Fermata sul più bello.
La Vis Sezze stava attraversando decisamente un buon momento di condizione e, grazie al lavoro accuratissimo di società e staff, dalla ripresa dell’attività sportiva era stata tra le pochissime realtà del massimo campionato regionale a non dover mai cedere il passo di fronte alle problematiche connesse al virus.
Prima nel Girone C di Eccellenza, la formazione rossoblù si era resa protagonista di un inizio brillante, nel corso del quale aveva evidenziato che quanto era già stato compiuto nella passata stagione non era affatto frutto del caso.
Il nuovo stop impone un ovvio rallentamento rispetto alla progettualità messa in cantiere, anche se mister Flavio Catanzani, per natura ottimista e per nulla incline a quelle recriminazioni che, troppo spesso, contaminano il nostro ambiente, analizza gli ultimi eventi con calma e lucidità.
“E’ difficile dire se per i dilettanti sia stato giusto fermarsi, ma c’è chi è preposto a fissare delle regole per noi tutti ed io alle regole mi sono sempre attenuto – afferma il tecnico di origini nettunesi – Seppur a malincuore, io dico che dobbiamo fidarci di quanto ci viene imposto, anche se è naturale che a tutti manchi il calcio pre-covid…”.
Come già anticipato nel corso dell’ultima puntata di “Sport in Oro” da Raffaele Minichino, il Dipartimento Interregionale ha avviato una consultazione tra i vari club di Serie D per decidere se proseguire o meno l’attività nonostante il sì del governo.
Potrebbe essere un modello applicabile anche a livello regionale?
“Io credo di sì, ma le società devono essere aiutate e non abbandonate a se stesse – sottolinea Catanzani – Occorrono interventi economici mirati, perché adesso è diventato molto complicato programmare una stagione nel modo in cui eravamo abituati a fare.
Qui ti alleni tutta la settimana, poi rischi di ricevere notizia del rinvio di una partita nella giornata di sabato ed in un solo momento salta tutto quello che avevi fatto.
Mi rendo però conto che nei piccoli centri come Sezze è più attuabile la cosiddetta “bolla” ed isolare ogni componente dal virus rispetto a quanto accade, ad esempio, in una metropoli come Roma.
In questo momento non possiamo far altro che vivere alla giornata e seguire i protocolli che ci vengono indicati, ma i continui rinvii di partite causano difficoltà incredibili anche sul piano della tenuta fisica.
Nella sfida contro di noi, ad esempio, la Pro Cisterna, che veniva da un paio di settimane di stop, ha patito alcuni infortuni di carattere muscolare.
Le problematiche da prendere in considerazione sono molteplici, da parte delle squadre c’è una continua, incessante ricerca della condizione e questo impone una costante rettifica dei carichi di lavoro.
Noi domenica prossima non avremmo giocato la partita con il Gaeta che aveva riscontrato delle positività alla vigilia del match con il Ferentino ed avevamo già stabilito che questa settimana non ci saremmo allenati.
Il paradosso di questa situazione è che ti costringe quasi a vivere il calcio come se fosse la partitella a calcetto del giovedì sera, non è sostenibile…”.
La formula ideata per questa stagione stuzzica la fantasia dell’ex allenatore di Anzio ed UniPomezia.
“Mi piace e spero possa essere riproposta in futuro perché aumenta la competitività del campionato – riflette il tecnico – L’optimum sarebbe stato attuare i play-off e magari rendere il tutto propedeutico ad un futuro campionato composto da sedici squadre che renderebbe l’Eccellenza una piccola Serie D.
Già così, comunque, il torneo è più snello ed intrigante”.
La Vis Sezze ha ottenuto undici punti nelle prime cinque esibizioni stagionali, mettendo in evidenza un Edoardo Onorato in versione deluxe.
“Per me è inspiegabile che un giocatore del suo livello militi in Eccellenza, ma ce lo teniamo stretto – prosegue Catanzani – Quanto a noi, direi che siamo competitivi per giocarcela fino in fondo con Sora, Città di Anagni e Gaeta, squadre che ritengo abbiano le carte in regola per vincere questo campionato”.
Il tecnico è a Sezze ormai da quattro stagioni.
Subentrò a campionato in corso a Massimo Bindi quando la squadra giocava in Promozione, guidando i pontini ad una tranquilla salvezza per poi riportarli nell’annata successiva ad un trionfale ritorno nell’elite del calcio laziale dopo quasi vent’anni di purgatorio nelle categorie inferiori.
Oggi Catanzani è una colonna della Vis Sezze.
“Venivo da una grande delusione calcistica (l’esonero da parte dell’UniPomezia, ndr) ed inizialmente pensavo di dare una mano al mio amico direttore sportivo Fabrizio Di Emma e poi andar via dopo un paio di mesi.
Le cose sono andate in maniera diversa (ride)…”.
Un padre che fu nazionale di baseball, una buona carriera agonistica tra i professionisti ed una laurea in Management Sportivo conseguita presso l’Università degli Studi di Teramo, avendo come docente l’attuale Presidente della FIGC, Gabriele Gravina.
La traiettoria personale di Flavio Catanzani ne possiede di spunti d’interesse ed il tecnico non cede alle facili tentazioni del pessimismo neppure in questo delicatissimo frangente.
“Sono mesi che personalmente non mi avvicino ai miei genitori per salvaguardarli e conosco molte persone che stanno subendo danni pesantissimi dal virus, tuttavia dobbiamo cercare di resistere e rispettare le regole.
Al termine della partita di domenica scorsa ci siamo ritrovati a leggere la bozza del dcpm e c’era un clima di grande scoramento nello spogliatoio, specie da parte di alcuni dei miei calciatori che sono stati colpiti pesantemente nelle loro attività lavorative.
Si respirava un’aria di malinconia, simile a quella dell’ultima giornata di campionato quando svanisce l’adrenalina di tutta una stagione e ti ritrovi scarico.
Per il calcio il covid rappresenta una variabile non quantificabile e da allenatore uso una metafora calcistica: dobbiamo tutti lavorare al massimo delle nostre capacità per tentare di portare questa variabile dalla nostra parte.
Noi alla Vis Sezze siamo pronti a fare la nostra parte, io ho già dato la mia personale disponibilità nel restare qui al campo anche cinque ore di fila per le sedute di allenamento, nel caso in cui ci diano la possibilità di svolgerle a livello individuale.
Altrimenti ci organizzeremo con sedute a distanza.
Al momento ci siamo ripromessi di rivederci nella giornata di mercoledì, se sarà fattibile.
L’idea sarebbe quella di “spacchettare” le sedute, svolgendole in totale sicurezza ed in più fasce orarie”.
Quale sarà il futuro del nostro calcio, quando la pandemia sarà cessata?
“Dovremo ripartire su basi diverse, negli ultimi vent’anni c’è stata una prevalenza di interessi burocratici e finanziari – chiosa Catanzani – Io credo che il covid possa portare ad una selezione darwiniana tra le realtà che possono permettersi di fare calcio e questo comporterà dei benefici.
Un giorno sarà bellissimo rivedere i tifosi sugli spalti, anche quelli più critici.
Avranno una rinnovata importanza per il calcio, dovranno capire che anche loro sono responsabili della cura di questo meraviglioso giocattolo”.