SERIE D, CREPALDI (APRILIA) A 18 ANNI CAPITANO DI TUTTO: “UNA GIOIA TIRA L’ALTRA, SPERIAMO DI FARE PUNTI CON LA LUPA CASTELLI”

SERIE D, CREPALDI (APRILIA) A 18 ANNI CAPITANO DI TUTTO: “UNA GIOIA TIRA L’ALTRA, SPERIAMO DI FARE PUNTI CON LA LUPA CASTELLI”

CREPALDI APRILIA

Diego Crepaldi, classe ’96, domenica scorsa col Fondi sei stato capitano dal 1′ minuto della “tua” Aprilia dopo esserlo stato fin dai giovanissimi. Dire che non capita tutti i giorni è la base di tutto.

Si esatto, mi reputo uno del posto, un ragazzo semplice e legato al territorio ed ai colori dell’Aprilia, che mi hanno cresciuto anche calcisticamente e che mi stanno dando la possibilità da quest’anno anche di misurarmi con la sfida di un campionato di prima squadra, la mia prima volta in serie D. E indossare la fascia di capitano dal primo minuto è stato speciale, già mi era capitato in un’altra occasione, ma non nego che quando mister Fattori ha detto a tutti noi che sarei stato io il capitano, è stata una bellissima emozione che al di là della sconfitta in un certo senso mi ha idealmente fatto chiudere un cerchio. Sono stato almeno una volta capitano di tutte le selezioni possibili ed immaginabili della mia città.

E in ogni caso siete comunque in zona playoff nonostante il confronto col Fondi vi abbia visti soccombere ma non demeritare…

Putroppo credo che il 5-3 così come altre “imbarcate” di gol subiti siano frutto di errori principalmente individuali, non di reparto o di squadra ma che portano sempre alla stessa conseguenza, il gol ricevuto, e a certi livelli si sa da subito che poi è difficile recuperare. Quindi al momento mi piace pensare che siamo molto più vicini alla salvezza piuttosto che sognare i playoff, così restando coi piedi per terra si può anche pensare a cercare di far punti contro la prima della classe che già all’andata purtroppo ci battè sonoramente.

In particolare la tua qualità è l’interdizione, dopo la fascia da capitano, quanto ti manca il gol?

Storicamente non ne faccio mai tanti, e non nego che il primo in D con questa maglia quest’anno sarebbe il massimo, completerei un altro traguardo personale che in fondo ho dentro di me. Ma ricordo sempre che in quello spogliatoio anche in assenza di Montella ed Esposito che erano squalificati – anche per questo sono stato designato capitano dal mister – c’era e c’è tutt’ra gente più grande ed esperta di me e mi rendo conto che ogni risultato bello per me sarà sempre anche grazie a loro. Le migliori partite le abbiamo fatte da sempre spremendo tutto l’uno per l’altro e mettendo tutto ciò che avevamo nel match, è capitato di fare ottime partite anche contro grandi squadre, altrimenti non avremmo la buona posizione che avremmo, tra cui in casa ricordo un ottimo 0-0 con l’Ostiamare dove giocammo più che alla pari. E lo stesso cercheremo di fare contro la Lupa, dando tutto il filo da torcere possibile.

In particolare ti senti più a tuo agio come centrocampista o come studente? Questa per te è l’annata della maturità

Ovviamente ad oggi come calciatore perchè a 18 anni e dopo una annata comunque positiva per me e per la squadra ho voglia di progredire nel calcio pur ottenendo la maturità scientifica e facendo tesoro di una annata più difficile delle altre nel doppio impegno scuola-pallone, non è una novità che tempo per me in senso stretto ne ho avuto pochissimo, perchè quando non studiavo ero al campo a giocare o ad allenarmi per la partita della domenica, come ogni calciatore della mia età che non voglia essere bocciato. Ma non nego che proverò anche dopo a vedere se potrò unire università e calcio di alto livello, analizzando quale delle due di volta in volta in corso d’opera risulterà migliore per me, non voglio precludermi nulla di buono per me.

Credi che sarai capitano anche domenica in casa contro la Lupa?

No assolutamente no, nel senso che tutti sappiamo, come ho detto, che ci sono delle gerarchie e decide sempre il mister, ma ci sono Montella ed Esposito prima di me da sempre, e dovrò meritarmi una nuova “fascia” sul campo e durante la settimana, come da copione, tuttavia non vedo l’ora, è chiaro che mi farebbe piacere come poche cose al mondo, è pur sempre la squadra della mia città.

A conti fatti quando hai sentito che questo campionato poteva fare per te, che ti eri adattato?

Detto francamente anche per auto-stimolarmi a dare il massimo ho sempre volontariamente cercato alte aspettative in quello che facevo nella vita, con realismo, ma senza darmi troppi traguardi, volevo dare il massimo e basta, senza scuse e quindi sono stato felice del mio esordio in campionato con l’Astrea e della fiducia immediata della società che mi conosceva bene. Poi però la seconda in campionato non andò benissimo ma verso la quinta-sesta giornata ho iniziato a capire che sì, la D poteva fare per me e in fondo con questa maglia addosso a 18 anni era la cosa più bella del mondo. Mi ha anche aiutato tanto avere come coach mister Fattori, un allenatore che mi ha avuto al secondo anno di giovanissimi e pur essendo tutto un altro calcio rispetto a quello dei ragazzini, tante esercitazioni che facciamo anche ora le conoscevo già a memoria e ho saltato qualche passaggio nell’adattamento alla D, così come tantissimi di noi che sono sempre stati a giocare per l’Aprilia. Ma al di là dell’aspetto pratico il mister Fattori credo sia stato un segreto positivo per tutti noi, perchè ha avuto una capacità di motivarci mentalmente che ci ha fatto rendere forse anche oltre i nostri limiti, migliorandoci in modo sensibile.