SI SBLOCCA IL POMEZIA, GIURELLI: “MERITO DEL GRUPPO, E QUEL NOME SULLA MAGLIA..”

SI SBLOCCA IL POMEZIA, GIURELLI: “MERITO DEL GRUPPO, E QUEL NOME SULLA MAGLIA..”

Di Alessandro Bastianelli.

L’inizio di campionato non è stato dei migliori, ma il Pomezia sta trovando la quadratura del cerchio anche con la Juniores Elite.

Sabato è arrivato un importante successo sull’Atletico 2000, sconfitto al Catena grazie alle reti di Violetto e di Barbarisi; una vittoria che ha portato a sette i punti gudagnati nelle ultime tre uscite, bottino che ha permesso ai rossoblù di staccarsi dalla zona calda della classifica e di assestarsi al nono posto a dieci lunghezze.

Qualcosa deve essere scattato nella testa dei ragazzi, ma Massimiliano Giurelli, allenatore della Juniores, ci da una lettura più semplice: “Credo semplicemente che le cose abbiano cominciato a girare nel verso giusto e che ci siamo lasciati alle spalle un po’ di sfortuna e qualche situazione storta.

Ad eccezione di Gaeta, dove c’è stato un black out, credo che abbiamo sempre offerto buone prestazioni. Ci è mancato il cinismo e la fortuna, come contro il Colleferro, partita nella quale abbiamo preso tre pali ed incontrato un portiere avversario in gran forma”.

Al Catena, oltre alla fortuna, ci è voluto una grande intensità di gioco per fare il colpo esterno.

Fondamentale è stato l’apporto pressoché identico di “tutti e sedici i ragazzi che sono scesi in campo: chi è entrato nella ripresa ha mantenuto gli standard del primo tempo e giocato con la stessa intensità.

Era la prima volta che andavo in trasferta con la rosa al completo – precisa Giurelli – e la vittoria al Catena è la prova del grande potenziale a disposizione del Pomezia. Per vincere è necessario dell’apporto di tutto il gruppo, come è successo Sabato e contro la Fortitudo nelle prime giornate.

Chiaramente però so benissimo che il compito di una Juniores come quella del Pomezia è quello di crescere i giovani per l’Eccellenza puntando ad una salvezza tranquilla; ce lo impone la regola degli under, ma sono sicuro che alcuni ragazzi avrebbero già esordito anche senza questo vincolo”.

Il nome che salta subito alla mente è Barbarisi, autore dello splendido gol che ha deciso la sfida di sabato: “Daniele ha grandi qualità ma non lo scopriamo oggi. E’ il ragazzo che ci da più imprevedibilità sulla trequarti e quando ce l’ho con me lo schiero spesso sulla linea delle tre punte in modo tale che possa creare la superiorità numerica saltando l’uomo.

Adotto sempre il 4-3-3 non soltanto perchè è il modulo della prima squadra, ma perchè è quello che ci assicura tutti i tipi di soluzioni; è il modulo più completo e con cui puoi sfruttare tutte le variabili del calcio come inserimenti, discese e fraseggio palla a terra”

Lo stesso Francesco Punzi, allenatore della prima squadra, mostra parecchio interesse nei confronti della Juniores, “basti pensare che sabato, quando è venuto a vederci, sembrava quasi un ultras a sostegno della sua squadra – scherza Giurelli – Francesco sa quanto sono importanti i giovani e li sta seguendo da vicino con molto interesse.

Chiaro che per un giovane non sia facile inserisi in prima squadra, specialmente quando le cose non vanno benissimo, ci vuole grande mentalità e prontezza; Francesco però sa benissimo come invertire la rotta ed in questo è aiutato da un grande giocatore a sua disposizione.

Credo che i miei ragazzi debbano imparare molto osservando Romondini, quando l’ho visto allenarsi la prima volta si comportava già come un allenatore in campo; è un elemento di ben altra categoria, ma non sono certo il primo a dirlo”

La chiosa finale Giurelli la dedica alla nuova veste che lo Sporting Real Pomezia si è data quest’anno, con il cambio di denominazione a Pomezia Calcio: “E’ qualcosa di cui essere orgogliosi. Pomezia è un nome che mancava da troppo tempo ai nostri campionati dilettanti e giovanili, e siamo sicuri che con questa veste risveglieremo la passione di molte persone qui in città.

A Maggio, quando allenavo gli Allievi 98′ e stavamo per disputare la finale contro il Rieti, con questo cambio di nome già deciso, dissi ai miei ragazzi: -“Adesso voi giocate per il Pomezia, per la squadra della vostra città, vi rendete conto di quel che significa?”- Non credo che vincemmo solo per queste poche frasi, ma è uno stimolo in più sentirsi parte di un tessuto sociale come quello di Pomezia. Dispiace che parte di quel gruppo se ne sia andato all’Urbetevere, dove possono fare un anno di Elite ma senza l’opportunità di esordire per la squadra della propria città.

Io che sono da cinque anni in questa società non potevo comunque sperare di meglio che lavorare per questo nome, sentirsi rappresentante del territorio a livello sportivo è un orgoglio”.