Non lascia trapelare turbamenti destrutturanti alla vigilia dell’ultimo impegno in regular season della sua Semprevisa.
Marco Scorsini, peraltro, è fatto così.
Ben di rado esonda dai canoni del suo essere serafico e predisposto ad accettare quanto il calcio gli assegna.
Giunto a Carpineto alla vigilia dell’Epifania e raccolto il timone di una squadra che aveva appena girato la boa da fanalino di coda a quota dodici punti, l’allenatore di origini viterbesi ha avuto l’indubbio merito di ricompattare il gruppo, anche grazie ai sacrifici di una società che ha saputo puntellare l’organico con innesti mirati ed intelligenti.
La rincorsa è stata importante e adesso servirebbe l’ultimo guizzo per centrare una salvezza diretta che solo quattro mesi fa rappresentava poco meno di un’utopia.
I calendari però, si sa, per natura sono dispettosi ed ecco che l’ultima curva conduce al Pio XII, laddove la famelica Albalonga del carpinetano Gagliarducci attende fremente di conoscere il destino della propria stagione.
Una partita dal pronostico totalmente chiuso come ipotizza la gran parte degli addetti ai lavori o magari la truppa biancoverde può ancora liberare l’acuto finale?
Questo ed altro abbiamo domandato a Scorsini in una lunga intervista pre-partita.
Scorsini, notoriamente lei è considerato l’uomo delle imprese difficili, ma questa forse lo è un po’troppo…
“Credo che questa definizione valga un po’ come certificazione del lavoro svolto ovunque sono stato.
Prima di parlare della partita di Albano, concedetemi però di ringraziare pubblicamente la mia squadra, che è stata artefice di una cavalcata straordinaria, e la società che si è adoperata attraverso tantissimi sacrifici.
Nel corso dell’allenamento di martedi ho parlato con i ragazzi ed ho detto loro di essere molto orgoglioso di quanto fatto tutti insieme nel corso di questo mesi”.
Gli ultimi due mesi sono stati quasi impeccabili, a parte la sconfitta di Roccasecca.
“Quella è stata una buccia di banana, ma credo fosse impossibile giocare quattordici finali senza mai sbagliare”.
In lei prevale il rammarico per quella partita o per il pari interno di domenica scorsa con l’Audace SanVito Empolitana?
“Non c’è rammarico, nè amaro in bocca.
Ricordiamoci che la partita di Roccasecca è arrivata in conclusione di una settimana in cui se ne sono giocate tre e questo può avere inciso, anche se non cerco alibi.
Domenica scorsa, invece, abbiamo subito un calcio di rigore dopo pochi minuti e la partita si è messa subito male.
Noi siamo stati bravissimi a trovare il pareggio, però loro si sono dimostrati una squadra solida, tosta e tonica.
Nessun rimpianto, al di là del risultato”.
A proposito di turno infrasettimanale, più di qualcuno se ne è lamentato…
“Mah, è stato comunque comunicato a fine agosto dal presidente Zarelli ed allora nessuno ha mosso obiezioni.
Se qualcuno avesse sollevato per tempo la questione, sono certo che il presidente, da persona attenta qual è, si sarebbe adoperato per trovare una soluzione diversa, fermo restando che il Comitato Regionale deve sempre rifarsi al calendario stilato dalla Lega Nazionale Dilettanti che impone date precise per l’inizio dei play-off”.
Lamentarsi quando arriva mi sembra superfluo.
Sicuramente ha inciso molto sull’esito del campionato, basta pensare, ad esempio, al pareggio tra Nuova Itri e Audace.
E’ chiaro che giocare tre partite in una settimana causa stress e problemi logistici in queste categorie.
La maggior parte dei giocatori lavora e deve chiedere permessi che, a volte, non vengono neppure accordati.
Quella è stata la settimana-chiave del torneo e tutte le squadre hanno avuto le loro belle difficoltà”.
Resta la grande rimonta messa in atto in questi mesi.
“Quando sono arrivato qui, molti addetti ai lavori davano la Semprevisa per sicura retrocessa.
Eravamo ultimi e con tanti problemi, sia interni che esterni.
Ci siamo messi a lavorare ed abbiamo raccolto grandissime soddisfazioni, come la vittoria nel derby contro il Colleferro ed i pareggi con Serpentara e Gaeta.
Questa squadra poi non ha mai fallito gli scontri diretti, ad eccezione di quello con il Roccasecca, e nel girone di ritorno ha conquistato quasi il doppio dei punti raccolti durante quello di andata, evidenziando pure la quinta miglior difesa del torneo.
Purtroppo un calendario non amico ci porterà ad affrontare una partita difficilissima proprio all’ultima giornata”.
Torno allora alla domanda iniziale.
E’ davvero impossibile per voi fare punti contro questa Albalonga?
“Di scontato nel calcio non c’è mai nulla, però è ovvio che affronteremo una squadra formidabile, probabilmente quella che dispone dell’organico più importante del torneo, senza nulla togliere ad altre formazioni fortissime quali Serpentara, Colleferro, Nuova Itri, Cassino e Gaeta.
L’Albalonga si è strutturata nel corso degli anni ed ora è pronta per il salto di categoria.
Ci era già andata vicinissimo dodici mesi fa con il mio amico Pier Paolo Lauretti ed ora è di nuovo lì.
Pochi mesi fa era sesta e per molti doveva concentrarsi solo sulla Coppa Italia, invece ha firmato una rimonta incredibile.
Onore al merito della società, della squadra e di un tecnico come Gagliarducci che in tre anni ha fatto benissimo ovunque.
Noi ci troviamo nella condizione di dover centrare un solo risultato, la vittoria, per poter sperare nella salvezza diretta e forse non sarà neppure sufficiente.
Non avremo nulla da perdere, dunque, e questo forse ci porterà ad affrontare la partita con una pressione minore rispetto a quella dimostrata negli scontri diretti.
Ci proveremo, ma comunque andrà a finire accetteremo serenamente quello che sarà il verdetto del campo”.
Sarà una domenica per cuori forti, visti anche gli incroci degli altri campi.
“A novanta minuti dalla fine sono davvero tante le combinazioni possibili, sia in vetta che in coda.
Il calendario si è proprio divertito a far scervellare voi addetti ai lavori (ride)…
Noi dobbiamo concentrarci solo sulla nostra partita, poi vedremo cosa avranno fatto le nostre rivali”.
Ci saranno due scontri diretti assai importanti in coda.
“Roccasecca-Monte San Giovanni Campano e Audace-Borgo Podgora saranno sfide delicatissime e dalla grandissima intensità.
L’ultima giornata terrà tutti con il fiato sospeso.
Per me la partita-chiave si giocherà però a Morolo, dove arriverà il Cassino.
I padroni di casa sarebbero salvi con una vittoria, ma sono convinto che gli ospiti cercheranno di finire al meglio questa stagione.
Lo merita la piazza e poi hanno un tecnico bravo e perbene”.
Il Girone B, che nel corso delle annate precedenti aveva spesso evidenziato qualche polemica di troppo, quest’anno ha avuto una grande regolarità.
“E’ vero e questo è un aspetto che merita di essere sottolineato.
Tutte le squadre si sono date battaglia, ma nei canoni dell’etica sportiva.
Da questo punto, permettetemi di rivolgere un plauso particolare a Catanzani ed al suo Nettuno che hanno disputato un grandissimo torneo, giocando tutte le partite con quella stessa carica e voglia di vincere che aveva Flavio da giocatore”.
Se la sente di sbilanciarsi in un pronostico per Città di Minturnomarina-Serpentara BellegraOlevano?
“Credo sarà una partita da tripla.
Giocare lì non è facile per nessuno, sia per quanto riguarda il terreno di gioco che a livello ambientale.
Il Serpentara però mi ha fatto una grandissima impressione, quando l’abbiamo affrontato.
Conosco e stimo Fabio Lucidi e ritengo che molto difficilmente si faranno sfuggire la vittoria, anche se il Città di Minturno renderà loro la vita difficile.
Penso che a prevalere saranno gli episodi e la determinazione delle due squadre”.
E’ prematuro chiederle qualcosa sul suo futuro?
“A Carpineto Romano mi sono trovato benissimo grazie ad una società che non mi ha mai fatto mancar nulla.
Viviamo insieme questo finale di stagione e poi ne parleremo…”.
Voci di corridoio però la danno nel mirino di altri club.
“La mia opinione è che, quando si tratta di valutare il profilo di un allenatore, le società mettano gli occhi su chi ha vinto e su chi è riuscito a compiere un mezzo miracolo, salvandosi.
Non posso negare che percorrere circa milleduecento chilometri a settimana sia pesante e che il mio nome sia sul taccuino di più di una società, però è ancora presto.
Adesso voglio pensare solo alla salvezza della Semprevisa ed a come trasformare quello che attualmente è un piccolo miracolo in un grande miracolo”.