L’allenatore dell’Ostiantica, il catanese Giovanni Greco, 40 anni, sta cercando di imprimere nei suoi ragazzi la sua grinta e voglia di emergere puntando sempre a non buttare via mai il pallone, costruendo sempre al meglio la manovra. Il “progetto cantera” della Lupa Roma, sorella maggiore dei bianconeri dell’Aldobrandini, passa anche da quel che l’ex tecnico dell’Ostiamare saprà tirar fuori da una rosa “verdissima” dall’età media di 22 anni. Ma che prende pochi gol, gioca bene ed ha superato il turno in Coppa Italia contro la corazzata Fiano Romano.
A cura di Giovanni Crocè
Mister Giovanni Greco, come sta la sua Ostiantica in questo momento della stagione?
Siamo soddisfatti dei risultati ottenuti (vittoria contro la Vis Aurelia e turno di coppa dei 32.esimi superato con lo 0-0 di Fiano Romano dopo il 3-2 in terra lidense) ma principalmente perchè per ora in squadra c’è grande armonia e serietà, ci si allena e si giocano le partite dall’inizio alla fine, con una precisa idea di gioco. E anche chi non è presente spesso tra i titolari è contento di essere con noi. Oltretutto sono anche i giovani che danno qualcosa a me, dato che ci confrontiamo spessissimo su situazioni di gioco e spesso proviamo lo schema “Devoto”, un particolare schema tattico da calcio d’angolo suggeritoci dal nostro difensore centrale Devoto, un classe 1991 che ha giocato anche con Milan e Vicenza tra i professionisti nel settore giovanile. Non sono solo io che trasmetto concetti alla squadra, e questo mi fa molto felice.
A leggere la rosa sembrate una Juniores Elite camuffata, di gran classe, dunque tutti i vostri punti hanno un valore speciale…
Assolutamente sì, anche perchè nel gruppo A ed in generale nella Promozione credevo ci fosse un po’ più di fretta nel costruire la manovra e a volte noi esageriamo nel giocare palla a terra, ma sinceramente non pensavo neppure di trovarmi davanti tanti e tali giocatori forti. Ti racconto un aneddoto: alla nostra prima partita in campionato, nello 0-0 contro la Unipomezia Virtus il nostro presidente Alberto Cerrai era evidentemente tanto teso e felice per il punto dei suoi giovani, che è venuto subito a complimentarsi con noi nel dopopartita, quasi con le lacrime agli occhi: credo che non si aspettasse un punto contro gente del calibro di Bogdanov e soci, ma abbiamo una squadra tosta, con giovani che imparano in fretta.
Tra i più “anziani” c’è Bernardi, un centrocampista del 1987, viene quasi da ridere, eppure avete sempre subito pochissimo, forse l’unico difetto è che costruite tanto, ma segnate non in proporzione…
Abbiamo messo in conto questo come prima problematica da affrontare, visto che tanti giovani hanno saltato direttamente due categorie, dagli allievi sono passati direttamente in prima squadra e tantissimi altri sono in cerca di rilancio o comunque al primo anno in una prima squadra ed in ruoli nevralgici, come in attacco. Nessuno credo abbia un classe 1996 come Emiliano Oliva, come centravanti titolare e la sua riserva naturale, Petruccetti, che è del 1995. Noi se c’è una cosa che non abbiamo, è il problema di dimenticarci di schierare un under, perchè praticamente lo sono quasi tutti. In quanto a Bernardi, assieme a Persia (’91) Devoto (’91), Atturi (’92) e Di Nardo (’91) incarna il gruppo di quelli più esperti e avendo capito il loro ruolo, mi stanno sempre di più stupendo, perchè trainano tutto e tutti dando l’esempio.
Se dovesse dire il vero colpo di mercato per l’Ostiantica, in prospettiva?
Non è tra i giocatori ma è stato fatto a monte dal presidente Cerrai quando ha ingaggiato il direttore Giampiero Guarracino. Neppure ho bisogno di aggiungere altro, perchè nel Lazio e non solo, si sa che lui è garanzia di successo. Come costruisce le squadre lui, francamente nessuno riesce.
Lei ha avuto difficoltà a lasciare l’Ostiamare del presidente Lardone, dove allenava da una vita con profitto, immaginiamo….
Certo che sì, e credo lo sappiano anche i tifosi e tutti i ragazzi che ho allenato negli anni all’Ostiamare e lo stesso Presidente Lardone che a parità di proposte, settore giovanile per settore giovanile io ho sempre, con trasparenza, rifiutato tutte le proposte restando all’Ostiamare, tra tutte cito l’Urbetevere e la Vigor Perconti che in più occasioni mi avevano cercato. Difatti, a 40 anni e dopo 15 ad allenare, ho cambiato questa estate e solo perchè davanti avevo la grande chance offertami dal presidente Cerrai di allenare una prima squadra, e di questo lo ringrazierò sempre. A quel punto anche il Presidente Lardone sapeva in cuor suo che questa era una opportunità grande e nuova per me, che non poteva pareggiare a livello di proposta, e quindi mi ha lasciato andare, con grande comprensione.
Lei ha smesso col calcio giocato a 25 anni ed era una grande promessa come centrocampista a Sora, dove ha giocato e vinto campionati, vede in squadra un altro “Greco”, uno che le ricorda lei da calciatore?
Per quello che può dare, e per il suo essere genio e sregolatezza, sbarazzino come lo ero io quando giocavo, mi fa molto piacere lo stile di gioco di Manuel Esposito, un centrocampista del ’92 poco reclamizzato che ha una qualità e una visione di gioco che pochi posseggono. Io non lo conoscevo, l’ho trovato qua ad Ostiantica e mi sta soddisfacendo molto, perchè su di lui non avevo aspettative, è stata una bella sorpresa, alla pari con il difensore centrale Boncompagni: due “titolari aggiunti” che non pensavo di avere a disposizione.
Strategie particolari per cementare un gruppo tanto giovane?
Prima di tutto la rifinitura il sabato mattina, anche se si gioca la domenica, l’ho aggiunta io, perchè così evito che i miei “gozzoviglino” il venerdì sera e facciano una vita più sana possibile. Certo, sono stato giovane anche io ma ho a tutti che presentarsi al campo non in forze, assonnati, è la prima offesa che possono fare a sè stessi e alla società ed ai tifosi e per ora tutti sono presenti e carichi. Oltretutto chiunque sa che bisogna dare continuità negli allenamenti, è automatica la non convocazione se non ci si allena il sabato, ma la rosa ampia serve a questo: se bisogna lavorare o studiare, l’Ostiantica calcio non pone nessun freno, se non si è contenti, noi svincoliamo immediatamente. Poi con il Direttore Guarracino da noi abbiamo approntato un sistema a punti: più se ne fanno durante il mese e più si può totalizzare un bonus economico da aggiungere eventualmente al rimborso spese, che tiene conto tanto della presenza agli allenamenti quanto dei risultati della squadra e delle presenze totalizzate dal singolo giocatore, per stimolare al massimo tutto l’organico.
Tuttavia, alcuni tra i più bravi potrebbero andare già a dicembre alla Lupa Roma, la “sorella” di Serie D?
Perchè no? Mi sembra un po’ prematuro, ma è chiaro che nelle idee societarie noi dobbiamo salvarci ma se qualcuno dei miei merita di salire in D o nel professionismo con reciproca soddisfazione noi lo lasciamo andare in egual misura e cerchiamo subito un sostituto. La fortuna di aver lavorato coi giovani è che abbiamo dovuto fermare le richieste per giocare ad Ostiantica, perchè tanti mi conoscevano e volevano essere allenati di nuovo da me, ma in una prima squadra, e questo è il più grande riconoscimento che un tuo ex giocatore possa darti.
Momenti di confronto con un Presidente abile anche ad allenare come Cerrai, ne avete avuti?
Certo che sì, ma la stima col Presidente Cerrai perdura dai tempi proprio dell’Ostiamare, altrimenti non sarei qua ad allenare in Promozione, e abbiamo la stessa idea di calcio, dove il risultato è vitale, ma se arriva giocando con classe e senza trattare male il pallone è meglio ancora. In questo, invece, il direttore Guarracino è più “vecchia scuola”: un bel pallone in tribuna e uno 0-1 al 90′ credo non lo disdegni, mentre so che il presidente applaude spesso anche se non arrivano i 3 punti ma si ha giocato seguendo una precisa identità. Io cerco di accontentare entrambi e me stesso ovviamente, dato che guardo molto tecnici pragmatici e vincenti come Mourinho, Mazzarri, Mazzone e Spalletti, che sono i miei riferimenti. Mi piacciono però quelli che vengono dal basso, che come me si sono guadagnati per gradi l’occasione in una prima squadra.
Mister Greco, qualche aneddoto da raccontare finora nella sua esperienza all’Ostiantica?
Abbiamo superato agevolmente qualche difficoltà logistica come quando abbiamo dovuto adattarci per gli allenamenti al centro Eschilo perchè i campi erano tutti occupati, e allora abbiamo fatto un pomeriggio tra risate e schiacciate ed allenamenti conclusi con un torneo di beach Volley, anche questo serve a fare gruppo. E poi come in ogni spogliatoio pieno di giovani, io li lascio “fare casino” con la musica, dato che so che non bisogna toccare certi tasti, le cose sono cambiate anche rispetto a quando giocavo io e se una cosa fa bene all’umore della squadra è un piacere.
Gioca anche lei partitelle coi calciatori della sua squadra?
Certo, il richiamo del campo è spesso fortissimo, ma non esagero perchè di gente tosta ne ho tanta nello spogliatoio e soprattutto devo dire che mi diverto ancora a giocare a calciotto e le mie caviglie vanno salvaguardate!
Lei ha smesso presto per un problema al cuore, ma la grinta che aveva in campo la trasmette anche ora in panchina…
La passione ce l’abbiamo tutti noi mister, perchè cerchiamo di completare quello che magari non è riuscito come volevamo in campo. Io dai 21 ai 25 anni, quando poi ho dovuto smettere per problemi al cuore, per 4 anni firmavo le liberatorie per poter giocare scaricando le responsabilità da medici e società e prendendomele in prima persona pur di giocare a calcio e questo cerco di ricordarlo sempre ad ogni tappa della mia carriera: l’amore per il calcio muove tutto, se poi diventerà sempre più un lavoro aggiuntivo a quello che già per fortuna ho, e diventare sempre più importante, lo dirà solo il tempo.
Spesso si dice a ungiocatore non tanto dotato di”cambiare sport”. Lei dei suoi chi vedrebbe bene cimentarsi in un altro sport?
Beh, per il fisico granitico che hanno, la punta Petruccetti e il mediano colored del 1994 Walter Caruso Ceci potrebbero fare benissimo i buttafuori, l’altro ragazzo di colore Aliou Sesay e la punta esterna Fabio Viciani, entrambi in rosa con la Juniores Nazionale della Lupa Frascati l’anno passato, potrebbero benissimo fare i centometristi in atletica leggera per quanto sono rapidi e potenti. Ma Sesay è anche quello che balla meglio di tutti, date le origini africane, ha davvero la danza nel sangue ed è uno spettacolo nello spettacolo al termine di ogni vittoria o momento felice vederlo scatenarsi: sul cubo avrebbe pochi rivali!
Quando mister Greco quest’anno potrà dirsi davvero soddisfatto?
Se a maggio saremo salvi ed entro le prime 7-8 del raggruppamento A e avrò perso tanti giovani perchè sono stati ceduti in squadre di più alto lignaggio ed il gioco sarà stato all’altezza, allora sarò felice del mio operato. Anche se credo che entro 2-3 campionati il vero sogno societario sia guadagnare l’Eccellenza con l’Ostiantica, e spero anche io di entrare nella storia della società.