A cura di Matteo Lanzi
Il Vicovaro c’è e sta lottando, giornata dopo giornata, per uscire da un periodo nero. Il pareggio esterno contro la Lodigiani e la fondamentale vittoria di domenica scorsa in casa contro il Città di Formia hanno rappresentato una vera e propria boccata d’ossigeno per gli uomini del tecnico Enrico Baiocco, i quali erano reduci da 5 punti raccolti nelle precedenti 11 gare. Un trend negativo che aveva fatto precipitare i verdearancio dalle prime posizioni di classifica alla zona play-out, trovandosi improvvisamente a dover lottare per non retrocedere. Un periodo complicato e difficile da spiegare, che ancora non è superato ma dal quale piano piano si sta uscendo. Queste almeno le considerazioni del Presidente Pierangelo Maugliani, che traccia un bilancio di questa prima parte di stagione del club, dalla prima squadra fino al settore giovanile.
Presidente, quanto è stata fondamentale la vittoria di settimana scorsa contro il Città di Formia?
“Tanto, tantissimo. E’ stato un successo meritato, la squadra ha giocato bene nonostante davanti avessimo un avversario agguerrito che lottava, come noi, per conquistare punti salvezza. Abbiamo dato continuità al pari esterno contro la Lodigiani, allungando la striscia positiva. Devo fare i complimenti ai ragazzi perché hanno disputato un’ottima gara, ma non dobbiamo rilassarci o pensare che il periodo di difficoltà sia superato: il rendimento fin qui in campionato è stato troppo incostante per considerarci fuori da ogni pericolo. La stagione è lunga e dobbiamo dimostrare sul campo di essere “guariti”, continuando a lottare partita dopo partita“.
Un periodo di crisi inspiegabile se si pensa all’ottimo avvio del quale eravate stati protagonisti. Cosa è accaduto?
“E’ stato talmente inspiegabile e anomalo che per qualche tempo abbiamo fatto persino fatica a capire quale fosse il reale problema. Poi, dopo le prime sconfitte, ci siamo riuniti ed abbiamo compreso che la difficoltà fosse soprattutto di natura mentale. I giocatori avevano perso sicurezza, consapevolezza e ciò si evidenziava durante le partite, quando alle prime difficoltà non riuscivano a reagire. Anche l’approccio era sbagliato, sin capiva fin dai primi minuti che la squadra non fosse in grado di portare a casa il risultato. Abbiamo pensato che la problematica fosse legata alla giovane età della squadra, magari all’inesperienza, ma poi ci siamo resi conto che anche i giocatori più grandi non erano più mentalmente presenti come nelle prime giornate. Ovviamente tutto ciò è andato peggiorando col passare delle settimane, entrando in un tunnel buio“.
Come si esce da questo tipo di situazioni?
“Con la pazienza. Lavorando e continuando a credere nei giocatori e nello staff, nonostante i risultati avversi. Facendo sentire la propria fiducia costantemente, lavorando su ciò che non va. Il nostro stato d’animo, e quando dico nostro intendo mio, del direttore sportivo Proietti e del direttore generale Attili, congiuntamente col tecnico, è sempre stato sereno, concentrato ma sereno. Eravamo sicuri che ne saremmo usciti, le qualità c’erano tutte. Lo stiamo facendo, ma è ancora presto per dirsi tranquilli“.
Quanto ha inciso il lavoro dell’allenatore?
“Enrico Baiocco ha avuto grandi meriti in questo. Le prime giornate sono state negative, molto negative, e questo avrebbe potuto creare un po’ di malumore. Al contrario da parte nostra c’è sempre stata fiducia e anche il tecnico ha risposto con un dialogo aperto e proficuo, pazientando e mantenendo la calma. Come già detto, eravamo sicuri che ne saremmo usciti. Col tempo la squadra ha cominciato a giocare meglio e questo ha portato poi ai primi risultati in termini di punti. Ora esprimiamo un calcio gradevole, merito anche del mercato, nel corso del quale sono arrivati giocatori importanti e già formati per la categoria. Dei titolari, che ci stanno dando una grossa mano“.
C’è da dire anche che l’alta competitività del girone non ha aiutato: ne è una dimostrazione il fatto che le prime due della classe, Unipomezia e Terracina, siano anche finaliste di Coppa Italia.
“Siamo da due anni in questa categoria ma non ci siamo ancora abituati al livello altissimo di competitività e di imprevedibilità dell’Eccellenza. Ogni partita fa storia a se, puoi passare da vincere a perdere le gare in un attimo. Serve grande equilibrio e preparare tutti nei minimi dettagli, stando attendi a sbagliare il meno possibile in difesa e ad essere più cinici possibili in attacco. Ecco, magari a volte è quello che ci è mancato, un po’ di sano cinismo sotto porta. Così magari avremmo qualche punto in più. Ci sono tante gare in cui non abbiamo fatto risultato per qualche dettaglio e, a volte, anche per sfortuna“.
Chi lo vince questo girone?
“Terracina e Unipomezia sono due corazzate, quadrate, forti, con giocatori molto importanti. Rappresentano piazze storiche del nostro calcio, hanno blasone e caratura da top team. Le abbiamo affrontate entrambe e con entrambe avremmo quasi meritato di vincere o, per lo meno, pareggiare. In particolare a Terracina credo che il risultato più giusto sarebbe stato un pari. Noi, però, quando incontriamo questo tipo di società e formazioni dobbiamo solo imparare perché il livello è differente. Credo che alla fine la spunterà l’Unipomezia, che mi è sembrata un pizzico più solida oltre ad avere un allenatore molto bravo e che conosce bene l’ambiente“.
Nonostante le difficoltà, il sostegno del vostro pubblico non è mai mancato.
“Il pubblico di Vicovaro è impagabile. E’ normale, nel momento buio non sono mancate alcune critiche ai giocatori, all’allenatore, alla dirigenza, a me. E’ solito nel mondo del calcio, avviene ovunque, figuriamoci in un centro piccolo come Vicovaro. Al netto di ciò, però, la squadra ha sempre potuto contare sul sostegno del proprio pubblico. La nostra forza è sempre stata trarre vantaggio dal sostegno della nostra gente, restando sereni nel momento in cui si veniva criticati“.
Un sostegno motivato e meritato anche dagli sforzi che da anni fate per mantenere una realtà di questo livello in un centro di provincia.
“Gli sforzi sono immani, sia umani che economici. A livello mentale, fisico e sotto mille altri aspetti questa realtà ti impegna molto, non è facile avere un’Eccellenza in un centro di circa 4.000 anime. E’ un onore, ma anche un onere e questo emerge in maniera importante quando ci confrontiamo con realtà come, ad esempio, Unipomezia e Terracina che possono contare su risorse economiche e umane di ben altra portata. Noi, da club come quelli citati, dobbiamo solo imparare con umiltà. Il nostro punto di forza è la coesione, la serenità e la pazienza, elementi condivisi sia da me che dal mio staff, primi su tutti il direttore sportivo Proietti ed il direttore generale Attili“.
Tra le note liete, sicuramente, l’importante crescita del settore agonistico.
“I numeri sono rimasti simili a quelli dell’anno scorso, ma c’è stata una crescita tecnica e di risultati notevole. I 2009, per esempio, sono in piena corsa per vincere il titolo e già questa sarebbe un enorme soddisfazione. Sono soddisfatto di tutti i miei ragazzi delle giovanili, che fanno parte di un progetto di crescita a medio-lungo termine“.
A fine stagione saresti contento se il Vicovaro…
“Puntiamo ad una salvezza serena, che arrivi il prima possibile. Dobbiamo pensare a riprenderci i punti che abbiamo perso per strada. Non siamo ancora usciti dal momento no, ma la strada è giusta. Vogliamo evitare a tutti i costi l’insidia play-out“.
La crescita di un club si misura anche da come sa attraversare e superare i momenti difficili. Per questo la stagione che sta vivendo il Vicovaro servirà a far crescere ancor meglio e ancor più velocemente un club che è già una realtà notevole del nostro calcio.