Il presidente LND ribadisce la posizione della Lega Nazionale Dilettanti dopo l’intervento sull’argomento del Ministro Graziano Delrio.
Roma, 11 febbraio 2014 – Apprese le notizie diffuse in data odierna, riguardo la presa di posizione del Ministro per gli affari regionali e le autonomie con delega allo sport Graziano Delrio, in ordine alla delicatissima questione del vincolo che investe il mondo del volontariato sportivo in generale e del calcio dilettantistico in particolare, la Lega Nazionale Dilettanti tiene a sottolineare come l’argomento riguardi diverse federazioni sportive e che la disciplina adottata dalla FIGC ed attualmente in vigore sia rispettosa dei principi fondamentali del CONI. Ciò posto la LND ha investito della problematica proprio il massimo organismo sportivo italiano in attesa di conoscere una volta per tutte l’atteggiamento delle istituzioni politiche nei confronti del mondo sportivo di base.
Val la pena di ricordare che per la gestione del calcio dilettantistico e giovanile gli unici soggetti che contribuiscono al sostentamento di questa vasta attività sportiva e sociale, rivolta anche alla formazione ed all’educazione dei più piccoli, sono le quasi 15 mila società calcistiche. Le quali, per la buona riuscita di 700 mila partite all’anno disputate con la massima regolarità, intervengono direttamente con 1 miliardo e 500 milioni di euro, concorrendo con importi considerevoli alle entrate fiscali dello Stato senza ristorni di alcun tipo, né sotto l’aspetto dell’impiantistica né sotto l’aspetto economico, riconoscendo il solo intervento per le spese arbitrali che ammonta a 25 milioni euro.
In ordine, invece, ai richiami alle istituzioni internazionali, il presidente Carlo Tavecchio ribadisce come “nel Trattato di Nizza sia riconosciuta una propria specificità allo sport”. Tutto ciò premesso il presidente della Lega Nazionale Dilettanti Tavecchio confida “nell’atteggiamento più riflessivo delle parti in causa ed auspica l’unica soluzione possibile che sta nelle decisioni che il CONI ed il sistema sportivo italiano nel suo complesso, quindi non le singole Federazioni, vorranno adottare”.