Claudio Cicchetti e Mauro Lumaca continuano la costruzione dell’Urbetevere in vista del nuovo anno, all’insegna dei massimi livelli, da sempre ambiti dalla società gialloblù.
Al di là del settore giovanile, le cui qualità sono ormai note anche ben al di là dei confini capitolini, è in procinto, dopo la fusione completata con lo Sporting Tanas, di entrare in azione la prima squadra, la cui gestione è stata affidata al direttore sportivo Massimo Corinaldesi e al nuovo direttore tecnico della prima squadra, Secondo Iceti.
Proprio con quest’ultimo, dopo l’intervista di poche settimane fa con il direttore Corinaldesi, abbiamo ampliato gli orizzonti della prima squadra, la cui programmazione è in piena evoluzione e che disputerà la categoria di Promozione.
Dopo un’esperienza lunghissima nel calcio dilettantistico, che lo ha visto da allenatore riuscire per ben due volte a primeggiare nel prestigiosissimo Torneo Beppe Viola, Secondo Iceti metterà dunque a disposizione della società di via della Pisana le proprie eccellenti doti professionali per un progetto il cui futuro resta tra i più interessanti da seguire per la prossima stagione sportiva.

Buongiorno direttore, in questa nuova avventura, all’Urbetevere, ritroverà Mauro Lumaca, con il quale avevate collaborato anche a Focene. Quali sono le sensazioni per questo nuovo inizio?
“Innanzitutto, ci tengo a fare i dovuti ringraziamenti.
Inizio dalla società con la quale ho collaborato lo scorso anno, ovvero l’Astrea, dove sono stato responsabile dell’agonistica.
La società non aveva mai avuto quattro categorie regionali e siamo riusciti a conquistarle con un duro lavoro.
Per questo inizio all’Urbetevere, ci tengo a ringraziare la famiglia Cicchetti per la grande opportunità, il patron Mauro Lumaca con il quale ho già collaborato a Focene. Con lui, abbiamo vissuto due anni meravigliosi, andando a sfiorare il passaggio in Eccellenza.
Ovviamente, non posso non ringraziare anche il direttore sportivo della prima squadra, Massimo Corinaldesi.
Quest’ultimo aveva già ben impostato l’intero lavoro della prima squadra e sin da subito, ci siamo trovati in piena sintonia nella programmazione da attuare.”
Alla luce di un organigramma di primo livello, anche per la prima squadra, quali possono essere gli obiettivi dell’Urbetevere?
“Il gruppo è stato curato nei minimi dettagli.
Con diversi giocatori adatti alla categoria e qualcuno anche di livello superiore.
Ovviamente siamo una new entry nella categoria e partiremo a fari spenti.
Fabio Ranieri, con cui ho anche giocato insieme, è un allenatore eccellente.
Possiamo già contare su un gruppo di buon livello.”
Il forte sviluppo, specialmente negli ultimi anni, del settore giovanile dell’Urbetevere non può essere ignorato. Quale pensi debba essere il corretto collegamento da instaurare con la prima squadra?
“Il collegamento è sempre più necessario nel calcio di oggi, specialmente con la categoria della Juniores.
Bisogna sicuramente approfittare del settore giovanile, ormai tra i migliori nella capitale, per riuscire a fare lo stesso anche con la prima squadra. “
Tra l’altro, la domanda relativa al calcio giovanile sorge spontanea. Le tue vittorie al Torneo Beppe Viola da allenatore sono rimaste negli annali della storia del nostro calcio, non è vero?
“Assolutamente, di Beppe Viola ne ho vinti ben due. Continuo a pensare che sia la meta a cui devono aspirare tutti i ragazzi che passano nei nostri settori giovanili.
E’senza dubbio il torneo più bello e tutti i ragazzi dovrebbero avere la possibilità di disputarlo. E’giustamente definito come la Champions League del calcio giovanile.”
Da responsabile del settore agonistico dell’Astrea a direttore tecnico della prima squadra dell’Urbetevere. Sarà un grande cambiamento?
“Con l’Astrea, è stato davvero un lavoro duro, con i gruppi perlopiù nei provinciali.
Grazie agli ottimi allenatori, sempre attenti a seguire il nostro progetto, siamo riusciti a raggiungere obiettivi importanti, rimanendo ben focalizzati sul campo.
Nei provinciali, devi vivere il campo a 360 gradi. Con l’Urbetevere, sicuramente beneficieremo di un target di alto livello da cui poter partire.”
Infine, da allenatore a direttore tecnico e nel corso degli anni, il calcio dilettantistico è cambiato continuamente. Quale è la tua panoramica generale?
“Quando allenavo, c’era meno stress. Adesso, si da importanza al risultato e c’è troppa voglia di arrivare, senza preoccuparsi del percorso.
Le cose vengono da sole, quando si lavora bene, con competenza e con le persone giuste.
Per esempio, all’Urbetevere i ragazzi sanno che possono crescere con tranquillità, accompagnati dalla professionalità della società.
A cura di Francesco Mancini





