VIAGGIO ALLA SCOPERTA DELLE NOSTRE AVVERSARIE: IL PATERNO DI FABIO IODICE

VIAGGIO ALLA SCOPERTA DELLE NOSTRE AVVERSARIE: IL PATERNO DI FABIO IODICE

Forse, guardandosi negli occhi prima dell’inizio del match, i calciatori del Paterno (nella foto D’Angelo) e quelli del Serpentara BellegraOlevano riconosceranno se stessi nel riflesso degli altri.

Questo perchè la formazione di Fabio Lucidi e quella del suo omonimo Iodice hanno vissuto un cammino quasi identico negli ultimi due anni.

Esattamente come il Serpentara, nella passata stagione i marsicani militavano in Promozione e covavano ambizioni di vittoria del torneo e, proprio come i rivali, dopo un inizio non felice hanno cambiato guida tecnica.

Il club del presidente Angelo Di Gregorio si è accomiatato dall’ex tecnico Piero Di Paolo negli ultimi giorni del gennaio 2014, all’indomani della sconfitta casalinga con il Poggio Barisciano, chiamando in sua sostituzione Fabio Iodice.

Una mossa azzeccata, visti i risultati, perchè con l’ex Civitella Roveto e Canistro, il Paterno ha centrato due secondi posti consecutivi.

Il primo è valso l’Eccellenza grazie al vittorioso play-off con il Pontevomano, il secondo, rafforzato dopo il confronto di domenica scorsa con il Francavilla, vale la prosecuzione del sogno-Serie D.

Costanti che ritornano: entrambe le partite sono state disputate sul manto erboso di Città Sant’Angelo, un palcoscenico che evidentemente porta fortuna ai nerazzurri.

Più nitidi, per chi scrive e probabilmente per i nostri affezionati lettori, sono i ricordi legati alla travolgente scalata del Serpentara, nato grazie all’intuizione dei vertici societari di Bellegra ed Olevano Romano nella primavera del 2012 ed arrivato sul tetto del Lazio in tempi rapidissimi dopo un solo anno di apprendistato nel durissimo Girone C di Promozione.

Dopo quella prima stagione chiusa alle spalle di Futbolclub, Real TBM Zagarolo e Ciampino (poi tutte salite in Eccellenza), il club dei presidenti Luciano Ferro e Filippo Albensi ha cambiato passo e marcia.

Dopo un avvio complicato, segnato dall’esonero di Fabrizio Centra ed un breve interregno dell’ex direttore sportivo Alessandro D’Antoni, il Serpentara ha scelto Fabio Lucidi, convincendolo a scendere di categoria per la prima volta nella sua carriera da allenatore.

Mossa felice anche in questo caso perchè, presa confidenza con l’ambiente e con la squadra, il tecnico romano ed i suoi uomini si sono resi protagonisti di una cavalcata trionfale, culminata nel maggio scorso con il successo a spese del Cre.Cas., ottimo secondo e successivamente vincitore della Coppa Italia, piegato al Savoia dalla tripletta di Daniele Barile.

I punti di contatto tra le due squadre proseguono anche nell’attuale stagione.

Gli abruzzesi hanno duellato fino all’ultima giornata del campionato con l’Avezzano che ha trionfato con un solo punto di vantaggio sui cugini (Paterno è una frazione del Comune di Avezzano, ndr) grazie ad un finale degno del miglior giallista: Avezzano costretto a giocare a San Salvo senza il supporto dei propri tifosi e gelato dal gol del pari dei padroni di casa a cinque minuti dalla fine, poi l’estasi conseguente alla rete dell’attaccante Bisegna al 94′.

Il Paterno si è quindi dovuto accontentare del secondo posto.

Un traguardo di assoluto prestigio per essere il primo anno nell’elite del calcio abruzzese e consolidato grazie allo 0-0 di domenica scorsa nel play-off con il Francavilla, al termine di un match contrassegnato da una lunga interruzione per un malore, risoltosi poi nel migliore dei modi, ad un tifoso nerazzurro grazie al tempestivo intervento del personale sanitario e, pare, addirittura di Daniele Ortolano, presidente del Comitato Regionale abruzzese ed ex primario del Reparto di Rianimazione dell’Ospedale “San Liberatore” di Atri, tra i primi a soccorrerlo.

La grande speranza, il rammarico e poi la gioia.

Emozioni che hanno contraddistinto anche l’annata della squadra di Lucidi.

Impatto straordinario in una categoria nella quale il Serpentara si presentava da matricola, la furibonda rimonta delle nove vittorie consecutive a metà stagione e poi da quella che per culmine ha avuto il trionfo di Colleferro, al termine di una gara interpretata magistralmente da Scotto di Clemente e compagni.

E poi ancora il testa a testa con l’Albalonga fino al pari dell’ultima domenica di campionato a Minturno che, in luogo dell’auspicato spareggio-primato con i castellani, ha assegnato ai biancorossoblu la sliding door di quello per il secondo posto.

Il resto è storia recente.

Chi vaticinava il contraccolpo psicologico di un obiettivo più pregiato sfumato all’ultima curva è stato ripagato dalla moneta di Monterotondo: altro 2-0 contro i rossoneri e biglietto andata/ritorno per il match con i marsicani.

A trovarsi di fronte saranno due squadre simili per modo di interpretare il calcio e questo, chissà, potrebbe condurre ad una partita a scacchi a distanza tra i due allenatori.

Della fase difensiva delle squadre allenate da Lucidi abbiamo spesso cantato le lodi nel corso degli anni e l’impermeabilità del reparto arretrato (solo 25 le reti subite nelle trentacinque gare, spareggio compreso, disputate da Casciotti e soci) anche quest’anno è stata una delle chiavi del successo.

Ancor meglio, sotto questo profilo, è andata la formazione di Iodice, che di reti ne ha incassate appena 19 nel corso del proprio campionato di competenza.

Grande merito va a Mario Di Girolamo, estremo difensore classe 1983, che gli appassionati del nostro calcio ricorderanno per aver difeso la porta del Sora in due fasi molto differenti della storia bianconera.

La prima, da giovanissimo ai tempi della C1, la seconda, con un atto d’amore che merita di essere sottolineato, qualche anno fa in Prima Categoria negli anni della ripartenza post-fallimento.

E’ sotto il profilo realizzativo che invece emergono le differenze sostanziali tra le due squadre.

Il Serpentara ha segnato complessivamente di più, mandando in rete un numero maggiore di elementi (Petrangeli, Barile e Fazi su tutti), mentre il Paterno deve quasi il 50% del proprio fatturato offensivo allo straripante contributo di Orlando Aquino.

Con le sue 22 reti l’attaccante di Boscoreale ha infatti chiuso al secondo posto della classifica dei marcatori, alle spalle dell’avezzanese Moro.

Massima considerazione dovrà anche essere prestata al talento di Marcos Bolzàn.

Classe 1981, argentino da anni trapiantato in Abruzzo (vanta trascorsi con Grottammare, L’Aquila, Teramo e Celano tra le altre), il numero 10 è elemento essenziale nelle manovre d’attacco della squadra marsicana e con le sue sette reti è il secondo miglior realizzatore della squadra.

Si giocherà all’Alfredo Barbati di Pescina (fischio d’inizio alle ore 17) e non più allo Stadio dei Marsi di Avezzano, come inizialmente disposto dalla Lega Nazionale Dilettanti.

Il ritorno andrà invece in scena sette giorni più tardi al Savoia di Bellegra alle ore 16.

La squadra che uscirà vincitrice dal confronto tra le formazioni di Lucidi e Iodice dovrà poi vedersela con una tra gli umbri del Todi ed i marchigiani del Monticelli.