A cura di Roberto Matrisciano
Promozione Girone C
Dopo un grande girone di ritorno, il Torrenova è riuscito ad ottenere la tanto sospirata salvezza, grazie alla vittoria a dir poco rocambolesca contro la Lepanto nell’ultima giornata di campionato. Un giusto premio per una squadra di qualità che non ha mai smesso di crederci, anche dopo l’incredibile serie di insuccessi invernali che avevano fatto temere il peggio. Tutto questo, grazie soprattutto all’arrivo di Andrea Cataldi sulla panchina del “Tre Torri”, che ha contribuito in maniera decisiva alla salvezza dei romani. Andiamo a scoprire come, nella sua intervista rilasciata ai microfoni di Sport in Oro.
Mister, complimenti per la salvezza raggiunta.
È stata una dura lotta ma alla fine ce l’avete fatta…
” Fare 30 punti nel girone di ritorno non è cosa da poco, abbiamo tenuto un ritmo da playoff.
La squadra ha reagito bene alla serie negativa, indipendentemente dal mio apporto.
Era un ottima formazione anche all’inizio, quando le cose andavano male.
Dal mio arrivo ho solo cercato di cambiare metodologia di lavoro, soprattutto sotto l’aspetto fisico, perché li ho subito visti un po scarichi e giù di tono.
Una volta trovata la giusta condizione, sapevo che i valori sarebbero usciti fuori, perché questa non era assolutamente una squadra da retrocessione “.
La svolta quando c’è stata?
” Io penso che quando abbiamo preso Roberti in porta sia cambiato qualcosa.
È un portiere di qualità e di grande esperienza, che ha dato sicurezza al reparto difensivo.
In quel ruolo così delicato serviva uno come lui, che prima non avevamo.
Poi lo abbiamo visto grande protagonista anche nell’ultima e decisiva gara, quando ha parato due rigori, cosa che nella mia lunga carriera da calciatore non avevo mai visto fare.
Anche gli inserimenti in corsa di Aquino e D’Alessio hanno avuto la loro rilevanza, aggiungendosi ad un organico già valido.
Come accennato in precedenza, anche la ritrovata condizione fisica ha fatto la differenza, i ragazzi hanno lavorato tanto e ne abbiamo beneficiato fino all’ultima gara “.
Con la Lepanto è successo di tutto e di più e proprio nella gara decisiva.
Ha temuto di non farcela ad un certo punto?
” La partita era troppo importante e combattuta, e anche un pari sarebbe stato inutile per evitare i playout.
È stata dura ma i ragazzi hanno dato tutto, chiudendo nel migliore dei modi un girone di ritorno super.
Avevo detto loro che, se fossimo andati ai play-out, avrei giocato anche io.
Ero pronto a tornare in campo, d’altronde fino a Dicembre giocavo nell’ Isola Sacra in Prima Categoria, e forse questo li ha stimolati, visto che per loro sarebbe stato un fallimento farmi ritornare a giocare (ride)…” .
Era alla sua prima esperienza da allenatore.
Visti i risultati, si ritiene soddisfatto di quanto fatto?
“Lo sono soprattutto per il rapporto che si è creato con il gruppo.
C’è stato un rispetto reciproco, e io ho dato a tutti la possibilità di giocare.
Sono stato chiaro sin dall’inizio, dicendo che avrei trattato tutti nella stessa maniera, indipendentemente dal grado di esperienza o meno.
Chi non si poteva allenare con costanza, per qualsiasi motivo, è partito sempre dalla panchina, premiando invece chi era stato sempre presente.
Con me hanno esordito tanto giovani.
Un’altra cosa che mi è piaciuta, e qui non voglio sembrare presuntuoso, è quella di aver spesso fatto cambi che si sono rivelati decisivi.
Penso che una mia qualità sia quella di saper leggere le partite in corso, perché una volta può essere anche solo una coincidenza, ma se questo accade più volte non penso sia sempre fortuna.
Chissà, se magari fossi arrivato prima, forse saremmo arrivati ai playoff.
D’altronde ho preso la squadra quando aveva 14 punti.
A parte tutto questo, sono contento di come siamo andate tutte le cose “.
Il suo futuro è ancora a Torrenova?
” Ancora non si è deciso nulla, vedremo nei prossimi giorni cosa si deciderà con la società.
Io conosco bene l’ambiente, in quanto ho già giocato a Torrenova, ed è stato un gradito ritorno.
Al 90% potrei anche rimanere, sto bene qui, ma se ne saprà di più tra una decina di giorni “.
Sempre che nel frattempo non decida di riallacciarsi gli scarpini…
” E già, – ride – non si sa mai, non nego che la voglia c’è ancora e che il calcio giocato mi manca, ma dopo tanti anni forse è arrivato il momento di dire basta e di concentrarmi definitivamente sulla carriera di allenatore.
Anche perché, ovunque sarò, il prossimo anno per me sarà il secondo seduto su una panchina, e di solito è anche quello più difficile perché è quello della riconferma “.