Di Alessandro Bastianelli.
Solo contro tutti, con la prospettiva più ampia e i margini d’errori più stretti.
Questa la vita del portiere, queste le domeniche di Lorenzo Peri, numero uno indiscusso di un Città di Ciampino alla ricerca della salvezza nell’infernale girone H.
Il giovane classe ’96 non ha sofferto il battesimo di fuoco nel campionato interregionale. L’ex portiere dell’Accademia Calcio Roma ha sfoderato ottimi interventi sia in trasferta che in casa, quando contro il Cynthia un paio di sue parate contribuirono ad aggiungere tre punti fondamentali alla classifica rossoblu.
Domenica c’è uno scoglio importante sul sentiero del Città di Ciampino: al Superga arriva un Trastevere lanciato nei piani alti. Peri fronteggerà gente del calibro di Massella e Tajarol, lo abbiamo ascoltato a poco meno di 48 ore dal fischio di inizio dell’ottava giornata.
Ciao Lorenzo, sei uno degli stakhanovisti del Città di Ciampino.
Come valuti, a livello personale e di gruppo, questo inizio di stagione?
«Io credo che finora ci stiamo comportando molto bene, i risultati non sono sempre stati positivi ma credo che sia normale all’esordio in un campionato così difficile come la Serie D.
Siamo uniti dietro le direttive di mister Santoni, che ci ha dato regole rigide e imposto un gioco fatto di intensità, concentrazione e tanto sacrificio.
Anche a livello personale sono molto contento, certo mi becco molti più tiri rispetto allo scorso anno ma così almeno posso migliorarmi (sorride ndr)».
Avete spesso perso di misura, giocando bene e concretizzando poco.
Cosa vi manca?
«Ci manca un po’ di fortuna in alcuni frangenti, ma anche un po’ di fantasia: spesso siamo incappati in partite bloccate in cui una giocata avrebbe potuto volgere dalla nostra parte il risultato.
Sento che nei miei compagni questa fantasia c’è ma è un po’ sopita, dobbiamo guadagnare fiducia perché la squadra c’è, gira e prima o poi troverà continuità».
Su cosa deve fare leva il Ciampino per salvarsi?
«Noi dobbiamo puntare alla perfezione, e questo vuol dire sbagliare il meno possibile.
Ci vuole più attenzione nella fase di non possesso e cinismo in zona gol, sembra semplice ma sono questi dettagli a fare la differenza.
Spesso abbiamo regalato alcuni gol evitabili agli avversari, ma stiamo apprendendo dai nostri errori e credo che siamo su un’ottima strada, per lo meno a livello di gioco e carattere».
Scendiamo nella sfera personale di Lorenzo Peri. Due anni fa giocavi nella Juniores, oggi in Serie D.
Cosa si prova a passare dai campi polverosi della provincia a grandi piazze come Manfredonia?
«Per me è stato un cambiamento radicale ed emozionante, come scoprire un mondo nuovo.
Già lo scorso anno ho salito un gradino importante, ho giocato in un campionato di Eccellenza dove nessuno ti regala niente; quest’anno è ancora più difficile, ma mi sento protetto e tutelato dalla società e dai compagni.
Qui a Ciampino c’è un modo di lavorare molto professionale, da una parte è difficile, ma dall’altra questo ambiente ti sprona a dare il meglio tutti i giorni, allenamento dopo allenamento, partita dopo partita».
Secondo l’opinione di molti, giocare due anni in Juniores è l’anticamera del ritiro, per te le cose sono andate diversamente.
Come valuti quella splendida stagione con l’Accademia?
«Ognuno ha l’idea che vuole, fatto sta che io rifarei assolutamente quella scelta.
Sono stati due campionati molto belli e formativi, quelli che ho vissuto all’Accademia Calcio Roma: eravamo una squadra assemblata da zero e ci siamo tolti grandi soddisfazioni. Lì mi sono fatto notare, e se fossi andato subito in Eccellenza a fare l’under probabilmente non starei qui».
Dicci un portiere a cui ti ispiri, chiaramente Buffon non vale.
«Se Gigi è fuori classifica, tanto vale puntare in alto e pensare a Neuer (ride ndr)».
L’attaccante più forte che hai fronteggiato in questo avvio di campionato.
«Il Gravina mi ha fatto un’impressione incredibile, hanno dei grandissimi giocatori davanti.
Così su due piedi ti dico Roberto Palumbo».
Un obiettivo personale e per il Ciampino.
«Non possiamo certamente vincere il campionato, ma io credo che abbiamo le carte in regola per non accontenarci della salvezza.
Siamo un grupo eccezionale, forte, che può togliersi belle soddisfazioni. Ma prima dobbiamo continuare a lavorare così per mettere da parte il prima possibile i punti necessari a salvarci.
Io spero solo di fare il massimo, voglio sbagliare il meno possibile. Non mi pongo obiettivi ma ammetto che una bella chiamata dal professionismo mi piacerebbe riceverla. Lavoro duramente per farmi notare e dare il meglio con questa maglia a cui devo tantissimo».