PATERNO – SERPENTARA BELLEGRAOLEVANO 3-1
PATERNO: Di Girolamo, A. Tuzi, Di Lisio (28’st Vernile), M. Tuzi, Celli, D’Amico, Cordischi (35’st Marinucci), Santucci, Aquino, Bolzan, Albertazzi. All. Iodice. A disp. Fegatilli, D’Orazio, Corsale, Salvati, Sabatini.
SERPENTARA B.O.: Petrucci, Brasiello, De Santis, Rubino, Casciotti, Rocchi, Dominici (37’st Maione), Empoli (28’st Morici), Mattei, Barile (18’st Petrangeli), Fazi. All. Lucidi (squal. in panchina De Angelis). A disp. Generoso, Taglietti, Carpentieri, Spaziani.
Arbitro: Spataru di Siena
Marcatori: 9’pt Di Girolamo, 2’st e 47’st Aquino, 10’st Fazi
Note: Ammoniti D’Amico, Aquino, Petrangeli e Morici.
Spettatori circa 700 con buona rappresentanza ospite.
Il Paterno si aggiudica il primo round della semifinale play-off, battendo per 3-1 il Serpentara.
Non tragga però in inganno il risultato, frutto per lo più di combinazioni casuali che non di una marcata superiorità degli abruzzesi.
La squadra di Iodice si è dimostrato avversario all’altezza e con alcune individualità di alto rango, ma la sua difesa non si è mostrata quel fortino inespugnabile che le sole 19 reti incassate in campionato lasciavano presagire.
L’elemento dominante, come preventivabile, è stato il vento, incessante per tutta la prima frazione e contrario alla squadra di Lucidi.
I marsicani, evidentemente esperti delle bizze del dio Eolo, hanno avuto il merito di scegliere la metà campo più idonea nella prima frazione e per sfruttarla a dovere hanno subito pigiato sull’acceleratore.
La cronaca.
Dopo una trentina di secondi, un cross da destra del numero 2 Tuzi taglia a fette l’area ospite con Albertazzi che, per un soffio, non arriva a chiudere sul secondo palo.
Il Serpentara, ben presente a se stesso, non si lascia tuttavia intimorire.
Al 4′ un cambio-gioco di Brasiello pesca sulla sinistra Fazi: cross teso dell’11 con Dominici appena in ritardo nel taglio a centro area.
All’ottavo minuto ancora Fazi, tornato su grandi livelli ormai da un paio di mesi a questa parte, mette in crisi la retroguardia di casa, ma il suo tiro viene rimpallato in angolo dalla difesa di casa.
Sul corner arriva l’episodio che spacca la partita: Di Girolamo agguanta in presa e rilancia immediatamente verso la metà campo del Serpentara.
Il suo rilancio sembra immediatamente molto profondo, ma il vento lo prolunga a tal punto da scavalcare l’estremo ospite Petrucci che attendeva al limite della propria area di rigore.
Rimbalzo diabolico e palla in fondo al sacco tra gli entusiasmi della tifoseria marsicana e tra i cori lanciati dal più giovane capo-ultras che la mia memoria di calcio dilettantistico riesca a rammentare.
L’ex portiere del Sora viene immediatamente eletto a beniamino dal pubblico del Barbati, ma un minuto dopo rischia di combinare la frittata, giochicchiando il pallone maldestramente con i piedi e servendo Barile.
Il numero 10 del Serpentara, però, non è in giornata di grazia e, a tu per tu, con l’estremo abruzzese decide di essere prodigo, concludendogli addosso.
Gli uomini di Iodice, schierati con un ordinato 4-4-2 in cui Bolzàn ha licenza di vagare a proprio piacimento sulla trequarti, defilandosi quando può a destra, si rifanno vivi proprio grazie ad una bella intuizione del 10 argentino: tocco smarcante per Cordischi e botta dal limite dell’esterno nerazzurro.
Petrucci respinge con bravura.
Al 18′ il Serpentara rischia però grosso.
Protesa in avanti, la formazione di Lucidi si fa infilare da un’improvvisa ripartenza.
Aquino se ne va verso la porta rincorso da Casciotti che entra su di lui al limite dell’area.
Il capitano abruzzese finisce a terra e Spataru di Siena comanda la punizione per gli ospiti con annesso giallo per simulazione per il centravanti.
Sospiro di sollievo per i tanti tifosi sopraggiunti da Bellegra e da Olevano e proteste veementi dalla tribuna locale.
Il 4-2-3-1 di Lucidi ed i costanti interscambi di Fazi, Barile e Mattei non inibiscono gli inserimenti dei centrocampisti.
Avviene così che al 20′ Rubino provi a concludere verso la porta marsicana dall’interno dei sedici metri nerazzurri, ma Di Girolamo chiuda sul primo palo.
La partita è intensa, vibrante.
Al 28′ un altro lampo di Bolzàn sulla destra innesca Massimiliano Tuzi, botta del centrocampista e palla fuori non di molto.
Con il trascorrere dei minuti cresce Dominici che con le sue frequenti accelerazioni mette spesso in difficoltà Di Lisio.
Al 35′ una sua serpentina costringe alle maniere forti D’Amico, costretto ad uscire dalla linea per arginarlo con le cattive.
Spataru ammonisce anche il centrale abruzzese.
Il Serpentara chiude in avanti i primi quarantacinque minuti.
L’ultima emozione è un tiro-cross dal vertice di Fazi, sul quale Barile non arriva per un nonnulla.
Al rientro in campo le due squadre si presentano con i medesimi effettivi.
Il vento, che prima aveva soffiato incessante, si spegne di colpo quasi a voler irridere gli ospiti che ora si aspetterebbero il suo favore.
Neppure il tempo di digerire lo sgarbo climatico che il Serpentara decide di infierire su se stesso: Rocchi, tornato alle origini del ruolo per l’assenza dello squalificato Scotto di Clemente, perde una palla sanguinosa in uscita.
Bolzàn entra in area ed intelligentemente, invece di provare la soluzione personale, serve a rimorchio Aquino che freddamente spedisce in rete.
Potrebbe essere il colpo del ko, ma il Serpentara ha orgoglio e pochi minuti più tardi riapre i giochi: Dominici approfitta di un errore di Di Lisio, ma si fa murare da Di Girolamo.
Sembra l’ennesimo cadeaux degli ospiti, ma per fortuna sugli sviluppi del corner seguente lo stesso ex Fidene pennella un gran cross sul secondo palo, dove Fazi è lesto ad infilare in rete.
I padroni di casa sbandano palesemente e la tribuna di casa perde spavalderia, ma al Serpentara manca il killer-istinct.
Pur padrona del campo per un buon quarto d’ora, la formazione di Lucidi non riesce a trovare il guizzo che riporti tutto in parità.
L’occasione migliore arriva al 28′, quando Morici, da poco entrato e poco dopo ammonito, non arriva a deviare di testa sul cross di Brasiello.
Smaltito il furore, sembra quasi che le due squadre si accontentino di un risultato che premia l’una, ma non bocca definitivamente l’altra.
Accade invece che al secondo dei sei minuti di recupero comandati dall’arbitro toscano il Serpentara conceda ai rivali, in maniera piuttosto ingenua, un calcio di punizione da posizione invitante.
Sul tocco di Albertazzi e l’arresto-palla di Bolzàn, ecco il destro di Aquino, violento, perfido e cinico insinuarsi tra le maglie di una barriera non perfetta.
Doppietta per il bravo attaccante di Boscoreale (mi è parso di rivedere Giacomo Galli, commenterà un amico sugli spalti, e di certo è un bell’elogio) e 3-1 per i marsicani.
Non accade più nulla.
Troppa grazia per il Paterno e dagli abruzzesi molte grazie per i nostri, puniti ben oltre i propri demeriti.
Tra sette giorni, forse al Savoia, ma chissà, forse su un altro campo, servirà la gara perfetta.
Rientrerà capitan Scotto di Clemente in difesa e questa è una buona notizia.
In primis servirà però recuperare il Serpentara attento, granitico e pronto a far male nei sedici metri altrui che spesso abbiamo ammirato durante la stagione.
La squadra di Iodice ha manifestato pregi, ma anche difetti.
Il centrocampo, spesso saltato per far spazio alle iniziative di Aquino e Bolzàn, non è parso irresistibile e la difesa, protetta da due centrali assai solidi, ma non particolarmente dinamici come Celli e D’Amico, può essere attaccata sugli esterni.
E’ una squadra battibile, insomma.
A patto che il Serpentara torni tra sette giorni ad essere quel meccanismo quasi perfetto che abbiamo ammirato per larghi tratti della stagione.