VIRZI: “LA LUPA CASTELLI ROMANI SARA’ FORTE ANCHE IN SERIE D”

VIRZI: “LA LUPA CASTELLI ROMANI SARA’ FORTE ANCHE IN SERIE D”

Nell’articolo pubblicato poche ore fa avevamo già rimarcato l’intenzione della Lupa Castelli Romani di costruire una rosa competitiva anche nel prossimo Campionato di Serie D.

Ad avvalorare tali considerazioni sono arrivate anche le parole del presidente giallorosso, Alessandro Virzi, che insieme al direttore generale Pietro Rosato sta costruendo una squadra chiamata a recitare un ruolo importante anche nella massima categoria dei dilettanti.

Dalla questione-campo al suo rapporto con Cristiano Gagliarducci, il patron si è concesso in maniera schietta ed onesta ai nostri microfoni.

 

Presidente, cominciamo dal capitolo-Otto Settembre.

Ci sono novità in merito?

“Come sapete, anche a Frascati sono appena svolte le elezioni amministrative e siamo in attesa di conoscere l’esito, anche se pare concreta l’ipotesi-ballotaggio.

Purtroppo sono situazioni che ci stanno facendo perdere tempo prezioso, anche se abbiamo già le idee chiare su come muoverci in vista della prossima stagione e siamo al lavoro da tempo”.

Conferma che per voi la priorità rimane Frascati?

“Lo confermo, anche se ci sono anche pure ipotesi al vaglio.

Vedremo quali saranno gli sviluppi nelle prossime settimane”.

Dopo avervi visto trionfare con numeri da record in Eccellenza, in molti si attendono una Lupa Castelli Romani assai competitiva anche in Serie D.

“Stiamo lavorando per costruire una squadra forte ed abbiamo già attivato molte trattative per farlo.

Con la riforma, molti giocatori scenderanno dalla Lega Pro e noi monitoriamo la situazione con un occhio particolarmente attento agli under che possano fare al caso nostro”.

Quale profilo deve avere un giocatore da Lupa?

“Per principio noi abbiamo sempre valutato per prima cosa la persona e poi il calciatore.

Continueremo a seguire questa filosofia anche in futuro”.

Quando si sale di categoria, spesso si è costretti a salutare alcuni interpreti del passato.

Se anche voi foste costretti ad intraprendere questa via, ci sarebbero dei rimpianti?

“Sicuramente.

Per indole, io tendo ad essere una persona che si affeziona molto e, se fosse per me, terrei tutti i calciatori dell’ultima stagione.

Sono tutti dei bravi ragazzi e mi dispiacerà se alcuni di loro dovessero salutare.

Poi, nel calcio si fanno delle valutazioni.

L’intenzione della società sarebbe quella di mantenere l’ossatura della squadra di quest’anno, ma c’è un budget ed all’interno di quello dobbiamo muoverci.

La Lupa Castelli Romani è una società sana e non vende fumo.

Siamo abituati a mantenere gli impegni fino in fondo.

Diversamente da quello che accade in altre realtà, se con un giocatore ci accordiamo per una certa cifra, quella cifra rimarrà inalterata fino alla fine del campionato.

Questa è la nostra politica”.

Una Lupa Castelli Romani che sarà griffata-Gagliarducci anche in Serie D.

“Cristiano è un guerriero, anche se poi chi lo conosce sa perfettamente che è una persona buonissima.

Ci accomuna il non voler mai perdere”.

Qual è la qualità migliore del mister?

“E’ una persona assai intelligente ed in grado di tirare fuori il meglio da ogni giocatore.

Lui non guarda in faccia nessuno, non sta a vedere il curriculum di chi ha davanti, ma valuta un ragazzo per quello che sa dare in campo.

Attualmente è in vacanza, ma passa quattro o cinque ore al giorno al telefono con Pietro (Rosato, ndr) per restare costantemente aggiornato sulle manovre del club”.

Lo possiamo definire una sua scommessa vinta?

“Beh, a Genzano avevo consigliato di affidare a lui la panchina già quando era solo l’allenatore in seconda.

Ha salvato una squadra che aveva conquistato sette punti nelle prime dieci giornate di campionato.

Il mercato di riparazione è stato importante, certo, ma non è semplice neppure in quelle condizioni.

Mi piace ricordare che Cristiano in un anno e mezzo ha perso solo due volte, di cui una all’ultimo minuto.

Di solito, non sono prodigo di complimenti, ma lui se ne merita molti”.

Che impatto ha avuto il calcio sulla vita di Alessandro Virzi?

“Di tempo libero me ne resta pochissimo (ride).

Scherzi a parte, io vivo di emozioni ed il calcio riesce a darmene di fortissime e mi piace condividerle con i miei ragazzi.

Quando vado agli allenamenti, mi piace giocare insieme a loro.

Credo che queste siano tra le componenti migliori in un calcio che, purtroppo, rimane malato”.

Se avesse la fatidica bacchetta magica, lei dove interverrebbe per sanarlo?

“Sarebbe necessario partire dai piani di sopra e rivedere un bel po’ di cose.

La verità è che girano troppi soldi, anche tra i dilettanti.

I giocatori stessi dovrebbero capire il momento e rivedere in parte le loro posizioni.

Il calcio va fatto anche per passione, non solo per i soldi.

Servono meno chiacchiere.

Non dico che non debbono guadagnare e che i migliori non meritino qualcosa in più, però occorrerebbe calmierare la situazione.

Prendete Messi.

Per quanto forte, vi pare normale che un calciatore venga pagato venti milioni di euro l’anno, quando nel momento di crisi attuale ci sono famiglie che non arrivano alla fine del mese?”.