SAVIO, PARLA BARTOLI: “STIAMO TROVANDO LA NOSTRA IDENTITA’, SONO SODDISFATTO”

SAVIO, PARLA BARTOLI: “STIAMO TROVANDO LA NOSTRA IDENTITA’, SONO SODDISFATTO”

A cura di Andrea Curati De Pietro

Il Savio di mister Bartoli, dopo otto giornate, staziona nelle zone alte del Girone A del Campionato Giovanissimi Elite. I blues hanno raccolto fino ad ora 19 punti frutto di sei vittorie, una sconfitta e un pareggio e sono quarti in coabitazione con l’Ostia Mare, lontani solo tre lunghezze dalla Nuova Tor Tre Teste capolista.

Proprio l’allenatore dei classe 2001 è intervenuto ai nostri microfoni per commentare questo ottimo avvio di stagione della squadra di categoria del club di Via Norma.

Mister, se dovessimo mettere un punto oggi, che inizio di stagione è stato?

“Siamo molto soddisfatti di questa prima parte di campionato, fisicamente stiamo bene e siamo sereni a livello mentale. Sconfitte e pareggi sono normali quando affronti squadre attrezzate, ma siamo il Savio e dobbiamo sempre cercare di ottenere il massimo risultato possibile. Sono contento perché abbiamo attraversato forse il periodo più delicato della stagione e l’abbiamo superato bene.”

Nell’ultima giornata il Savio ha battuto meritatamente, per uno a zero al “Vianello”, la Viterbese Castrense che fino a domenica aveva solo vinto e comandava prima a punteggio pieno il girone. Domenica prossima c’è un altro big match fondamentale per rimanere attaccati al treno di testa, al “Candiani” i ragazzi di Bartoli sono attesi dalla Nuova Tor Tre Teste.

Mister, come si preparano e come si affrontano gare così delicate contro formazioni di alto rango?

“Noi rispettiamo ogni avversario che il calendario ci mette davanti ogni giornata, ma abbiamo il nostro credo e dobbiamo migliorare durante gli allenamenti in settimana. Dobbiamo ancora crescere tanto, ogni avversario va affrontato con la stessa concentrazione e la stessa determinazione sempre.”

Contro la Viterbese i blues hanno espresso un gioco eccellente basato su un possesso palla incessante e un gioco di squadra organizzato, mentre i padroni di casa facevano la partita, i Leoni non sono mai riusciti ad avere il controllo dell’incontro.

Perché pensa che il possesso del pallone sia la tattica vincente?

“Io credo molto nel possesso palla e sono convinto che il gioco del calcio prevede che ogni calciatore debba entrare in contatto con il pallone per creare gioco. Per me è un punto di partenza a maggior ragione con i ragazzi cosi giovani. Loro devono confrontarsi con delle responsabilità e in questo caso è sapere sempre cosa fare con il pallone fra i piedi quando sono sotto pressione. Questo li fa crescere e affrontare con maturità calcistica ogni partita. Ho visto nel passato, ma anche nel presente, numerose formazioni dove i ragazzi toccavano pochissimo il pallone o quasi per niente. Per me il calcio non è questo, il calcio è espressione di gioco che si manifesta mediante il possesso palla.”

Il giocatore che ha deciso la partita al “Vianello” è stato il numero nove Vadalà, autore di un’ottima prestazione a prescindere dal gol realizzato con grande intelligenza tattica.

Mister, come descrive questo prospetto calcistico in tre parole?

“E’ un ragazzo che ha avuto dei problemi a inizio anno, ma è cresciuto tantissimo e ora sta facendo molto bene. Per me è scaltro, veloce e nel senso prettamente calcistico opportunista al punto giusto.”

Il Savio da sempre ai vertici del panorama calcistico laziale, quest’anno devo difendere il tricolore che ha sul petto conquistato lo scorso anno e sono stati inseriti in un girone ostico con squadre molto attrezzate.

Mister, un commento sulla qualità del girone e quali sono gli obiettivi di quest’anno?

“E’ un girone con un alto tasso qualitativo e le formazioni che ora occupano le prime posizioni in classifica lo rendono omogeneo ed equilibrato nella parte alta. Dobbiamo fare attenzione e rimanere concentrati fino alla fine. Il Savio ha l’obbligo di pensare di proporre il proprio gioco e a vincere più partite possibili. L’obiettivo è quello di insegnare un’idea di calcio sia sotto la sfera individuale che collettiva perché solo tramite l’assimilazione del gioco si ottengono importanti risultati e poi ovviamente l’obiettivo in termini di traguardi è quello di qualificarci nelle prime tre e difendere il titolo.”

 

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