imbattuta del torneo.
Il momento è topico: giusto che parli uno dei leader della squadra.
Pisa di Monterosa, abbiamo saputo del suo infortunio.
Come sta?
“Il morale non è decisamente quello dei giorni migliori.
Non mi resta che attendere un paio di giorni per avere il responso definitivo da parte del medico.
L’aspetto positivo è che pare che il legamento crociato sia solo sfilacciato, allungato, ma non rotto.
Peccato doversi fermare in questo momento…”.
Soprattutto perchè venite da quattro successi consecutivi e domenica andrete ad affrontare la Boreale.
Che squadra è la capolista?
“I dati dicono che subiscono pochissime reti, segno che sono certamente una squadra solida e compatta.
In più hanno fatto acquisti importanti a dicembre”.
Però i dati riferiscono pure che non segnano moltissimo, anche se dispongono del miglior realizzatore del torneo.
Vuol dire che, bloccato Di Gennaro, si è trovata la soluzione?
“Non penso sia così.
Certamente Di Gennaro sta facendo una grande stagione ed i suoi sedici gol non sono pochi.
Sicuramente se non segna lui, lo farà qualcun altro”.
Voi seguite una filosofia diversa: miglior attacco e ben quattordici giocatori andati in rete.
“Questo è vero.
Noi di certo non puntiamo tutto su un solo giocatore, ma ci basiamo sulla qualità del nostro gioco e sul gruppo.
Servello, Amici, Barra, Belli: quando ci affrontano, c’è da stare attenti a tutti.
Domenica scorsa è stato decisivo Sandulli che finora non aveva ancora segnato.
E’ il gruppo la nostra forza”.
Siete pronti mentalmente per affrontare una squadra che non ha ancora perso una partita?
“Sì, questa squadra è maturata molto dall’inizio del campionato.
Nelle ultime quattro partite abbiamo battuto squadre come Tolfa e Guardia di Finanza, acquisendo consapevolezza.
D’altronde, alti e bassi ci stanno nel corso di una stagione.
O sei il Chelsea di Mourinho, o qualche punto qua e là lo perdi…”.
Nel vostro processo di crescita quanto ha influito l’arrivo di Argento?
“Senza nulla togliere a mister Casadei, con il quale purtroppo le cose non sono andate per il verso giusto, devo dire che Argento ci ha restituito entusiasmo, a partire dagli allenamenti: divertenti e stimolanti.
A livello tattico, la nozione più importante che ci ha trasmesso credo sia l’aggressività e la determinazione ferrea in fase di recupero-palla.
Quando perdiamo il pallone, saliamo subito e cerchiamo di recuperarlo”.
Parliamo dell’ambiente-Atletico Vescovio.
Un unicum nel panorama dilettantistico.
“Probabilmente l’aggettivo giusto per definirlo è “meraviglioso”.
Io ho avuto anche esperienze nel professionismo (alla Cisco Roma, ndr) e ricordo le classiche gelosie ed i personalismi di giocatori che pensavano solo a se stessi.
Da noi giocare diventa quasi un fatto secondario rispetto al resto.
Quello che conta è l’appartenenza, il senso di unione reciproca di gente che gioca insieme da anni.
Da noi se non giochi non provi rivalsa verso un tuo compagno di squadra, ma la settimana dopo cerchi solo di fare del tuo meglio per conquistarti un posto in squadra”.
Il tutto con il sostegno di una tifoseria sempre presente.
“Loro sono una marcia in più, ma non sono corpi estranei rispetto alla squadra.
Quei ragazzi sono dei nostri.
Quando organizziamo delle cene, loro sono insieme a noi.
In occasione di quella di Natale eravamo 120, tra dirigenti, giocatori, amici ed amici degli amici (ride)…”.
Secondo lei, l’Atletico Vescovio è pronto per il grande salto tra le big della regione?
“Io dico di sì.
Questo non è un campionato come quelli precedenti, in cui c’era sempre la schiacciasassi di turno.
Quest’anno vedo molto equilibrio e per noi potrebbe essere l’anno giusto, visto che in squadra si sono ritrovato insieme tanti buoni giocatori”.
La partita con la Boreale sarà determinante?
“Non penso sia determinante, ma di certo sarà importante non perdere per non vedere troppo ampliato il distacco.
Loro hanno certamente più da perdere ed in più c’è anche un altro dettaglio da non sottovalutare…”.
Quale?
“Noi domenica avremo quasi terminato gli scontri diretti.
Ci rimarranno solo quello contro la Compagnia Portuale (il 22 marzo, ndr) e quello contro il Santa Severa, che invece giocheremo all’ultima giornata, quando i giochi potrebbero anche essere già fatti.
Quanto a calendario, stanno messi peggio loro…”.
Tra le big del torneo chi l’ha impressionata maggiormente?
“Io la penso molto diversamente dai miei compagni.
Per me chi è destinato a venir fuori alla lunga è la Compagnia Portuale.
Contro di noi non ha giocato una grandissima partita, ma dispone comunque di gente in grado di risolvere la partita da sola come Ruggiero.
Un’altra squadra che darà filo da torcere a tutti sarà certamente il Tolfa.
Fare punti da loro sarà molto complicato per tutti”.
Come finisce Boreale-Atletico Vescovio?
“Io credo che loro interpreteranno la partita con un atteggiamento coperto.
Mi aspetto una gara molto equilibrata”.
Pur di vedere l’Atletico Vescovio nel massimo campionato regionale, cosa sarebbe disposto a fare?
“Qualsiasi cosa, limiti non me ne pongo.
Il Vescovio in Eccellenza sarebbe una poesia ed un insegnamento per il calcio dilettantistico.
Forse qualcuno comprenderebbe che per raggiungere obiettivi importanti non servono centomila euro, ma passione, spirito di sacrificio e senso di appartenenza ad una maglia”.




