Si attendeva con trepidante attesa l’esito del Consiglio Federale per conoscere le determinazioni sulla ripresa dell’attività agonistica dei campionati dilettantistici.
In realtà però, ma era anche nella logica delle cose, vista l’ulteriore impennata della pandemia, che tutto sia stata rimandato alla determina del prossimo 10 marzo. Sostanzialmente una non decisione, sofferta ma oculata, che era nelle more di questo ancora difficile momento del nostro paese.
E come ogni settimana abbiamo voluto ascoltare il pensiero del Direttore Raffaele Minichino che aveva già previsto tutto o quasi…giusto?
“Intanto voglio sottolineare in apertura che, i lavori del Consiglio Federale hanno avuto un prologo davvero commovente; alla presenza della signora Federica Cappelletti moglie del compianto Pablito, è stata intitolata la Sala Paolo Rossi con il taglio del nastro all’ingresso della stessa che ha commosso profondamente tutti i presenti.
Si è proceduto poi alla nomina di Dal Pino e Calcagno quali vice presidenza ai quali formulo le mie congratulazioni piu’ sincere, con la novità del Comitato di Presidenza dove, non è più presente Claudio Lotito,(nelle ultime elezioni aveva sostenuto Cosimo Sibila) che sin dall’era di Abete, passando per Tavecchio e Gravina stesso, aveva rivestito questo incarico.Poi sono iniziati i lavori, quelli che ci riguardano piuù da vicino, dai quali in realtà mi attendevo l’esito enunciato, anche se francamente continuo ad essere perplesso, scettico e direi preoccupato, sulla ripresa dei campionati regionali – esordisce il Direttore– perché purtroppo vedendo l’evoluzione sempre crescente della pandemia a distanza di un anno esatto, mettere a rischio la salute degli atleti in un contesto ancora in continuo divenire non mi lascia presupporre quella decisione felice e auspicata da tutti. Devo dire che con grande senso di responsabilità il presidente Gravina – continua il Direttore -ha ribadito come, ci siano tutte le prerogative per consentire ai giovani atleti di ritornare alla normalità dell’attività agonistica nel rispetto delle norme di sicurezza personali e generali ma tutto, dovrà essere conciliato ,con una realtà nazionale che si appresta a varare nuove disposizioni di contenimento per contrastare e debellare la pandemia. E’ certamente una situazione di certo complicata, che deve rimettere in moto un movimento di 10 mila calciatori, ma questo credo sia chiaro un po’ a tutti e vedremo cosa accadrà il 10 marzo, quando il Direttivo della LND sceglierà il format dell’emergenza al netto delle retrocessioni e di conseguenza si determinerà cosa fare e soprattutto come farlo.
Un’operazione questa che anche in termini economici grava nella misura di un milione e mezzo di euro con il protocollo della serie D che impone i test rapidi. Un impegno economico no certo trascurabile direi”.
Ma al di là di una decisione ancora non definitiva quello che ha colpito maggiormente è la diversa veduta di mentalità se cosi possiamo dire tra il presidente Federale Gravina e il presidente della LND Sibiia.
Non so se questo aspetto l’hai colto anche tu….
“Si l’ho colto tra le righe ma è anche abbastanza logico che sia cosi per evidenti diversità di interessi. Sibilia ha a cuore che l’attività dilettantistica riprenda con un format da stabilire ovviamente il prima possibile, per ridare il ruolo primario del calcio dilettantistico e quella continuità che ovviamente è mancata sinora. Ma certamente come lo stesso Sibilia ha ribadito, insieme a tutte le Regioni bisognerà veramente capire se le condizioni generali del Paese consentiranno di poter riprendere l’attività con le necessarie sicurezze che il fenomeno impone.
Faccio un esempio molto banale se vogliamo, per far capire meglio a cosa mi riferisco, un concetto che sicuramente nelle stanze di piazzale Flaminio avranno certamente considerato.
Attualmente Roma è considerata zona gialla mentre Colleferro, una cittadina a 30 km dalla Capitale è zona rossa. Che tipo di valutazione determinare in questo caso?
Certamente più cauto come giusto che sia nel suo ruolo, il presidente Gravina. Anche lui ha a cuore le sorti del calcio dilettantistico, che l’attività agonistica possa riprendere regolarmente (eliminando le retrocessioni ) ma con criteri di assoluta sicurezza sanitaria aspetto questo che sinceramente mi preoccupa soprattutto per quelle categorie che possono trovare difficoltà nel rispetto di norme e criteri di applicazione del protocollo. MA non voglio sbilanciarmi più di tanto. Il 10 marzo sapremo se ricomincerà l’attività agonistica e soprattutto con quali modalità.
Io un idea me la sono fatta ma la svelerò la prossima settimana…”