Dati alla mano, Mirko Trinchera è il miglior portiere del Campionato di Eccellenza.
A testimoniarlo non sono soltanto le riconosciute doti tecniche e caratteriali di un ragazzo che è cresciuto moltissimo nelle ultime stagioni, ma anche le fredde statistiche che suggeriscono una media-gol subiti di poco più di mezzo per partita.
E’ lui l’ultimo baluardo di una difesa, quella del Villanova, che gode di una compattezza che non ha nessuno nei due gironi del nostro massimo campionato regionale.
Con una semifinale di ritorno ancora da giocare in Coppa Italia ed un piazzamento in campionato che autorizza fantasie ardite, il momento è propizio per sedersi ed ascoltare cosa ha da dire il “Saggio” dello spogliatoio del Ferraris.
A lui affidiamo il ruolo di “termometro” degli umori della squadra di Cristiano Di Loreto.
Trinchera, come si arriva ad essere il portiere meno battuto della categoria?
“Ci vuole tanta serenità d’animo ed è fondamentale avvertire la fiducia di tutto l’ambiente.
Per questo motivo non posso che ringraziare il mio preparatore, mister Di Loreto ed ovviamente tutti i compagni di squadra”.
Lei ha appena compiuto ventiquattro anni, ma vanta già una robusta esperienza in questo campionato.
Quanto si sente cresciuto rispetto agli inizi?
“Molto e sotto diversi aspetti.
A differenza di quando ero ancora un under, adesso so gestire meglio certe situazioni e riesco a curare quei dettagli che prima mi sfuggivano.
In più, prima ero io a dovermi prendere i rimproveri da parte dei compagni più grandi, mentre adesso anch’io vengo ascoltato”.
E’ vero che all’interno dello spogliatoio del Villanova lei funge un po’ da moderatore?
“I compagni mi considerano una sorta di saggio.
Quando c’è da placare i più fumantini, tocca a me intervenire”.
Facciamo del gossip.
Quali compagni richiedono maggior impegno da parte sua?
“Beh, caratterialmente parlando con il mio amico “Pennellone” Edoardo Santori non è semplice e con lui ho un conto aperto (ride).
A ruota dico anche Vittorio Marini, che tende a sfuggirmi, e Petrella, che da ruolo spesso è costretto a randellare a centrocampo e per questo motivo viene spesso ammonito”.
So che tra le maggiori virtù del Villanova c’è la grande compattezza del gruppo.
Conferma?
“Sì, lo confermo.
Personalmente ho legato tantissimo con Di Mauro, Santori e Dovidio”.
Tutti difensori.
Allora, è vero che un reparto difensivo solido nasce anche dalla sintonia fuori dal campo.
“Non so.
Per quanto mi riguarda, è la prima volta che lego così tanto con chi gioca dietro.
In precedenza non mi era mai accaduto”.
Insisterei sulla compattezza.
Come ci si arriva?
“E’ un processo lento e graduale.
Questo gruppo è cambiato pochissimo rispetto alla scorsa stagione e, a differenza di dodici mesi fa, quest’anno non esiste una vera e propria ammazzacampionato.
Già l’anno passato avevamo fatto un grande torneo e ad un certo punto avevamo anche accarezzato l’idea di centrare il secondo posto.
Quest’anno c’è grande equilibrio e già durante l’estate, guardandoci in faccia, ci sentivamo consapevoli dei nostri mezzi e pronti a disputare un grande campionato”.
Eppure, il club continua a mantenere il profilo basso…
“Nella dirigenza solo il direttore sportivo Paolo Armeni ha dichiarato dall’inizio che questo campionato potevamo giocarcelo.
Ora però vedo che anche gli altri, incluso il presidente, cominciano a farci la bocca…(ride)“.
In un torneo all’insegna del grande equilibrio gioca un ruolo importante la continuità.
“Veniamo da dodici risultati utili consecutivi e questo ci fa stare tranquilli, così come la società che non ci ha mai fatto mancare nulla.
Non sono state tutte vittorie, lo sappiamo, ma sarebbe stato impossibile.
Speriamo di continuare così”.
A suo giudizio, fin qui qual è la squadra che ha maggiormente deluso le aspettative?
“Non so rispondere a questa domanda.
Mi limito a riferire quello che ci dice sempre Di Loreto, ossia che giocando sempre con intensità ed attenzione non siamo secondi a nessuno.
Dobbiamo concentrarci unicamente su di noi e non pensare agli altri”.
Domenica ospiterete quella Vigor Acquapendente che all’andata vi ha dato uno dei pochi dispiaceri stagionali.
Che ricordi ha di quella partita?
“Ricordo una squadra determinata, ben messa in campo e vogliosa di fare bella figura davanti al proprio pubblico, visto che era la partita del ritorno in Eccellenza per loro.
Hanno Danieli e Saleppico nei primi posti della classifica marcatori, quindi dovremo prestare massima attenzione e cercare di vendicare quella sconfitta”.
Subito dopo sarete chiamati al riscatto anche contro l’Albalonga in Coppa Italia.
“La semifinale d’andata è stata davvero una grossa delusione e ci sono voluti due o tre giorni per smaltirla.
Purtroppo siamo stati puniti dall’espulsione di Vittorio (Marini, ndr) e dalla mossa di Gagliarducci, che è stato bravo a togliere un centrocampista per inserire un altro attaccante.
Peccato, perchè dopo i primi quindici minuti in cui avevamo pagato l’inesperienza di qualcuno di noi, stavamo disputando un’ottima partita.
Loro sono stati cinici a sfruttare gli episodi e poi hanno utilizzato al meglio le risorse che avevano in panchina”.
Al ritorno servirà un’impresa.
Ci credete?
“Molti ci danno per spacciati, ma noi daremo tutto.
Sappiamo di non essere una squadra che segna moltissimo, però ce la giocheremo fino in fondo, con fiducia e speranza”.
Se lei avesse un euro, lo giocherebbe sul Villanova in finale di coppa o sul Villanova vincitore del Girone A di Eccellenza?
“Beh, i bookmakers assegnerebbero quote decisamente più basse per il nostro successo in campionato.
Io però taglio la testa al toro e punto un euro su entrambe le giocate”.
Quanto tiene allo status di portiere meno battuto del torneo?
“Ci tengo tantissimo.
Non ho mai avuto la gioia di segnare un gol e difficilmente riuscirò a realizzarne, perciò mi limito a provarne, quando evito che altri ne facciano a me”.
Si ricorda la parata più bella di questa stagione?
“Ne ricordo due.
Una in campionato, contro la Nuova Sorianese, e l’altra in Coppa Italia con il Cassino.
In entrambi i casi, su colpo di testa di un giocatore avversario”.
Ora le chiedo di immaginare che io sia il diavolo e che le proponga la possibilità di vedere il Villanova in Serie D il prossimo 3 maggio, a costo di una rinuncia.
Cosa sarebbe disposto a sacrificare?
“In questo caso e lo dichiaro con il groppo in gola, vista la mia fede juventina, sarei disposto ad accettare anche che la Roma vincesse lo scudetto.
E non sarebbe facile, credetemi…”.