Non era un lavoro semplice quello affidato a mister Marco Conti quando ha firmato per allenare la Vjs Velletri.
Il suo ritorno in Promozione, dopo che si era staccato dal calcio, è stato in una situazione piuttosto delicata: squadra giovane, entusiasta dopo le prime gare, poi finita in un tunnel di sconfitte e pareggi che l’hanno condotta dal terzo posto alla zona play out.
Il tecnico ha dunque dovuto lavorare sulla mente e sui piedi di ogni singolo calciatore, raggiungendo un’insperata salvezza, ma guai a definirla un’impresa o un miracolo.
“La soddisfazione è tanta – ha detto Marco Conti a mentre fredda dopo il blitz di Torvajanica – ed essendo di Velletri la felicità è doppia.
Non nascondo che sono stati due mesi duri, a volte le certezze per raggiungere la salvezza sono mancate anche a me, ad esempio dopo la partita con il Cori, quando ho avuto la sensazione che non ce l’avremmo fatta.
Era difficile mantenere la concentrazione di questi ragazzi, in una partita – derby che poteva essere alla nostra portata ed invece è stata una delle peggiori che abbiamo disputato sotto la mia gestione”.
Ma le vittorie sono arrivate, e la squadra ha tirato fuori il carattere forte della grinta del suo allenatore sempre molto sanguigno in panchina (ben due espulsioni all’attivo, suo malgrado).
Per Conti “non ci sono state partite di svolta ma partite in cui i ragazzi hanno dimostrato il loro valore, su tutte quelle contro Rocca Priora, Palocco e Montespaccato, con prestazione maiuscole”.
La media salvezza infilata dall’allenatore veliterno è di 14 punti in 10 partite, ma il tecnico puntualizza che “qualcosa ci manca, a Palocco meritavamo i tre punti, a Torrenova almeno un pari sarebbe stato giusto”.
A traguardo raggiunto si fa anche mente locale degli attimi vissuti negli spogliatoi, sul campo, in panchina.
La fortuna ha aiutato?
Secco il no del mister: “Fortuna e sfortuna non cambiano le sorti di una partita.
L’applicazione dei ragazzi invece cambiava da una domenica all’altra.
A volte prendevano le partite con troppa superficialità, ma poi sono diventati più concentrati.
Questa squadra da quando l’ho presa ha avuto a mio avviso un grande miglioramento: non voglio dare lezioni, ma questi ragazzi non erano abituati a stare in campo e non potevano mantenere la concentrazione novanta minuti.
Bisogna abituare la squadra alla concentrazione”.
I 42 punti hanno garantito la permanenza in Promozione, in un girone che molti addetti ai lavori hanno definito scarso e con giocatori di livello inferiore rispetto alle precedenti edizioni.
Mister Conti, cominciando dalla Vjs Velletri, traccia un breve bilancio: “Alcuni ragazzi hanno valori inespressi, e in questi due mesi qualcuno sono riuscito a farlo venir fuori, altri no ed è un peccato.
Sugli esperti invece dico che nei momenti difficili mi sono attaccato a loro.
Quando hai ‘grandi’ come Carbonari, Rulli, Pasqualini a disposizione dei ragazzi si cementa il gruppo.
Quando venivo a vedere le partite allo stadio da spettatore (accompagnando il padre, tifoso rossonero 84enne e storica figura della società negli anni della D, ndr) alcune squadre erano molto scadenti, sembravano davvero poca cosa, mentre da allenatore sono arrivato in un momento in cui dovevano decidersi i giochi e tutti erano attaccati anche al punto e si stavano decidendo le sorti della classifica.
Quando non c’è margine di tempo e restano poche gare le partite sono da sei punti”.
La Vjs Velletri è riuscita ad evitare i play out grazie ad un enorme lavoro di gruppo, come confermato dal trainer veliterno: “Non c’è altro punto di forza della squadra se non il gruppo, e i calciatori hanno capito che se volevano venire fuori dal pantano mi dovevano seguire.
Gli allenamenti iniziavano presto, finivano tardi, li ho sempre fatti allenare quattro volte a settimana a tutte le condizioni climatiche, ma ci hanno messo del loro e meritano il traguardo”.
Nelle dieci gare avute a disposizione per compiere l’obiettivo-salvezza il calendario non è stato del tutto agevole: tra scontri diretti e match con le big, i rossoneri hanno dovuto sudare le proverbiali sette camice ma alla fine hanno ben figurato risultando solidi soprattutto in difesa (12 gol subiti, non molti): “Ho avuto un rammarico – confida Marco Conti – a Ciampino me la sarei voluta giocare in maniera diversa, avevamo squalificati e infortunati, ma dal punto di vista tattico avremmo potuto fare di più. Lo 0-0 col Lido dei Pini invece era stato definito una mezza sconfitta, e in realtà si è visto che sono arrivati terzi”.
Avendo già guidato la Vjs in Eccellenza per ben due volte, il mister si è tolto la soddisfazione di fare il profeta in patria, e il confronto con le annate trascorse non può evitarsi: “L’ultima volta forse per alcune cose (Eccellenza, ndr) era una Vjs
più attrezzata in campo e fuori.
Dispiace che ci sia scetticismo intorno al club e che le persone non si avvicinino a questa società.
Io credo che già il nome Vjs Velletri sia sinonimo di fedeltà e amore che è e sarà dentro tutti i cittadini di Velletri, di una società blasonata a livello nazionale”.
Infine, l’allenatore loda tutti dal primo all’ultimo giocatore, forse peccando di modestia: “Non mi do meriti che non sono miei, giudicheranno gli altri cosa ho fatto quest’anno.
Di sicuro quando prendo una squadra io do tutto, però chiedo anche tutto.
L’impegno totale e massimo deve essere reciproco.
La mia esperienza è stata positiva perché ci siamo salvati, il mio compito è finito (con obiettivo raggiunto).
Un pensiero va a mio padre e mio figlio, che si sono visti tutte le partite in casa e fuori: è una dedica anche a loro questa salvezza. Ma ringrazio anche il presidente Scaccia e il direttore generale Bruni, sono stati loro a volermi, a insistere per farmi accettare, visto che avevo deciso di restare fuori dal calcio e ad inizio stagione ho rifiutato due-tre squadre”.
Il ritorno in grande stile con una salvezza di sicuro non facile è stato anche un ennesimo banco di prova, vinto, dal tecnico veliterno.
La Vjs Velletri è salva, la cura Conti ha funzionato.
(Ufficio Stampa Vjs Velletri)