Parla Gasparri “Cuore Astrea”: “Vogliamo tornare in D, ora vediamo cosa c’è oltre la siepe…”

Parla Gasparri “Cuore Astrea”: “Vogliamo tornare in D, ora vediamo cosa c’è oltre la siepe…”

Dopo tre decenni trascorsi nelle categorie superiori, l’Astrea sta affrontando il suo secondo campionato di Eccellenza.

La retrocessione arrivata al termine della tumultuosa stagione 2015/16 ha portato con sé tutta una serie di inevitabili conseguenze all’interno del club della Polizia Penitenziaria, costretta ad un’opera di restyling complessa quanto radicale.

La società di via Giuseppe Barellai ha deciso di affidarsi ad uomini dal dna certificato per progettare una risalita fortemente voluta da tutti.

Chi con una mansione chi con un’altra, i vari Montarani, Gallo, Cruciani e Gasparri remano tutti nella stessa direzione: quella di riportare l’Astrea in una dimensione più consona alla storia di un club che, in anni neppure troppo lontani, ha scritto pagine esaltanti per il nostro calcio.

Roberto Gasparri, come detto, è una delle “Grandi Anime” della società.

La definizione di direttore tecnico va probabilmente troppo stretta alla storia di un uomo che i colori dell’Astrea li ha letteralmente cuciti addosso e che, prima di esercitare l’attuale funzione, dei ministeriali è stato prima calciatore e poi allenatore.

Focus sulla prima squadra, dunque: i biancazzurri sono quinti in classifica a nove punti dalla capolista Cre.Cas., ma vengono da tre successi consecutivi e domenica scorsa hanno conquistato il prestigioso scalpo del Ladispoli.

In più c’è una semifinale di Coppa Italia tutta da vivere contro il Latina Scalo Sermoneta e pure quello può diventare un obiettivo sensibile.

Prima però ci sarà da pensare alla Vis Artena, che staziona due punti sopra l’Astrea in classifica e che sabato ospiterà Mollo e compagni al Comunale.

Un’occasione ulteriore per riaprire il cassetto dei ricordi e guardarci dentro, visto che di Francesco Punzi Gasparri fu tecnico quando l’allenatore rossoverde ancora giocava e considerato pure che i due diedero vita ad una breve staffetta nella recente avventura reatina in Eccellenza.

 

Roberto, un primo, parziale, bilancio di questa stagione possiamo cominciare a tracciarlo?

“Sì, e personalmente mi ritengo abbastanza soddisfatto.

In campionato stiamo facendo bene, anche se non benissimo, ma veniamo da un periodo positivo ed abbiamo anche conquistato la semifinale di Coppa Italia.

Il nostro difetto atavico continua purtroppo ad essere la continuità.

E’ su quello che dobbiamo lavorare.

Spesso siamo usciti tra gli applausi ed i complimenti degli avversari, ma non abbiamo raccolto i punti che avremmo meritato”.

Un limite che avevate evidenziato anche nella passata stagione…

“Esatto.

Forse non riusciamo a mantenere alta la tensione per troppe partite consecutive, davvero non lo so.

Adesso ne abbiamo vinte tre in fila, ma non so cosa aspettarmi.

Non vorrei che dietro la siepe spuntasse qualcosa…

A noi serve continuità di risultati e di prestazioni: le partite di cartello raramente le sbagliamo.

L’anno scorso, ad esempio, siamo stati l’unica squadra a non perdere mai con lo SFF Atletico, poi però siamo stati sconfitti dal La Sabina, poi retrocessa, e dall’Almas, retrocessa e susseguentemente ripescata.

Quest’anno abbiamo sconfitto squadre importanti come la Valle del Tevere ed il Ladispoli, ma abbiamo lasciato punti alla Boreale…”.

SIMONE DI IORIO ATTACCANTE ASTREA
SIMONE DI IORIO ATTACCANTE ASTREA

Qualcuno afferma che la vostra discontinuità possa trarre origine dalla mancanza di stimoli, o se vogliamo di pressioni, che ai calciatori darebbe una piazza più calorosa della vostra.

“Non credo sia questo il problema.

Attorno a me vedo gente che ha a cuore questa maglia.

Gente come Cipriani e Di Iorio, entrambi classe ’80, sono un esempio per l’entusiasmo che ci mettono anche in allenamento.

Senza parlare di uno come Di Benedetto che da oltre un anno gioca con un tendine che dovrebbe essere operato”.

Il mercato vi ha privato di un difensore importante come Casavecchia.

“Vero, però lo abbiamo rimpiazzato e siamo molto soddisfatti dell’apporto che stanno dando i due nuovi Odorisio e Tiraferri”.

Sabato si va ad Artena con quale proposito?

“Vogliamo dare continuità al nostro momento, anche se andremo ad affrontare una squadra forte e che merita il dovuto rispetto.

Avremo numerosi problemi: per squalifica ci mancheranno pedine fondamentali come Di Iorio, Ciolli, Rondoni e Mollo.

In più dovrebbe essere appiedato anche il mister, quindi presumibilmente mi toccherà tornare in panchina (sorride)…”.

punzi e caprino

Il che darà ulteriore sale alla sfida, visti i tuoi intrecci recenti e più datati con Punzi.

“Francesco è stato mio giocatore ai tempi della Berretti Nazionale.

Era un centrocampista d’ordine, ma ha smesso presto per dedicarsi alla carriera da tecnico.

Già allora si vedeva che era interessato ad intraprendere quel percorso.

Non era un soldatino che eseguiva silenziosamente tutte le direttive.

Lui chiedeva, si informava sulle metodologie.

Era un ragazzo curioso e voglioso di apprendere”.

Mastrodonato allenatore Astrea

Che tipo è invece Mastrodonato?

“E’ una persona straordinaria, umile e che svolge il proprio lavoro con grande passione ed una naturale predisposizione al dialogo.

Io e lui abbiamo giocato insieme per tanti anni, poi io ho deciso di smettere a trenta e cominciare ad allenare”.

Non ti manca la panchina?

“Vedi, quando io ho appeso gli scapini al chiodo, mi sono imposto di svestire immediatamente i panni del calciatore.

Durante le sedute di allenamento non partecipavo neppure alle partitelle per facilitare questo passaggio.

La stessa cosa accade adesso: l’allenatore è Mastrodonato, io resto al di fuori della sua area di competenza e lo stesso fa Luca Cruciani, uno degli artefici del primo salto in C2 della società, che si occupa della parte amministrativa e burocatica, svolgendo un lavoro enorme”.

roberto gasparri

Quale futuro vuole costruirsi l’Astrea?

“Un anno e mezzo fa siamo tornati a disputare i campionati regionali a distanza di tre decenni.

Per tutti noi la retrocessione è stata qualcosa di drammatico, ma ci siamo rimboccati le maniche e ci siamo immediatamente messi al lavoro.

Sapevamo di dover ricostruire fin dalle fondamenta ma la cosa non ci ha spaventato.

Nelle nostre intenzioni c’era un piano biennale: dopo un primo anno di transizione, questa stagione doveva essere di alto profilo e possibilmente condurci al salto di categoria.

Certo, il girone si è rivelato più complesso di quanto ci attendessimo e non sarà semplice, però oltre al primo posto esistono anche il secondo con gli spareggi nazionali ed anche la possibilità che ti offre la Coppa Italia.

Noi ci proveremo fino in fondo.

Tutti noi vogliamo riportare l’Astrea dove crediamo meriti di stare”.

 

 

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