Il calcio regionale laziale si ferma.
Come ben saprete l’AIA (Associazione Italiana Arbitri) non designerà alcun direttore di gara per le partite dei campionati dilettanti del Lazio in seguito alla vile aggressione che ha visto come vittima il giovane fischietto di Ciampino Riccardo Bernardini.
Decisione giusta o sbagliata da parte di Nicchi?
La redazione di Sport in Oro ha interpellato alcune delle più importanti società della nostra regione per ascoltare il loro parere in merito a questa sospensione dei campionati (che slitteranno di una settimana come comunicato sulla pagina ufficiale Facebook LND Lazio ): di seguito riportiamo i pensieri raccolti da Simone Capone ed Edoardo Canepone nella prima parte del nostro piccolo approfondimento.
MAURIZIO PERCONTI (Presidente Vigor Perconti)
“Rispettiamo la decisione, ma, a mente fredda, si poteva fare qualcos’altro. Purtroppo con questo provvedimento si vanno a penalizzare anche i tanti ragazzi che con l’accaduto non c’entrano assolutamente nulla ed hanno solo voglia di giocare a calcio. L’episodio di sabato è incommentabile, anche io spesso ho paura che possa accadere nel mio centro sportivo perchè ci sono tantissime persone che vengono a vedere le partite e purtroppo non possiamo avere il controllo su tutti quei cervelli. I problemi c’erano prima e ci saranno anche dopo, purtroppo. Il nostro movimento ha bisogno di cambiare”.
ANDREA BRACONI (Presidente Ottavia)
“Assolutamente d’accordo con la decisione dell’AIA. Non dimentichiamoci che l’arbitro è parte integrante del nostro sistema-calcio, senza di loro non si può giocare. Vedo ragazzini di 15-16-17 anni essere ricoperti di insulti per piccoli errori. Ma quando sbagliano i calciatori in campo perché questo non accade? L’arbitro è, come i calciatori, un ragazzo con una passione smisurata verso il calcio, una persona che compie dei sacrifici pur di divertirsi la domenica mattina. Dobbiamo darci tutti una bella calmata affinché il calcio torni ad essere uno sport con dei valori”.
LUIGI BAIONI (D.G. Ostiamare)
“Io avrei giocato facendo iniziare le gare un quarto d’ora dopo per dare un segnale. I colpevoli di questo fattaccio devono essere puniti, non è possibile che due individui possano entrare così facilmente in un’area tecnica di un impianto sportivo”.
FABRIZIO SCROCCA (Resp. Settore Giovanile Villalba Ocres Moca)
“Quello che è successo è brutto, un’aggressione che fa male all’immagine dell’intero movimento. Sono fatti che esulano anche dal calcio, parliamo di delinquenti che hanno messo in atto un pestaggio violento. Condivido in parte lo stop dei campionati anche se non risolverà la situazione, devono essere applicate pene e sanzioni esemplari ai colpevoli di tali accaduti. Non penso sia corretto fermare l’intero movimento per colpa di pochi”.
PAOLO ARMENI (Resp. Settore Giovanile Pomezia)
“Condivido la scelta dell’AIA, ma dobbiamo applicare delle sanzioni esemplari ai responsabili di questo episodio. La società in questione dovrebbe segnalare questi individui alle autorità; se così non fosse, deve prendersi la responsabilità dell’accaduto”.
MASSIMO TESTA (Presidente Tor di Quinto)
“Massima solidarietà verso il direttore di gara, sono mortificato per l’accaduto perché in passato è capitato anche a me di discutere con gli arbitri e so come ci si sente. Questo stop non cambierà nulla, vorrei chiedere al signor Nicchi che senso ha fermare solamente i campionati laziali: uno sciopero a livello nazionale, dai professionisti ai dilettanti, sarebbe stato un segnale molto più forte”.
TARQUINIO DELI (D.S. Vis Aurelia)
“Queste cose accadono da sempre, le società devono essere coinvolte come parti oggettive e devono essere inflitte loro delle pene e sanzioni esemplari. Condivido la scelta dell’AIA nel non mandare i propri arbitri alle nostre gare”.
ANTONIO RANIERI (Presidente Giardinetti)
“Da ex arbitro condivido in pieno questa scelta, c’è troppa tensione e troppa esasperazione sui campi di calcio. Tutte le parti dovrebbero riunirsi per cercare di trovare delle soluzioni a questi mali, chi ha sbagliato deve pagare perché queste sono cose che con il calcio non c’entrano nulla. Senza gli arbitri non si può giocare, sono essere umani e come tali possono sbagliare: succede a tutti, non possiamo condannarli ed aggredirli per cose del genere”.
ATTILIO ORTENZI (D.G. Accademia C. Roma)
“Il fatto era nell’aria, assistiamo a scene di violenza (fisica ma anche verbale) tutte le domeniche. L’AIA ha fatto benissimo ad indire questo sciopero, dovevano farlo molto prima e, perché no, estenderlo ad un mese intero. La gente deve capire che il calcio è un divertimento di tutti e dunque deve essere tutelato, altrimenti andiamo verso il collasso di questo sistema. Capita a tutti di arrabbiarsi con l’arbitro, me compreso, ma poi finisce lì. Credo che la Federazione debba essere più vigile su determinati campi”.
PIERO GONINI (D.G. Savio)
“ La sospensione dei campionati servirà a poco, le società già si stanno muovendo per organizzare amichevoli e dunque sarà un finto stop. Il problema sta nella cultura sportiva, un valore andato del tutto perduto al giorno d’oggi. Nel settore giovanile il male peggiore è rappresentato dai genitori esaltati, sono loro che creano tensione sulle tribune e non solo. L’unica soluzione è quella di mettersi a tavolino con Federazione ed AIA per tracciare un percorso comune”.
FABRIZIO STAZI (Resp. Urbetevere)
“Riguardo l’aggressione credo che sia opportuno, al di là del vile gesto, conoscere bene anche la dinamica dell’accaduto ed il perché sia stato possibile l’ingresso di terze persone nell’area tecnica. Per il resto, avrei fatto giocare qualche turno, e non solo il prossimo, a porte chiuse. In alternativa, avrei fatto arbitrare la partita ad un genitore appartenente alla squadra ospite così da testare la capacità e soprattutto la conoscenza del regolamento del gioco del calcio”
NICOLA VILELLA (Presidente Romulea)
“Certi episodi vanno condannati, la decisione di non inviare gli arbitri per le gare del CR Lazio e di fermare i campionati può essere la decisione giusta solo se seguita da fatti concreti volti ad un necessario cambiamento culturale. Le società e tutti gli enti coinvolti devono necessariamente riflettere e porre in essere tutti i comportamenti idonei affinché certi episodi non si verifichino più. Di quanto accaduto siamo tutti oggettivamente responsabili perché complici e facenti parte di un sistema che si è smarrito ed ha perso i propri valori originari”.
Il dibattito sull’argomento continuerà domenica pomeriggio dalle 18:00 alle 20:00 nel corso della trasmissione Sport in Oro, in onda su Rete Oro (ch 18) ed in diretta Live streaming sui nostri canali social.