Casimirri-Aprilia, è amore puro: “Qui perché siamo una famiglia. Venturi è un grande motivatore”

Casimirri-Aprilia, è amore puro: “Qui perché siamo una famiglia. Venturi è un grande motivatore”

Di Alessandro Bastianelli.

L’impresa dell’ottava giornata l’ha firmata lui, insieme ovviamente ai suoi compagni.

Grazie a un gol di Andrea Casimirri, l’Aprilia è riuscita a sconfiggere in casa la Nuorese domenica scorsa. Una piccola impresa valsa altri tre punti in classifica, che si sommano agli altri sette incamerati nelle precedenti tre uscite.

Gli apriliani non perdono da quattro turni, nei quali sono stati strappati tre scalpi nobili: Monterosi, Trastevere e ora la Nuorese, compagini attrezzate per campionati di alto livello.

Al centro delle trame di Venturi, c’è Andrea Casimirri, un numero dieci girovago che sembra aver deciso di stanziarsi ad Aprilia, dopo un lungo peregrinare. Merito anche di un allenatore che lo sta motivando e rilanciando, e di un gruppo che vale più di ogni altra cosa.

Tutti elementi che Andrea ci ha voluto raccontare nell’intervista che vi proponiamo.

Andrea, avete firmato l’impresa della giornata battendo la Nuorese.

Sembra che l’Aprilia si esalti contro le grandi squadre.

«Credo che dopo Rieti, Atletico e Monterosi ci sia la Nuorese fra le squadre più forti del campionato, ed è stato un orgoglio batterli. Potevamo giocare anche un’altra giornata, ma non credo che ci avrebbero mai segnato.

I nostri punti di forza sono essenzialmente tre: la tattica, il sacrificio e il gruppo. Nelle ultime giornate stiamo facendo punti perché stiamo imparando anche a sfruttare le occasioni, ma tutto ciò nasce dalla grande convinzione che mettiamo in campo durante le partite».

Un ’99 in porta, un altro al centro della difesa ed un ’98 sulle fasce. Non deve essere stato facile per i giovani fermare gente come Meloni.

«Del Moro, Bencivenga, Valentini e gli altri under sono l’emblema di quando dico che, nel calcio, il gruppo è tutto. Per noi “vecchi” aiutare i giovani è una responsabilità, più che un obbligo imposto.

L’Aprilia è una grande famiglia, stiamo costruendo un gruppo che si rispetta e si aiuta fra tutti, gestito da uno staff eccezionale. Qui con pochi soldi vogliamo fare qualcosa di importante, per ora qualche soddisfazione ce la stiamo togliendo, ma la strada è lunga».

Dove deve guardare l’Aprilia? A chi sta davanti o a chi sta dietro?

«Dobbiamo guardare la prossima partita, e basta.

Lo scorso anno siamo arrivati secondi, vincendo i play off, senza fare calcoli, senza pensare al lungo periodo ma solo lavorando settimana per settimana.

Adesso pensiamo all’Ostiamare, che è una squadra esperta, furba e con giovani interessanti; lunedì prossimo penseremo al Rieti e cosa via.

Di sicuro c’è che noi vogliamo giocarci ogni partita. Non ci sentiamo mai battuti in partenza con nessuno, ed affrontiamo gli avversari con il massimo rispetto, ma senza paura».

Domenica ti sei sbloccato in campionato, ma oltre ai gol cosa ti chiede mister Venturi?

«Mi mancava il gol e ci tenevo a segnare domenica, per un attaccante è importante.

A me piace fare assist, giocare dietro la punta e aprire gli spazi con l’ultimo passaggio. Da un po’ di tempo però il mister mi sta facendo lavorare anche sulla fase difensiva, chiedendomi di aiutare anche nei ripiegamenti.

Mi tocca sgobbare un po’ di più (sorride ndr), ma in Serie D non puoi permetterti di fare una fase soltanto».

È l’aspetto su cui stai cercando di migliorare? A 27 anni hai comunque ancora margini di crescita.

«Io penso soltanto a fare il professionista, anche se gioco nei dilettanti.

Lavoro a 360°, cercando di migliorare l’attitudine al lavoro quotidiano senza sacrificare nulla. A parole sembra facile, ma lavorare globalmente è quanto di più impegnativo possa esistere nel calcio.

Curo i dettagli, l’atteggiamento, l’attitudine al lavoro, e spero di dare anche l’esempio verso i più giovani. Se sei un giocatore importante non puoi farti solo coccolare, ma hai anche delle responsabilità verso chi ti gioca vicino».

Responsabilità che ti avrà dato in grande misura Mauro Venturi.

Parlaci del tuo rapporto con lui.

«Che dire, è il miglior allenatore che ho avuto insieme a Farris (attuale secondo di Inzaghi alla Lazio ndr).

Pensa che io neanche volevo scendere in Eccellenza, ma dopo aver conosciuto il mister non ho atteso molto per firmare con l’Aprilia.

Venturi è un trascinatore, un motivatore, sa coinvolgerti e farti amare l’obiettivo che ci si è prefissati. Se sono qui, se sono venuto e rimasto ad Aprilia, è proprio perché c’è lui».

Non sei mai stato più di un anno in una squadra, pensi di poterti fermare ad Aprilia?

«Lo spero, sicuramente, perché qui mi trovo bene e stiamo costruendo un grande gruppo.

Ho rifiutato offerte più importanti, anche a livello economico, pur di restare qui, qualcosa vorrà pur dire.

Io credo che nel calcio esistano altre cose oltre ai soldi, e fra queste c’è il gruppo che per me è la prima cosa.

Qui c’è uno staff eccezionale e stiamo diventando una grande famiglia, perché dovrei andarmene? Vogliamo fare qualcosa di importante, con pochi soldi e tanto lavoro»

Magari Aprilia sarà la tua nuova Sora.

A proposito, segui ancora la tua ex squadra?

«Si la seguo, so che stanno andando bene in Promozione e auguro alla piazza di tornare a vivere i campionati che meritano.

Sono stato a Sora un solo anno, ma mi sono innamorato di quei tifosi, di quel calore e di quella passione che altrove, nel Lazio, non esistono.

È stato un anno difficile, sappiamo tutti com’è andata a finire e noi giocatori abbiamo fatto dei sacrifici importanti per arrivare a fine anno.

Ma devo dirti che non rimpiango nulla, un’esperienza come quella che ho vissuto io a Sora può soltanto che forgiarti e renderti più forte».

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