Un ottimo girone d’andata, chiuso al settimo posto, seguito da un girone di ritorno fin qui avaro di soddisfazioni.
Benvenuti a La Storta, fabbrica di giovani talenti e squadra alla ricerca di una tranquilla salvezza, in attesa di risolvere definitivamente la questione-campo.
Pino Porcelli gravita nell’universo del club di Pizzichini da qualche mese, ma già ne conosce profondamente pregi e limiti.
Si concede ai nostri microfoni per un’intervista che spazia da un tema all’altro, dal rendimento della squadra alla grana-campo.
A ruota libera, come è consuetudine dell’esperto tecnico del Trullo.
Porcelli, dopo il giro di boa avete conquistato solo quattro punti sul campo e siete reduci da altrettante sconfitte consecutive.
Dov’è finito il bel La Storta dei primi tre mesi di campionato?
“Ultimamente abbiamo incontrato squadre a noi superiori sotto il profilo della fame, mentre noi probabilmente ci siamo sentiti un po’sazi nell’ultimo periodo…”.
Ha già trovato la soluzione per ovviare?
“Martedi siamo tornati ad allenarci ed abbiamo deciso di rimettere i giocatori a pane ed acqua.
In questi casi torna sempre d’attualità una frase che il grande Marcello Lippi usava ripetere ai suoi giocatori e che io utilizzavo già ai tempi in cui allenavo la Romana Gas: “Se ti siedi a tavola con un uomo che non mangia da una settimana e c’è un solo piatto di pasta, è giusto che a mangiare sia quell’uomo”.
Noi dobbiamo ricominciare ad avere fame”.
Eppure, all’andata le cose erano andate molto bene…
“Complessivamente sono molto soddisfatto della squadra.
Alcuni ragazzi erano reduci da qualche anno trascorso in Prima Categoria, un campionato meno impegnativo di questo, ed ho dovuto lavorare sulla loro testa, ma hanno risposto bene.
Inoltre, qui ho trovato ottimi giocatori, sfornati dal settore giovanile del La Storta.
Un plauso particolare va ad Achille, il responsabile”.
Possiamo fare qualche nome?
“Di ragazzi in gamba ne abbiamo molti.
Penso a Varani, una punta classe 1995 a cui si stanno interessando numerose squadre di categoria superiore, ma anche ai difensori Aquili (95) e Savignoni (94), quest’ultimo al terzo anno di Promozione, ed al centrocampista Perna (95), che è rientrato recentemente dopo un’esperienza all’Astrea.
E non dimentico neppure un altro centrocampista dal buon talento come Cavallari, reduce da un brutto infortunio al ginocchio.
Il club, peraltro, è abituato a tirar su giocatori di prospettiva.
Basti pensare al portiere Travaglini, passato quest’anno all’Ostiamare”.
Cos’è accaduto ad Acquapendente?
“Loro hanno giocato per mezz’ora con un under in meno.
Noi ce ne siamo accorti subito, ma prima di presentare il reclamo abbiamo riflettuto fino a tarda sera.
Alla fine abbiamo convenuto di farlo, perchè non presentarlo avrebbe potuto inficiare la correttezza del torneo.
Le squadre in lotta per la vittoria finale che cosa avrebbero detto poi?
Resto comunque dell’opinione espressa in tempi non sospetti nella vostra trasmissione: la Vigor Acquapendente vincerà questo campionato con almeno dieci punti di vantaggio sulla seconda”.
E’ davvero così forte la squadra di Fatone?
“Secondo me, con un paio di innesti questa squadra sarà in grado di disputare un campionato di medio-alta classifica in Eccellenza”.
Parliamo di chi insegue.
Chi raggiungerà i play-off, a suo giudizio?
“Mi piacerebbe che secondo arrivasse il Montespaccato, perchè conosco e stimo sia l’allenatore che il direttore sportivo e ci sono buoni rapporti tra i nostri club.
Hanno però un difetto: alcuni dei loro giocatori sentono troppo le partite e perdono facilmente la testa.
Per avere conferma di questo dato è sufficiente vedere quante squalifiche hanno accusato durante la stagione.
Io capisco che quando si viene penalizzati ingiustamente, come è accaduto proprio contro di noi, qualcosa possa scattare nella testa, ma loro sono sempre lì, pronti a farlo.
Questo è il loro limite, per il resto sono una buonissima squadra, messa su senza spendere cifre folli”.
Per il terzo posto chi vede favorito?
“Sarà una bella lotta tra il Valle del Tevere, che tra le prime è quella che ha investito di più per il salto di categoria, ed il Ronciglione United.
A questo proposito, dico che, se il Montespaccato sabato esce indenne dalla sfida di Ronciglione, può arrivare davvero secondo”.
Lo United in questo momento è una brutta gatta da pelare…
“Ora come ora è la squadra più in forma, anche se giocano sempre gli stessi calciatori”.
Qual è invece la sorpresa in negativo del campionato?
“In primis direi Anguillara e Tor di Quinto, che potevano fare certamente meglio.
In seconda battuta aggiungo il Riano e La Sabina per il bacino d’utenza a disposizione.
I sabini avrebbero potuto fare qualcosina in più, se avessero cominciato il torneo con Danieli in panchina”.
Sta entrando nel vivo anche la Coppa Italia.
Chi vede favorita per il successo finale delle otto rimaste in lizza?
“Credo che Cre.Cas. e Nuova Cassino siano le maggiori accreditate.
La coppa è una manifestazione affascinante, ma sottrae molte energie fisiche e mentali, quindi bisogna gestirla con attenzione e disporre di una rosa adeguata”.
Parliamo del suo futuro.
Porcelli resterà a La Storta anche nella prossima stagione?
“Dopo venticinque anni di calcio ho imparato che per me il vero futuro è il presente.
A fine anno mi siederò al tavolo insieme al presidente Pizzichini, al direttore generale Nicolai ed al direttore sportivo Ferri e valuteremo la situazione.
A La Storta mi trovo bene, però c’è un grande punto interrogativo riguardante il campo, che a giugno potrebbe chiudere i battenti.
Se non interverrà il Comune di Roma, circa 150 persone tra atleti e dirigenti corrono il rischio di andare a casa.
Qui serve l’intervento delle istituzioni, altrimenti il La Storta finirà a giocare per strada, lungo la via Cassia…”.