Domenica scorsa il Pomezia ha centrato l’ottavo risultato utile consecutivo in campionato, anche se contro un’Ottavia solida e ben messa in campo la capolista non è andata oltre uno 0-0 che ha permesso alle inseguitrici di accorciare le distanze nei piani alti del Girone A di Eccellenza.
Al di là del rammarico di non esser riusciti a conquistare i tre punti, resta comunque la soddisfazione di aver concluso la quarta partita di fila senza incassare reti, un dato che evidenzia ancora una volta la grande solidità dei rossoblù e le qualità di un reparto difensivo che sin qui ha dovuto raccogliere appena quattro reti in fondo al sacco.
Da questo assunto s’imposta la conversazione con Alessio De Angelis (nella foto di Salvatore Cannata – Calcio Pometino, ndr), passato in estate alla corte di patron Bizzaglia per dare il proprio contributo di talento ed esperienza alla causa pometina.
Partiamo dal pari casalingo di domenica scorsa con l’Ottavia.
Che partita è stata?
“E’ stata una partita che abbiamo dominato, ma che non siamo riusciti a vincere nonostante i ripetuti tentativi.
Loro si sono chiusi e più passava il tempo, più diventava difficile venirne a capo.
Probabilmente anche il gran vento che soffiava si è rivelato un fattore, ma in sintesi è stata la classica gara che puoi giocare fino al giorno dopo senza trovare la via del gol”.
Ad eccezione della W3 Maccarese, le vostre rivali si sono tutte avvicinate.
A tuo giudizio, qual è quella più pericolosa in assoluto?
“Secondo me, il nostro girone è molto equilibrato ed ogni domenica rischi di perdere punti con chiunque.
Noi ovviamente sappiamo di essere una squadra importante e che molto dipende da noi, ma nel torneo non mancano davvero altre formazioni molto attrezzate.
Essere considerati i favori non ci pesa, anche se siamo consapevoli che ogni settimana i nostri avversari danno quel qualcosa in più per batterci”.
Anche a Pomezia stai dimostrando di essere ancora uno dei portieri più forti della nostra regione.
Dove si trovano gli stimoli per mantenere un livello come il tuo dopo tante stagioni?
“Provo sempre a mantenermi in forma, seguendo una corretta alimentazione e continuando a fare la vita che faccio da ventisei stagioni a questa parte.
Il calcio è un sogno che coltivo fin da bambino ed è anche il mio lavoro.
So di avere delle responsabilità quando indosso i guanti, ma la cosa non mi spaventa, anche se quest’anno è più complicato perché grazie ai miei compagni spesso subisco solo tiro a partita e devo mantenere sempre alto il livello di concentrazione.
Quando mi ha chiamato il Pomezia, sapevo di arrivare in una società importante e con grandi obiettivi, ma volevo dimostrare anche a me stesso che anche a trentasei anni posso ancora garantire un contributo significativo.
Spesso il ruolo del portiere viene sacrificato sull’altare della regola degli under ed elementi di esperienza, che magari potrebbero garantirti qualche punto in più a fine campionato, devono lasciare spazio a colleghi più giovani.
Di solito però la ribalta se la prendono gli attaccanti, mentre il lavoro del reparto difensivo di una squadra viene evidenziato di meno”.
Vieni da 4 clean sheet consecutivi e sei imbattuto complessivamente da 405 minuti.
In queste ultime partite hai compiuto interventi determinanti su calciatori di Atletico Vescovio, W3 Maccarese, Aranova ed Ottavia.
Qual è stata la parata più difficile?
“Scelgo quella su Giurato contro l’Aranova, perché era una sorta di rigore in movimento e tecnicamente era difficile riuscire a sfiorare la sua conclusione e mandarla contro il palo.
Non amo soffermarmi troppo su quello che faccio, ma devo dire che quella è stata davvero una bella parata.
L’imbattibilità fa piacere e sarebbe bello superare il record di 825′ fissato ai tempi della Pro Calcio Tor Sapienza, ma voglio sottolineare che, se le cose stanno andando bene, il merito va a tutta la squadra ed in particolare a compagni importanti come Passiatore, Bianchi, Cardinali e Celli che giocano davanti a me.
Per me non conta il singolo, conta sempre e solo la squadra”.
Esistono analogie con quell’incredibile stagione vissuta in gialloverde?
“A mio giudizio no.
Quella era una squadra giovane che giocava senza pressioni, ma che riuscì comunque a vincere grazie ad una grande continuità di risultati.
Qui a Pomezia, invece, è stato allestito un organico che sa perfettamente qual è l’obiettivo fissato dalla società”.
Domenica giocherete sul campo del Parioli, una matricola che viene da due sconfitte consecutive ma che sta facendo comunque molto bene.
Che gara ti aspetti ad Allumiere?
“Non posso che ribadire il concetto precedente: il nostro è un girone molto difficile, dove ogni domenica puoi fare o perdere punti con chiunque.
Sarà sicuramente una gara impegnativa, ma noi vogliamo assolutamente riscattarci dopo il pari con l’Ottavia”.